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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Medicina Interna, così curiamo il malato nel suo complesso

Il dottor Ballini dell'Ospedale Oglio Po: «Valutiamo il paziente tenendo conto di tutte le sue patologie che si sovrappongono. È un lavoro d’équipe con gli specialisti». L'attività degli ambulatori

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

01 Settembre 2024 - 05:25

CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Raffaele Ballini, medico della Medicina Interna dell’Ospedale Oglio Po di Casalmaggiore.

Di che cosa si occupa la Medicina Interna?
«La Medicina Interna si occupa della diagnosi e della cura del malato nel suo complesso. Il motto della Società italiana di Medicina Interna è infatti ‘in uno omnia’, ossia in uno tutto, perché si interessa globalmente della persona e di tutte le sue patologie. Per fare un esempio, la persona anziana con più patologie, reduce da un infarto vent’anni prima con diabete, ricoverata per una polmonite viene curata nella sua complessità. Ed è un lavoro di équipe con gli specialisti delle singole patologie che si sovrappongono».

Come viene affrontata la situazione sanitaria della persona?
«Oltre alla consulenza dei colleghi specialisti, utilizziamo terapie mediche, affiancando quando serve la paracentesi, che ha una valenza non solo diagnostica ma anche curativa».

Quali attività ambulatoriali sono attive?
«Ogni medico internista ha una sua specializzazione che viene impiegata nelle attività ambulatoriali. L’ecocardio doppler per esempio è una metodica molto semplice, non invasiva e rapida, che permette la valutazione approfondita del cuore a cui si può far seguire un ecocardiogramma transesofageo che fotografa il cuore, prendendone le misure, le dimensioni, i volumi, valutando la sua contrattilità, i ventricoli, le valvole, il pericardio».

Che attività svolgono i vostri ambulatori?
«I pazienti in carico vengono studiati anche dal punto di vista ecocardiografico, valutando la presenza della dislipidemia, ossia l’alterazione della quantità di lipidi (grassi) nel sangue, in particolare trigliceridi e colesterolo che è un killer silenzioso perché molti pazienti non se ne accorgono finché non si esegue un esame specifico del sangue. Abbiamo anche pazienti giovani non solo con ipercolesterolemia familiare. Ecco dunque tornare il concetto di approccio al paziente nel suo complesso valutando tutti gli aspetti: fumo, ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, ipertensione di tipo essenziale o di tipo secondario, farmaci prescritti e non tollerati, individuazione di terapie più specialistiche che richiedono la compilazione di un piano terapeutico con criteri determinati dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). E dopo la diagnosi e la cura, i pazienti vengono seguiti nel tempo».

La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.

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