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IL MEDICO RISPONDE. IL VIDEO

Prevenzione, il primo alleato nella lotta ai tumori femminili

La dottoressa Carla Strina spiega come uno stile di vita equilibrato e controlli regolari possano ridurre drasticamente il rischio di carcinoma mammario, ricordando l’importanza dei test genetici e della diagnosi precoce per salvaguardare la salute delle donne

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

19 Ottobre 2025 - 05:25

CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è la dottoressa Carla Strina, dirigente medico dell’Oncologia multidisciplinare dell’Ospedale di Cremona.

Che cosa rappresenta l’Ottobre Rosa?
«L’Ottobre Rosa è una manifestazione internazionale volta a sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione del tumore al seno. Ogni anno in Italia si registrano circa 50.000 nuovi casi e, grazie a diagnosi precoci e terapie più efficaci, circa otto donne su dieci riescono a superare la malattia. È importante ricordare che il 5-7% dei tumori mammari ha origine ereditaria, legata a varianti patogenetiche BRCA1 e BRCA2».

Che cosa si intende per prevenzione primaria?
«La prevenzione primaria riguarda soprattutto uno stile di vita corretto. Migliorare l’alimentazione, ad esempio seguendo la dieta mediterranea raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, può ridurre il rischio di sviluppare tumori. Alimenti come olio d’oliva, cereali integrali, frutta e verdura giocano un ruolo fondamentale, così come mantenere il peso corporeo entro limiti salutari, poiché l’eccesso di tessuto adiposo aumenta la produzione di estrogeni e quindi la stimolazione della ghiandola mammaria.
Altri fattori di rischio da considerare includono il consumo di alcol: anche 50 grammi al giorno, pari a circa tre bicchieri di bevanda alcolica, incrementano del 50% il rischio rispetto a chi non beve. L’attività fisica regolare riduce il rischio del 20-30%. Per chi è sedentario, bastano 30 minuti al giorno di camminata sostenuta; chi pratica sport può svolgere esercizi tre volte a settimana per 30-45 minuti a seduta. Questi comportamenti aiutano a contenere i fattori di rischio e a ridurre la probabilità di sviluppare tumori mammari».

Cosa si intende per prevenzione secondaria?
«La prevenzione secondaria consiste in controlli mirati e diagnosi precoci. Il primo step è l’autopalpazione mensile: davanti a uno specchio e con le braccia sollevate, le donne devono osservare eventuali alterazioni cutanee, retrazioni del tessuto, noduli o secrezioni del capezzolo. Qualsiasi segnale sospetto deve indirizzare la persona verso i centri di senologia dedicati, strutture specializzate nella prevenzione e nella cura. In Italia, le campagne di screening prevedono mammografie biennali per donne tra i 45 e 74 anni, con alcune regioni che estendono il servizio dai 40 anni con esami annuali. Lo screening permette di identificare tumori con possibilità di trattamento efficace nel 70-80% dei casi. In caso di esito positivo, i centri contattano le pazienti e programmano ulteriori accertamenti, come ecografie o biopsie».

Quali sono gli altri fattori di rischio del tumore al seno?
«Oltre a quelli già citati, aumentano il rischio displasie mammarie, pregressi trattamenti radioterapici in giovane età e la presenza delle varianti patogenetiche BRCA1 e BRCA2, che determinano una maggiore predisposizione a tumori mammari e ovarici: circa il 60% per BRCA1 e il 40% per BRCA2».

Come deve comportarsi un familiare sano di un parente con mutazione per BRCA?
«Quando viene identificata una variante BRCA, i familiari interessati possono sottoporsi al test a partire dai 18 anni tramite un semplice prelievo di sangue. Il genetista illustra i risultati, il rischio associato e l’iter di sorveglianza consigliato. La sorveglianza intensiva prevede ecografie mammaria e transvaginale ogni sei mesi, esami del sangue (CA125), risonanza magnetica della mammella dai 25 anni e, in casi selezionati, mammografia dai 35 anni fino agli 80. Un’alternativa possibile è la chirurgia profilattica: mastectomia bilaterale e salpingo-ovariectomia bilaterale, che riduce del 90% il rischio di tumore mammario e dell’80-90% quello ovarico. Il messaggio che voglio lanciare è che le donne devono rivolgersi ai centri di senologia e aderire ai programmi di screening. Diagnosi precoce, stili di vita sani e controlli regolari rappresentano strumenti fondamentali per prevenire, individuare e trattare tempestivamente i tumori della mammella, aumentando significativamente le possibilità di guarigione».

La rubrica è realizzata in collaborazione con Asst Cremona e può essere ascoltata sul sito internet del quotidiano La Provincia di Cremona e di Crema e anche sul suo canale YouTube.

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