L'ANALISI
IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO
24 Novembre 2024 - 05:30
CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Stefano Gipponi, direttore di Neurologia dell’Asst di Cremona.
Che cos’è la Malattia di Parkinson?
«Si tratta di una malattia neurodegenerativa che colpisce soggetti oltre i 60 anni anche se bisogna considerare che un 25% circa dei pazienti può avere uno sviluppo dei disturbi anche prima dei 50 anni. In Italia ci sono 300mila pazienti affetti da malattia di Parkinson e circa 3mila nuovi casi all’anno. Ha solitamente una lunghissima durata che comporta un impatto sia sociale sia economico in particolar modo sui caregiver di questi pazienti. La malattia colpisce una zona particolare del cervello che si chiama ‘sostanza nera’ dove si trovano i neuroni dopaminergici che producono la dopamina, neurotrasmettitore che consente di fare i movimenti».
Quali sono i sintomi?
«I sintomi principali sono la lentezza dei movimenti, la rigidità e il tremore. Ce ne sono anche molti altri come l’amimia (l’incapacità di esprimersi con la mimica facciale), la difficoltà a pronunciare le parole, la micrografia (la tendenza a scrivere sempre più piccolo), la difficoltà nella deglutizione, la riduzione del pendolarismo degli arti, un’instabilità posturale, una tendenza maggiore alla caduta e una difficoltà nella marcia».
È possibile riconoscere precocemente la malattia?
«Ci sono dei sintomi prodromici che possono in alcuni casi fare accendere la lampadina su una possibile Malattia di Parkinson tra questi la stipsi e i disturbi intestinali. Accanto a questi c’è certamente la depressione che non va considerata come una reazione alla diagnosi ma un sintomo vero e proprio della malattia, i disturbi del sonno e la perdita di olfatto. Questi sintomi possono anticipare anche di 5-10 anni l’esordio della malattia».
Come si effettua la diagnosi?
«Si tratta di una diagnosi clinica basata sui sintomi. Ci sono indagini neuroradiologiche - Tac encefalo, Risonanza magnetica cerebrale - che possono aiutarci a definire più correttamente possibile la diagnosi consentendo di escludere altre patologie. Anche indagini di medicina nucleare vanno a studiare nello specifico il metabolismo dei neuroni coinvolti nella Malattia di Parkinson. Accanto a queste indagini strumentali c’è anche un test farmacologico conosciuto come test alla Levodopa».
Ci sono fattori predisponenti?
«Un’età superiore ai 60 anni, fattori genetici e ambientali, una dieta ricca di grassi».
Qual è la terapia?
«La terapia è farmacologica e non farmacologia. Ad oggi non esiste una cura, ma le terapie consentono di controllare i sintomi per molti anni. Molto importante è anche la fisioterapia, la logopedia, il supporto psicologico e una dieta corretta».
La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito de ‘La Provincia’ e sul suo canale YouTube.
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