L'ANALISI
17 Novembre 2024 - 05:30
CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Bruno Drera, direttore della Patologia neonatale dell’Ospedale di Cremona.
Che cos’è la prematurità?
«Si definisce la prematurità quando si nasce prima delle 37 settimane di età gestazionale, considerando che a termine si considerano le 40 settimane di età gestazionale dall’ultima mestruazione. Vanno distinti diversi livelli di gravità o di intensità della prematurità. Si considera estrema prematurità sotto le 29 settimane di età gestazionale, prematurità moderata tra le 29 e le 32 settimane, prematurità tardiva (le più frequenti) tra le 34 e le 36 settimane. In base poi all’entità della prematurità possiamo differenziare il prematuro in relazione al suo peso».
Quanto è frequente la prematurità?
«La nascita prematura avviene in circa il 7-10% dei casi per lo più tra le 34 e le 36 settimane di età gestazionale. Solo uno su mille nasce sotto le 32 settimane e sotto i 1.500 grammi di peso, eventi rari anche se dirompenti».
Perché si nasce prematuri?
«La nascita prematura può avvenire per diversi motivi: cause materne, del feto, della gravidanza, legata a malattie preesistenti o che sono insorte durante la gestazione, ma anche la gemellarità, infezioni a carico della placenta. Negli ultimi anni abbiamo registrato un lieve calo delle nascite premature dovuto al miglioramento delle cure ostetriche che in Italia sono molto attente e avanzate».
Che cosa comporta la prematurità?
«I prematuri si trovano a dover affrontare un ambiente che non è il loro perché il feto cresce e si sviluppa in un ambiente liquido, di acqua, protetto dalle membrane del parto e dipendente al 100% dalla placenta. Gli organi ci sono, ma non sono maturi e devono finire sviluppo e maturazione».
Come vi prendete cura dei neonati pretermine?
«Visto che nascono con organi non maturi ad affrontare l’ambiente extrauterino, hanno bisogno di diversi sostegni dal punto di vista della ventilazione e dell’alimentazione. È necessario poi un follow up successivo al periodo acuto per monitorare lo sviluppo neurologico. Dal curare siamo passati al prendersi cura che sottintende un attivo coinvolgimento dei genitori. L’abbraccio della mamma, o del papà, e il contatto con la pelle dei genitori comporta notevoli benefici migliorando lo sviluppo del neonato. I genitori possono entrare in Terapia intensiva neonatale 24 ore su 24, per tutto il tempo che desiderano. Abbiamo dato quest’opportunità anche ai nonni».
Che cosa si celebra il 17 novembre?
«È la Giornata internazionale della prematurità per sensibilizzare la popolazione relativamente a una condizione che mette a rischio la vita del neonato e a dura prova tutta la famiglia. I neonati pretermine vengono chiamati anche piccoli guerrieri perché passano settimane e mesi ad affrontare condizioni patologiche con grande resilienza. Quest’anno la facciata principale dell’ospedale verrà illuminata di viola e nell’atrio del Maggiore ci sarà una mostra fotografica e un incontro con i genitori che porteranno le loro testimonianze».
La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito de ‘La Provincia’ e sul suo canale YouTube.
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