L'ANALISI
04 Dicembre 2025 - 21:30
CASTELLEONE - Si sono conosciuti diversi anni fa. Matteo, 70 anni, casa a Castelleone, gira per i mercatini di antiquariato con la sua bancarella. Giovanni, 77 anni, mantovano con casa sul lago di Garda, manager in pensione, dal giro dell’antiquariato si è tirato fuori «da una decina d’anni, troppi casini».
Giovanni prima, Matteo dopo, si sono difesi oggi dall’accusa di aver spacciato per autentici quadri falsi: copie di autori. Con tanto di certificazione del Vaticano.
Quattro opere d’arte intrecciano la storia di Giovanni a quella del castelleonese Matteo. Si tratta di una tela di Giuseppe Capogrossi, di tre disegni di Giovanni Fattori e di un dipinto di Riccardo Licata.
«Sono i quadri ricevuti in eredità da mio zio che faceva l’antiquario a Firenze— ha detto il 77enne difeso dall’avvocato Alberto Zucchetti —. Conoscendo mio zio, erano copie, per me non erano autentiche, non c’erano cartellini, certificazioni, niente. A Matteo ho detto che erano opere di poco valore. Sul retro c’era la dicitura ‘copie d’autore’. Non c’era il certificato del Vaticano. Le tenevo in casa, gliele ho date in conto vendita, non ho mai visto un euro».
Dopo Giovanni, si è difeso Matteo, assistito dall’avvocato Giovanni Pietro Passoni. «Al mercatino vendevo un po’ di tutto. Alcune cose erano originali, altre erano copie. I quadri che mi sono stati dati potevano essere degli originali perché erano certificati dal Vaticano.» L’ambulante di Castelleone è accusato di aver messo in vendita, spacciandole per veri, non solo le opere prese in contovendita dal coimputato, ma anche un dipinto di Mario Sironi. Tre anni fa, l’aveva esposto sulla sua bancarella al mercatino dell’antiquariato di Pisa, sotto le Logge dei Banchi. L’aveva spacciato per originale e messo in vendita a 4mila euro. Un Sironi originale può valere anche 40-50mila euro. Il dipinto piazzato sulla bancarella di Pisa «era palesemente contraffatto». Parola del professor Andrea Sironi, nipote del pittore, esperto nella produzione artistica del nonno, erede diretto del Maestro e presidente dell’associazione Mario Sironi, fondata con Claudia Gian Ferrari, una delle protagoniste del mondo artistico italiano, scomparsa nel 2010.
Tre anni fa a Pisa andò così. Un ricercatore universitario girava tra il mercatino. Si fermò alla bancarella del castelleonese. Buttò l’occhio sul quadro di Sironi. Lo prese in mano. L’antiquario gli confermò che era originale. Il ricercatore era amico del professor Sironi. Gli telefonò, lo avvisò, gli mandò le foto del dipinto. «Quel Sironi è un falso talmente evidente da risultare palese anche solo dalla fotografia, così come smaccatamente contraffatti sono il timbro e la firma della gallerista Claudia Gian Ferrari. È sbagliata anche la firma: ‘Gianferrari’ anziché ‘Gian Ferrari’, aveva spiegato al processo Sironi.»
Partì così l’indagine dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza che si recarono nel magazzino dell’antiquario di Castelleone. Insieme alle opere d’arte, portarono via (sequestro) undici documenti col timbro dell’Ufficio donazioni del Vaticano, qualcuno già compilato e altri ancora in bianco. Documenti che avrebbero attestato l’autenticità delle opere. E una macchina da scrivere: la Olivetti 88. Nove documenti sono riconducibili proprio alla Olivetti 88. Il «kit del falsario», secondo chi ha indagato. I carabinieri si presentarono poi a casa del coimputato. Non trovarono nulla.
L’ambulante di Castelleone oggi ha detto che «le opere ricevute in contovendita» dal 77enne, «secondo me potevano essere originali, perché quasi tutte corredate dai certificati del Vaticano». E l’opera di Sironi messa in vendita a 4mila euro? «Nei mercatini di solito si spara per poter mercanteggiare il prezzo. Un Sironi vero costa molto di più».
Il castelleonese è anche accusato di ricettazione: storia di un dipinto olio su tela raffigurante una ‘Nobildonna con ventaglio’, rubato il 10 marzo del 2022 al castello di Podenzana, in provincia di Massa Carrara. Il processo è stato aggiornato al 12 febbraio prossimo, giorno della sentenza.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris