L'ANALISI
30 Dicembre 2022 - 21:17
CORTE DE' FRATI - Una storia d’amore e di speranza, un racconto che tocca il cuore dei bambini e degli adulti. Protagonista Eleonora, 7 anni, insieme alla professoressa Mariateresa Gazzina e al marito Vincenzo. Tutto comincia qualche giorno prima di Natale. Il signor Vincenzo nota in giardino uno strano palloncino di color arancione. Esce di casa, lo afferra e vede che, legato al capo inferiore, c’è un foglietto.

Lo mostra alla moglie, alla quale non manca certo la curiosità e l’intuito: da ex insegnante, ci mette poco a capire che quel foglio non è altro che una letterina a Babbo Natale. Il resto è lei a raccontarlo. «Ho letto quelle righe scritte in modo molto corretto, abbiamo capito che si trattava di una bambina che chiedeva alcuni doni a Babbo Natale, ma che al tempo stesso dedicava un pensiero anche ai bimbi suoi coetanei dell’Ucraina. Non solo giochi o giocattoli, dunque, ma anche un bel gesto di solidarietà. Il che mi ha commosso e — mi sono detta — in questo mondo a tratti folle, un gesto così non può passare inosservato».
La professoressa, oggi in pensione ma che i suoi studenti ricordano molto bene, si dà da fare per risalire all’autrice della lettera. E ci riesce: abita in provincia di Como e il palloncino ha percorso più di 200 chilometri. «Volevo dirle una parola e farle gli auguri — spiega — ho convinto mio marito e così ho composto il numero. Mi ha risposto una signora che lì per lì mi ha preso per una perditempo. Ci sono rimasta male e quindi la telefonata è finita lì».

Ma la storia no. Infatti, dopo qualche giorno, a pensare e a rimuginare sul da farsi, la prof ci riprova. Non vuole arrendersi così, la bambina le ha toccato il cuore, deve parlare con quella bambina e dirle che la sua lettera era arrivata a Babbo Natale. E così, dopo qualche tentennamento, rifà il numero di telefono. «Ed è andata bene. Mi ha risposto un uomo che ha detto: sono il nonno. Ottimo, ho pensato. E ha aggiunto: aspetti che le passo la nonna. Meglio ancora, ho detto. Infatti ci siamo intese subito: mi sono presentata, ho raccontato il motivo della mia telefonata e, infine, quella signora mi ha chiamato la bimba». Dunque, da un palloncino arancione finito in giardino è nata una vera e propria amicizia. «Le ho detto che eravamo gli Amici di Babbo Natale, che volevamo assicurarla che i suoi desideri sarebbero stati esauditi e che la ringraziavamo per i suoi pensieri di solidarietà per l’Ucraina. È stata una telefonata commovente, a cui daremo seguito anche nei prossimi giorni, ora che il ghiaccio è rotto».
La professoressa però non ha dimenticato la prima telefonata, quella finita male. Ne parla con i nonni di Eleonora e il caso viene risolto: «Era stata la mamma della bambina a rispondermi, forse per un equivoco. Ci siamo sentite, abbiamo chiarito tutto e lei ci ha scritto un pensiero molto bello. Ho voluto raccontare questa storia, perché mi sembrava giusto e bello dedicare un pensiero positivo in queste giornate dove c’è bisogno di tutto, specialmente di sentimenti belli. Con mio marito ho condiviso questa bella esperienza e soprattutto questo messaggio così toccante».
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