L'ANALISI
05 Marzo 2016 - 12:06
Gli incontri si terranno nella Sala Conferenze dell’Archivio di Stato di Cremona
via Antica Porta Tintoria, 2
dalle ore 16,30 alle 18
CREMONA — In anni in cui tutti fanno fotografie e grazie ai social network pubblicano credendosi Cartier Bresson o Fulvio Roiter, in anni in cui scattare una foto equivale a esprimere il proprio ego creativo come accade a poeti e pittori dilettanti, in anni di abuso delle immagini è forse buona cosa cercare di interrogarsi sul valore della fotografia come bene culturale.
Ed è questo che si propongono di fare Archivio di Stato di Cremona e l’associazione gli Amici dell’Archivio di Stato con un progetto cofinanziato da Fondazione Comunitaria e che coniuga prassi, teoria e valorizzazione dei beni fotografici di proprietà dell’istituto di via Antica Porta Tintoria, in primis lo sterminato archivio di immagini dell’ex Ente Provinciale per il Turismo. «Siamo partiti da questa importante acquisizione per pensare a un progetto dedicato alla fotografia e alla sia conservazione che per un Archivio vuol dire occuparsi della riproducibilità, della conoscenza del bene e della sua accessibilità attraverso il regesto di schede — spiega Angela Bellardi —. Per questo con gli Amici dell’Archivio abbiamo organizzato una serie di incontri che non solo aiutino a definire la fotografia come bene culturale, ma ne facciano la storia, ne recuperino il portato locale e offrano gli strumenti operativi per tutelare foto e lastre».
Quanto dice Bellardi avrà una sua realizzazione nel ciclo di incontri Archivi e nuovi beni culturali. La fotografia fra storia e conservazione che vedrà gli interventi di Juanita Schiavini, già docente di archivistica all’ateneo di Bergamo, che affronterà i seguenti temi: La fotografia come bene culturale il 7 marzo e Fotografia e ricerca storica il 10 marzo. Il 15 marzo Giuliano Regis parlerà dei Fotografi cremonesi, mentre il 21 affronterà il tema: Tecniche e linguaggi fotografici. Il 4 aprile Elvira Tonelli, esperta di restauro di materiali fotografici, parlerà di Aspetti per la conservazione dei materiali fotografici, mentre Cinzia Frisoni l’11 aprile si addentrerà nella catalogazione delle lastre e delle fotografie, offrendo l’ipotesi di una metodologia possibile. Tutti gli incontri si terranno presso l’archivio in via Antica Porta Tintoria dalle 16,30 alle 18.
«Al coso si affiancano azioni concrete che vedranno coinvolte due classi del liceo Munari in alternanza scuola lavoro cui sarà affidato di scansionare le fotografie dell’archivio dell’Ept — continua Angela Bellardi —. Lavoreremo anche alla riproduzione delle lastre fotografiche, una altro patrimonio fragile e che nessuno ha mai visto. Cominceremo inoltre a dare corpo ad una vera e propria catalogazione dei materiali fotografici dell’Ept in primis e poi del patrimonio fotografico già conservato in archivio».
Come sempre l’azione di studio non si slega da un desiderio di divulgazione e di promozione della cultura – questa sì veramente partecipata – messa in atto dall’istituto di via Antica Porta Tintoria e dagli attivissimi Amici dell’Archivio di Stato. «L’obiettivo è quello di riversare immagini e schede delle singole foto in un sito ad hoc — continua Angela Bellardi — che ha l’ambizione di diventare un grande portale su cui poter trovare e consultare il nostro patrimonio da quello dell’Ente Provinciale per il Turismo ma anche agli altri fondi con materiali fotografici presenti in archivio. Come nel nostro stile e con la collaborazione degli Amici dell’Archivio cerchiamo nel limite delle nostre forze di valorizzare i beni culturali, in questo caso le fotografie, che ci vengono consegnati, in un’ottica di conservazione ma anche divulgazione dei materiali al fine che appassionati e studiosi possano prenderne visione e se necessario condurre ricerca e approfondimenti».
Il corso preparatorio, il coinvolgimento degli studenti, la creazione di una catalogazione dell’esistente e la pubblicazione in un apposito sito sono i tasselli di un progetto legato alla fotografia per certi versi unico ed encomiabile. L’Archivio si dimostra sempre più un’istituzione che sa con intelligenza declinare e intercettare da un lato i bisogni del presente non disconoscendo la sua missione legata alla conservazione del passato, ma funzionale a migliorare la conoscenza di noi stessi attraverso iniziative mirate e di valore.
Nicola Arrigoni
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