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Storia scritta tra il ‘79 e l’80

Sarti Antonio ha 40 anni, il sergente inventato da Loriano Macchiavelli

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

17 Giugno 2014 - 16:24

Sarti Antonio ha 40 anni, il sergente inventato da Loriano Macchiavelli
''Sarti Antonio: rapiti si nasce''
di Loriano Macchiavelli
pagine 198, € 13, Einaudi
Compie quarant’anni e in questo periodo non ha fatto carriera, ma ha continuato a percorrere le strade di Bologna con il collega Felice Cantoni a bordo dell’auto 28. Sarti Antonio, questurino di buoni principi afflitto da colite cronica di origine nervosa, è stato creato da Loriano Macchiavelli in tempi in cui la narrativa di genere faceva arricciare il naso. Per celebrare il compleanno, Einaudi riporta in libreria un testo già pubblicato nell’85 in un Omnibus Garzanti in una versione rimaneggiata per volontà dell’editore. Ora, Sarti Antonio: rapiti si nasce è uscito nella sua forma originale, con una cornice a unire tre storie indipendenti. Racconti che si leggono con gusto e che portano il lettore a rivivere un clima diverso. «Sarti Antonio — spiega lo stesso Macchiavelli — aveva una ottoecinquanta Fiat, che neppure ricordiamo che viso avesse. Rosas frequentava l’università e abitava in Santa Caterina, da dove, anni dopo, l’avrebbe sfrattato il cosiddetto risanamento del centro storico. Le auto della polizia avevano disegna- ta, sulle fiancate, una pantera nell’atto di balzare. Ancora oggi non so su quale preda. I cellulari non servivano per telefonare, ma per il trasporto dei detenuti dalle e alle carceri (...) Il mio questurino aveva solo il televisore in bianco e nero, non perché quello a colori costasse troppo (anche) per il suo stipendio di poliziotto, ma perché gli serviva soltanto per addormentarglisi dinanzi. Lo fa ancora oggi». Notevole, sotto il profilo della tecnica narrativa, è l’uso del racconto in presa diretta. Erano gli anni Settanta, ed erano anni di piombo. Sarti Antonio era ed è il tipo di questurino che se andava alle manifestazioni le prendeva. Non par- ticolarmente intuitivo, si è quasi sempre affidato ai ragionamenti analitici di Rosas, l’eterno studente, il talpone brontolone che vive quasi acquattato nella sua stanza. Eppure proprio Sarti Antonio finisce con l’essere rapito. Chi può avere interesse a togliere dalla circolazione un poliziotto cui il capo, Raimondi Cesare, sbologna i casi più rognosi? Tenuto prigioniero al freddo e al buio, Sarti Antonio pensa in tre lunghi flash back ad altrettanti casi insoluti di cui si è occupato: L’omicidio di Kim, L’omicidio del Napoletano e Assassinio al mercato. E mentre il buon Rosas si preoccupa per la sparizione del sergente (dopo avergli svuotato il frigorifero), Sarti Antonio arriva pian piano alla soluzione degli enigmi. Scritto in pochi mesi tra il ‘79 e l’80, il romanzo Sarti Antonio: rapiti si nasce è quasi coetaneo del suo protagonista: con qualche acciacco, ma ancora in forma. E soprattutto ancora saldo nel cuore dei suoi lettori e del suo autore.
Barbara Caffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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