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Giovedì 12 in San Pietro il restauro del Cristo ligneo

Betty Faustinelli

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11 Marzo 2015 - 13:41

Giovedì 12 in San Pietro il restauro del Cristo ligneo

Cremona - San Pietro al Po, ore 21

CREMONA — Il restauro e la presentazione coincidono non a caso con le celebrazioni per i mille anni della chiesa di San Pietro al Po: domani sera dopo un accurato intervento (ore 21) potrà essere di nuovo ammirato il Cristo crocifisso, opera lignea policroma attribuita a Giacomo Bertesi. Il recupero, a cura del laboratorio Manara-Perni, è stato finanziato dal Lions Club Cremona Duomo presieduto da Cele Coppini a testimonianza d e ll ’impegno del sodalizio in campo culturale. Alla presentazione interverranno don Stefano Moruzzi, parroco di San Pietro, e monsignor Achille Bonazzi, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi.Laserata sarà conclusa da un intervento musicale a cura del Coro Polifonico Cremonese, sotto la direzione di Federico Mantovani. La croce è dipinta e bordata da un’elegantemodanatura che si sviluppa nei capicroce con una decorazione a soggett o f l o r e a l e . Cristo è raffigurato in piena agonia, un attimo prima di spirare. All’altezza della sua testa, dietro la croce si apre una raggiera a quattro spicchi di evidente gusto barocco, simbolo della luce della salv e z z a . H a scritto Cele Coppini, che a Bertesi ha dedicato anni di studio e approfondimenti: «Quella descritta è una connotazione figurativa molto diffusa nei secoli XVII e XVIII, pur differenziandosi le interpretazioni stilistiche a seconda della personalità dell’artista, della tecnica esecutiva, delladevozione legata ai singoli territori nonché della destinazione d’uso voluta dai committenti. Poiché l’insieme di Croce e Crocifisso risulta definito anche sul retro e il braccio verticale è moltolungoper essere facilmente trasportabile, è legittimo pensare ad una sua funzione processionale legata ad una confraternita, in particolare durante i riti della Settimana Santa o in occasione di altri importanti momenti di culto. Il manufatto dovette, comunque, essere oggetto di grande venerazione popolare durante i secoli, come suggeriscono le cadute del colore nelle parti maggiormente aggettanti (in particolare naso, ginocchia e piedi) dove s’i ndividua una maggiore usura a causadel ripetuto contattodato dalla devozione dei fedeli. Dal punto di vista strutturale, la statua risulta costituita da almeno tre pezzi di legno assemblati, una per il corpo e due per le braccia, più altre porzioni aggiunte, ad esempio per il panneggio del perizoma, in origine ricoperto di foglia d’oro».
«Durante le prime indagini scientifiche — specifica Coppini — è emerso che la pellicola pittorica dell’incarnato è stata oggetto di una successiva ridipintura, stesa in strato sottile e inarmonia conquella originale, prossima alla cromia presente nelle opere realizzate dalBertesi. Non solo. Anche i tratti fisiognomici del volto scavato con gli occhi rivolti al cielo, la raffinata resa anatomica delle braccia e del costato, il mosso perizoma trattenuto da un cordone avvolto sui fianchi, appaiono elementi riconducibili al codice linguistico prediletto dallo scultore seicentesco all’interno della sua produzione di immagini cristologiche, tanto da poter fare riferimento, sul piano del confronto stilistico, a opere di sicura autografia».
«L’opera — è l’ipotesi di Cele Coppini —, posta fino a tempi recenti nel piccolo vano d’acces - so al braccio sinistro del transetto, potrebbe corrispondere al Crocifisso commissionato al Bertesi per la ‘nobile sagrestia’ di San Pietro al Po, allora retta dai Canonici Regolari Lateranensi, come risulta dalle fonti storico-artistiche conosciute».
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