L'ANALISI
14 Settembre 2022 - 10:09
Renato Ancorotti con Daniela Santanché di Fratelli d’Italia
CREMA - Tirato per la giacchetta dai Cinque Stelle, dopo la sua dichiarazione relativa al reddito di cittadinanza – «Va abolito» –, Renato Ancorotti replica punto su punto al Movimento. «Il reddito di cittadinanza è stato ideato con lo scopo di favorire le politiche attive del lavoro, cioè traghettare le persone nel mondo del lavoro aiutandole nel momento in cui non hanno un impiego» è la premessa dell’imprenditore, candidato al Senato per Fratelli d’Italia. «Ma si tratta di un provvedimento concettualmente sbagliato perché mette sullo stesso piano chi può lavorare e chi invece va assistito perché non è in condizione di farlo». Lunedì i leader locali del Movimento avevano snocciolato i dati sui risultati raggiunti in questi anni, per sostenere la bontà del provvedimento.
«I Cinque Stelle facciano pace con sé stessi – replica Ancorotti – considerato che hanno affermato nella medesima nota «che due percettori di reddito di cittadinanza su tre non possono lavorare in quanto minori» e, contemporaneamente, che «solo due percettori di reddito di cittadinanza su dieci sono under 35». Evidentemente per loro la matematica è un’opinione. E forse non sanno che i minori non possono essere percettori di reddito di cittadinanza».
Ancorotti ricorda anche il costo a carico delle casse pubbliche di quanto voluto dai Cinque Stelle. «Il reddito di cittadinanza ha avuto per lo Stato un costo esorbitante, pari a circa 20 miliardi di euro in tre anni, ma pochissimi dei percettori sono stati assunti e hanno trovato un lavoro dignitoso. È a tutti gli effetti un fallimento. Un conto è aiutare le famiglie, gli over 60, le persone con disabilità. Un conto è dare una mancetta di Stato, disincentivando i giovani e chi può ancora lavorare e guadagnarsi da vivere con dignità. E per di più pagando migliaia di navigator che non sono stati in grado di trovare occupazione e lavoro a chi non ne aveva, ma solo a sé stessi». Secondo l’imprenditore della Cosmesi, ci sono anche negativi risvolti sociali. «Il reddito di cittadinanza è diseducativo per i giovani perché li allontana dal concetto del lavoro e, in tanti casi, favorisce la diffusione dei lavoretti fatti in nero per non perdere il sussidio» prosegue Ancorotti. Sono altre le strade che l’ex assessore comunale alla Cultura ritiene vadano percorse per dare un futuro alle giovani generazioni, ma anche per permettere a chi ha perso il lavoro di reintegrarsi nel tessuto occupazionale.
«Non servono paghette di Stato per combattere la povertà ma formazione e strumenti necessari a favorire le assunzioni nelle imprese» sottolinea Ancorotti, da sempre in prima linea nel promuovere iniziative di questo tipo nel Cremasco. Un esempio su tutti, i corsi di di Istruzione tecnica superiore che si tengono nell’ex ateneo di via Bramante e formano gli specialisti del settore cosmetico, quello a cui appartiene l’azienda dell’imprenditore. Un biennio di formazione teorico pratica, che prevede 2.000 ore di lezione, di cui 800 in azienda. Al termine l’80% dei frequentanti trova immediata occupazione nel comparto del make up, che proprio nel Cremasco ha il proprio cuore pulsante a livello. «Come i banchi a rotelle e le mascherine non certificate – conclude l’esponente di Fratelli d’Italia – il reddito di cittadinanza è la dimostrazione della attitudine all’incompetenza e agli sprechi dei Cinque Stelle».
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