L'ANALISI
13 Settembre 2022 - 08:57
Foggetti, Santanché, Ancorotti e Ventura con De Grazia
CREMA - Ieri sera la cena di Fratelli d’Italia al ristorante Bosco, appuntamento per sostenitori e militanti. Tutti al fianco del candidato cremasco al Senato, il 66enne imprenditore della cosmesi Renato Ancorotti, di Daniela Santanché, capolista nel collegio cremonese e di Stefano Foggetti, che corre per la Camera.
Ristorante pieno, convinzione di essere sulla strada giusta, con Santanché che ha esortato tutti al massimo impegno per il rush finale della campagna.
Al centro dell’attenzione le proposte del partito di Giorgia Meloni per rilanciare l’economia e fronteggiare la crisi energetica. Temi già affrontati dai tre candidati negli appuntamenti a Cremona e sul territorio.
Ancorotti, ad esempio, ha sostenuto nei precedenti incontri con i cremaschi, la necessità di immediati provvedimenti a sostegno delle aziende in difficoltà per il caro bollette. Senza dimenticare l’importanza di sostenere l’export e il Made in Italy.
Sempre nei giorni scorsi l’imprenditore era più volte tornato sulla necessità di abolire il reddito di cittadinanza, giudicato controproducente. Dichiarazioni che non sono piaciute al Movimento Cinque Stelle, principale fautore dell’introduzione della misura.
Dal consigliere regionale Marco Degli Angeli e dal referente casalasco Adamo Manfredi, ieri è arrivata la replica.
«La richiesta del candidato di Fratelli d’Italia è priva di giustificazioni – sostengono i due –: l’accusa che spesso viene mossa è che si danno soldi alla gente perché non lavori. Non è così. Primo due percettori di reddito di cittadinanza su tre non possono lavorare in quanto minori, e parliamo di 700 mila persone, di cui 200 mila disabili, e il restante terzo ha una occupabili scarsa a causa di un tasso di scolarizzazione basso. Secondo: il 46% dei percettori del reddito di cittadinanza sono lavoratori poveri che prendono il sussidio a integrazione dello stipendio. Terzo: tra gli idonei al lavoro, il 30% ha sottoscritto almeno un contratto».
I Cinque Stelle difendono strenuamente la loro creatura. «Altra accusa – proseguono –: il reddito di cittadinanza invoglia i giovani a stare sul divano, ma solo due percettori di reddito di cittadinanza su 10 sono under 35. Secondo l’Anpal, tra i giovanissimi occupati e beneficiari la quota di chi lavora con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato è pari al 50,6%. Anche in quel caso parliamo di soggetti che lo prendono a integrazione dello stipendio».
Dati alla mano, per Degli Angeli e Manfredi il reddito di cittadinanza non ha tolto dal mercato gli stagionali. «Secondo l’osservatorio sul precariato dell’Inps, lo scorso anno sono state fatte 920.685 assunzioni stagionali: 263.940 in più del 2020, 187.702 in più del 2019 e 260.100 in più del 2018 quando il reddito di cittadinanza ancora non esisteva. Pure nell’anno in corso, i numeri fanno a pezzi la leggenda degli addetti introvabili: nei primi cinque mesi, infatti, i contratti stagionali hanno superato quota 403 mila, cioè più 60% rispetto allo stesso periodo del 2021».
Infine il tema dei fondi destinati al reddito e delle conseguenti truffe. Un rapporto della Guardia di finanza diffuso a ottobre 2021 ha stimato in 15 miliardi di euro le truffe compiute in Italia fra gennaio 2020 e il 30 settembre 2021: dagli illeciti negli appalti pubblici ai falsi invalidi, passando per coloro che si sono dichiarati indigenti senza esserlo pur di ricevere i buoni spesa fino alle pensioni incassate da familiari di parenti morti.
«Solo lo 0,8% dell'intera somma riguarda il reddito di cittadinanza – concludono Degli Angeli e Manfredi –: i percettori di reddito di cittadinanza devono spendere l’importo caricato sulla card entro un mese, solo una minima parte può essere prelevata in contanti, per l’acquisto di beni di prima necessità. Ciò vuol dire che il reddito di cittadinanza spinge l’economia: secondo l’Inps, il 41,5% dei percettori lo ha riversato principalmente sui consumi mentre il 39,4% lo ha usato per risanare i debiti».
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