L'ANALISI
16 Luglio 2024 - 05:20
L'ospedale di Cremona
CREMONA - Non c’è più differenza tra estate e inverno negli ospedali della provincia. Il piano di riduzione dei posti letto che, sino a qualche anno fa, era una costante, necessaria per permettere le ferie al personale, medico e infermieristico, per la prima volta in assoluto quest’anno non viene adottato dall’Asst cremonese. E quella cremasca si limita a poche unità. Scatta invece il programma per affrontare l’emergenza caldo in primis nei Pronto soccorso. Task force allertate per la prima vera settimana di afa e temperature che saliranno progressivamente verso i 40 gradi centigradi.
In merito ai posti letto, il riferimento è ovviamente alle attività programmabili, come i ricoveri per un intervento chirurgico. Non riguarda le urgenze, sempre garantite a pieno regime anche in passato. Sia il Maggiore sia l’Oglio Po manterranno costante anche in queste ultime settimane di luglio e per tutto agosto, la propria capacità operativa, che per il nosocomio cittadino sfiora i 700 posti letto per il ricovero ordinario, mentre per il presidio casalasco è di 106.
La direzione generale, al cui vertice siede Ezio Belleri, non ha dunque emanato alcun calendario relativo alla riduzione, lasciando invariata la capacità ricettiva in ogni reparto. Questo significa che le attività programmate non subiscono spostamenti in avanti a settembre, come invece avveniva sino a qualche anno. Nel post Covid questa programmazione di tagli estivi ha cominciato a essere progressivamente accantonata e quest’anno si è arrivati a quota zero. Sulla stessa linea o quasi c’è Crema. Nel 2023 c’era già stato un taglio minimo di posti letto, 16 in tutto sui 449 effettivi (dato che comprende ospedale Maggiore, Santa Marta di Rivolta d’Adda e il presidio di Soncino). La direzione generale guidata da Alessandro Cominelli ha previsto per le prossime settimane una rimodulazione analoga.
Una rimodulazione delle attività cliniche che non ha nulla a che vedere con quanto si organizzava nel decennio passato. Viene introdotta in modo da garantire una riduzione delle presenze del personale in vista delle ferie estive. Entrambe le Asst hanno invece già adottato il piano operativo per far fronte ad un’eventuale picco di ricoveri dovuti a malori causati dal caldo. Si basa sulle disposizioni regionali e ministeriali, viene coordinato dalle singole Ats e riguarda soprattutto i pronto soccorso, i primi a dover reggere l’urto. Attivato il cosiddetto ‘codice calore’, che garantisce l’accesso con attribuzione non inferiore al codice verde. Uno specifico percorso "di presa per le sintomatologie correlate all’emergenza caldo".
Inoltre i direttori di distretto hanno il compito di mappare e intercettare le situazioni di fragilità del territorio, anche tramite raccordo con i Servizi Sociali dei comuni e con le associazioni del terzo settore. Il riferimento è in particolare alle persone anziane e sole. Coinvolti anche i medici di medicina generale, per definire per i soggetti fragili progetti individuali di cure domiciliare. Alle Asst viene affidato il compito di sensibilizzare gli enti gestori dell’Assistenza domiciliare integrata a verificare, per i pazienti già in carico, la necessità di un aumento della frequenza delle visite domiciliari.
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