SOS ACQUA
03 Agosto 2020 - 07:00
Il tremendo scoppio ha investito anche una pensilina, un treno appena arrivato e, all'esterno, molti tassì - Tutti gli orologi si sono fermati alle 10,25. Disgrazia o attentato? Solo quando tutte le macerie saranno rimosse si potrà avere una risposta attendibile - A tarda sera è stato localizzato il punto dello scoppio: è nella sala d'attesa di 2' classe - I feriti sono circa 200 molti del quali in condizioni disperate - Alle 22 le vittime accertate erano 76
BOLOGNA, 2 - Alle 10.25, gli orologi della stazione ferroviaria lo testimoniano inequivocabilmente, una violentissima esplosione ha fatto crollare una trentina di metri dell'edificio. Sotto le macerie delle sale d'attesa di prima e seconda classe, sul treno espresso "Schweiz - Adria Express" Ancona Basilea in sosta sul primo binario, sotto la pensilina, nel parcheggio del taxi, hanno perso la vita decine e decine di persone. (...) Sul pavimento della sala di aspetto di seconda classe dove è stato localizzato il punto dell'esplosione, pavimento ricoperto con pietrini bianchi, è stato notato una volta avvenuto lo sgombero delle macerie, un buco. Ha un diametro di un metro e mezzo ed una profondità di circa venti centimetri. Il rinvenimento darebbe quindi maggior peso all'ipotesi dell'attentato.
C’è chi assicura di aver visto, pochi attimi prima della esplosione, nella sala d’attesa di seconda classe, una comitiva di giovani turisti stranieri con i loro zaini, in attesa di proseguire il viaggio. Potrebbero essere, ma è solo una ipotesi, gli amici di una ragazza (inglese o americana) che, allontanatasi pochi attimi prima della tragedia, si aggirava poi per la stazione sconvolta piangendo e disperandosi. Di loro non c’è traccia, ma la speranza è che si siano a loro volta allontanati.
«Ero al finestrino — dice un emigrante siciliano che con la moglie viaggiava sull’espresso — quando ho visto uscire dall’edificio una fiammata e, subito dopo, ho sentito un forte odore di gas».
Un’altra testimonianza è di un giornalista che si trovava sul piazzale della stazione: «Ho visto — ricorda ancora sconvolto — un’enorme fungo. Dappertutto volavano schegge di vetro, pezzi di muratura, di lamiera. E la gente scappava urlando come impazzita. A terra, molti feriti chiedevano aiuto».
Giuseppe Rosa, conducente di un autobus di linea urbano, era fermo ad un semaforo a un centinaio di metri dal luogo del disastro: «Ho sentito lo scoppio e poi ho visto una nuvola nera alzarsi a 200 metri d’altezza. Sono corso verso la stazione a piedi ed è stata una scena che non potrò mai più dimenticare. Sotto le macerie, a pochi metri dove dovevo parcheggiarmi, ho visto numerosi taxi». E due loro conducenti (uno era noto con il soprannome di «Togliatti») sono tra le vittime accertate.
Alle 24 è stato diramato un primo elenco, completo di dati delle vittime. Tra questi nomi c’è quello di Amerveno Marzagalli di 54 anni di Montodine.
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