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Telecamere ‘sceriffo’ tra libertà e sicurezza

La tecnologia può essere uno strumento di democrazia se ben regolamentata

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

06 Luglio 2025 - 05:25

Telecamere ‘sceriffo’ tra libertà e sicurezza

I varchi elettronici si fanno ancora più sicuri. Se fin qui sono stati alleati affidabili delle forze dell'ordine per individuare situazioni anomale, da domani possono trasformarsi anche in 'sceriffi' con occhi costantemente puntati su quanto accade non solo lungo le strade ma anche nel lanciare l'allarme in caso di situazioni critiche come risse, scippi, rapine.

In sintesi, a riconoscere autonomamente contesti potenzialmente rischiosi. L'evoluzione della specie, insomma. Il tutto grazie all'impiego dell'intelligenza artificiale. La sperimentazione in questo senso è in fase di avanzata progettazione da parte di Consorzio.it, la società in house dei comuni del Cremasco e di una parte del Cremonese. Un elemento di tranquillità in più in tempi come i nostri in cui è alta l'emergenza sicurezza con le donne e gli uomini in divisa a cui non si può certo chiedere di controllare 24 ore su 24 ogni metro quadrato di territorio.

Potere della tecnologia, che può essere fantastica se posta al servizio dell'uomo. Città sempre più smart, per esempio, sono la soluzione ai grandi problemi come il traffico, il risparmio di energia, una raccolta dei rifiuti più efficiente, un sistema di trasporto pubblico più intelligente, e così via. A questo deve servire la tecnologia, non per sorvegliare e punire i cittadini. È una questione di democrazia. Una correlazione necessaria e delicata, sulla quale è bene riflettere a fondo. La tecnologia può rafforzare il processo democratico, ad esempio quando rende più facile l'accesso alle informazioni, favorisce la partecipazione civica e migliora la trasparenza delle istituzioni. Tuttavia, può anche alimentare la diffusione di disinformazione, generare la sorveglianza di massa o amplificare l'influenza di piattaforme digitali sui processi decisionali. Ne abbiamo visti già troppi di casi come questi.

In sostanza la tecnologia ha il potenziale per rafforzare o indebolire la democrazia e per migliorare la qualità della vita di tutti noi, a seconda di come viene utilizzata e regolamentata. I microchip utilizzati per ricostruire il midollo spinale e permettere ai paraplegici di riprendere in parte a muoversi, sono la rappresentazione di un uso etico e giusto, gli algoritmi di soggetti pubblici e privati che utilizzano per scopi commerciali o politici informazioni sui nostri spostamenti, abitudini, consumi, vizi e opinioni ne sono la deriva negativa.

Fatte queste doverose premesse, possiamo tornare a ragionare intorno all'intelligenza artificiale come sentinella anti crimine. Nel Cremasco e nei comuni del Cremonese aderenti si parte già da una forma avanzata di controllo del territorio grazie ai varchi elettronici. Se ne è avuta la plastica dimostrazione nei giorni scorsi quando è stato sventato in pochi minuti il furto di un camion carico di profumi griffati per un valore commerciale di circa 4 milioni di euro. L'allarme è stato lanciato dal derubato pochi minuti dopo il blitz dei ladri. Fondamentali nella caccia dei carabinieri, immediatamente attivata, le immagini catturate dal sistema dei varchi lungo le strade provinciali: il software ha 'agganciato' il camion e la centrale operativa ha comunicato in tempo reale la probabile direzione della fuga, indirizzando le pattuglie verso il bersaglio.

In meno di una ventina di minuti il camion è stato avvistato a Pianengo e bloccato da una gazzella del nucleo Radiomobile. È solo l'ultimo esempio di una lunga teoria di situazioni anomale risolte. Stiamo parlando di centinaia di casi. Sono 155 le videocamere che, annualmente, vegliano sul transito di una media 195 milioni di veicoli, generando non meno di 14mila allarmi giornalieri, vagliati dalle forze dell'ordine. Segnalando, 24 ore su 24, il passaggio di auto, moto e camion, le cui targhe siano inserite nelle banche dati dei mezzi rubati, o comunque comparsi sulle scene di crimini; inoltre indicano anche l'assenza della copertura assicurativa, o della revisione obbligatoria dei veicoli che 'vedono'.

Ora la nuova rivoluzione è alle porte grazie all'impiego dell'intelligenza artificiale. Porta funzionalità avanzate che vanno ben oltre la semplice registrazione di immagini. Le telecamere intelligenti sono dotate di software di visione artificiale e machine learning in grado di analizzare in tempo reale ciò che viene ripreso e tra le loro funzionalità hanno il riconoscimento facciale, cioè identificano persone confrontando i volti con database autorizzati, come per esempio quello dei ricercati.

Inoltre hanno la capacità di rilevamento comportamentale: analizzano i movimenti per identificare comportamenti sospetti come accelerazioni improvvise o l'abbandono di oggetti. Tra le loro funzioni ci sono anche il conteggio delle persone e il tracciamento flussi, cioè monitorano affollamenti e movimenti pedonali, utili anche in contesti urbani o eventi pubblici. Infine sono in grado di lanciare in tempo reale allarmi intelligenti, segnalando anomalie come fumo, violenze, intrusione in aree riservate, senza bisogno di una supervisione costante. È di tutta evidenza il loro valore aggiunto rispetto alle telecamere tradizionali. Mentre queste ultime registrano passivamente, quelle con l'AI analizzano attivamente i contenuti visivi, automatizzando l'analisi e segnalando anomalie in tempo reale, mentre quelle tradizionali si limitano a registrare i fatti passivamente senza alcuna interpretazione del contesto. Essendo reattive, cioè impiegabili dopo il fatto, hanno bisogno di personale per il monitoraggio. Quelle intelligenti, al contrario sono proattive, cioè consentono di prevenire situazioni potenzialmente pericolose, senza che sia necessario l'intervento umano.

Un passo avanti epocale, in termini di tempestività nell'allerta su eventi critici, riduzione di falsi allarmi e di maggiore deterrenza. Per ora si parte con una sperimentazione a Crema, Castelleone e Pandino. Se, com'è auspicabile, dovesse avere successo, il modello può essere esportato sull'intero territorio provinciale. Ma attenzione: purché non diventi un nuovo Grande Fratello, non inteso come trasmissione leggera della tv, ma come il dittatore dello stato totalitario Oceania descritto da George Orwell nel in '1984', romanzo uscito nel 1949, in cui ogni individuo è tenuto costantemente sotto controllo dalle autorità.

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