L'ANALISI
22 Dicembre 2024 - 05:25
«Sai che d’è la statistica? È na’ cosa che serve pe fà un conto in generale de la gente che nasce, che sta male, che more, che va in carcere e che spósa. Ma pè me la statistica curiosa è dove c’entra la percentuale, pè via che, lì, la media è sempre eguale puro co’ la persona bisognosa. Me spiego: da li conti che se fanno seconno le statistiche d’adesso risurta che te tocca un pollo all’anno: e, se nun entra nelle spese tue, t’entra ne la statistica lo stesso perch’é c’è un antro che ne magna due. Er compagno scompagno: io che conosco bene l’idee tue so’ certo che quer pollo che te magni, se vengo giù, sarà diviso in due: mezzo a te, mezzo a me... Semo compagni. No, no - rispose er Gatto senza core - io non divido gnente co’ nessuno: fo er socialista quanno sto a diggiuno, ma quanno magno so’ conservatore».
Con un linguaggio arguto, appena increspato da un dialetto borghese ben comprensibile anche dalle parti nostre, Carlo Alberto Salustri, noto ai più come Trilussa, anagramma del suo cognome (Roma, 26 ottobre 1871 – Roma, 21 dicembre 1950), nella sua poesia intitolata ‘La statistica’, probabilmente la sua composizione più nota, ricorda che se qualcuno mangia due polli, e qualcun altro no, in media hanno mangiato un pollo a testa, anche se di fatto sappiamo che uno l’ha solo sognato quel pasto.
Ai suoi tempi mangiare pollo era cosa da ricchi, e pur se oggi in Italia la situazione è diversa, il significato del ragionamento umoristico non cambia. Solo tenendo ben presenti le sue parole riportate all’inizio ci si può approcciare ai numerosi rapporti e ricerche che ci sommergono ad ogni fine d’anno e che in questo 2024 hanno portato Cremona e la sua provincia nell’Olimpo di quelle a qualità della vita eccellente.
L’ultima in ordine di tempo (è dei giorni scorsi) è quella storica de Il Sole 24 Ore, sulla qualità della vita, che ha spinto l’intera provincia su fino al quinto posto in Italia in una classifica dominata dal Nord, con Bergamo regina. Un balzo in avanti di tredici posizioni rispetto al 2023 che rappresenta un record assoluto per il territorio cremonese. Addirittura siamo i primi quanto al caro vita, con l’inflazione più bassa per prodotti alimentari e bevande non alcoliche; la performance peggiore è alla voce delle aree protette: in provincia sono solo il 3 per cento della superficie territoriale (penultima posizione rispetto alle 107 provincie italiane).
Tra i sei indicatori che contribuiscono a comporre la graduatoria — ricchezza e consumi, affari e lavoro, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero, ambiente e servizi e demografia e società — quello dove Cremona si piazza meglio è la graduatoria relativa al reddito, terzo posto assoluto, crescendo di nove posizioni rispetto al 2023. La provincia si conferma, purtroppo, nella parte bassa della classifica tra le zone più inquinate (101ª posizione).
Se invece prendiamo l’analoga classifica diffusa a novembre da Italia Oggi, quotidiano concorrente de Il Sole 24 Ore, la provincia di Cremona sale dalla posizione numero 36 alla 25, guadagnando 11 punti. Ancora una volta un territorio in crescita, seppure con velocità diversa rispetto all’altra classifica. Con un significativo secondo posto in Italia sul versante della sicurezza sociale: la provincia di Cremona guadagna 11 posizioni rispetto allo scorso anno piazzandosi 25ª.
A inizio dicembre è stato pubblicato anche il Rapporto Benessere equo e sostenibile nei territori dell’Istat. Scrivevamo: «In rapporto al resto delle province della regione, la qualità della vita dei cremonesi si può definire di buon livello. E se il confronto viene fatto a livello nazionale, allora è decisamente ottima. In un quadro complessivo che sostanzialmente conferma la Lombardia come la regione italiana con il livello di benessere più alto, Cremona è dunque in una posizione soddisfacente».
I ricercatori in questo caso hanno analizzato una lunga serie di variabili che rientrano nei settori sicurezza, salute, ambiente, lavoro, cultura e altri ancora. Restando in Lombardia, Cremona per il 54,7 per cento di questi indicatori raggiunge un livello medio alto, nel 20 per cento dei casi è sostanzialmente al top. Il rovescio della medaglia? Il Cremonese è uno dei territori con la maggior percentuale di Neet, giovani che non lavorano e non studiano: il 14,3 per cento (peggio, in regione fa solo Pavia).
L’Istat con le sue statistiche ha ricordato che siamo messi non bene anche per quanto riguarda le competenze degli alunni e studenti. In merito a quelle matematiche, ad esempio, nel 39,9 per cento degli studenti risultano non essere adeguate. Per quelle alfabetiche a non raggiungere gli standard sono il 35,6 per cento. Eccolo qui il dato che dovrebbe fare alzare le antenne. Come è possibile che un territorio ricco e tutto sommato tranquillo possa mostrare tanta criticità nelle fasce più giovani?
Un campanello d’allarme che dovrebbe indurre a non entusiasmarsi troppo per dati eccellenti a livello generale, interrogare amministratori pubblici e classe dirigente. Il territorio invecchia e non riesce ad attrarre giovani cervelli. Al contrario, spesso li forma e se li lascia sfuggire. I Comuni devono molte volte alzare bandiera bianca di fronte alle spese per il welfare che tendono a diventare insostenibili. Le imprese faticano sempre più a trovare gente preparata e volonterosa da assumere. Il volontariato, che pure alla nostra latitudine dà ottima prova di sé, fatica a rispondere alle sempre più numerose richieste di aiuto che salgono dal territorio. Allora varrebbe la pena di chiedersi, come ha fatto Trilussa, chi davvero mangia quel pollo, e trovare iniziative e politiche sociali che allarghino la platea dei ‘sazi’.
Ps: Dall’intera redazione de ‘La Provincia di Cremona e Crema’ e dalla Sec, la nostra Società editrice, i più sinceri auguri di Buon Natale e Buone Feste a tutti i nostri affezionati lettori.
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