L'ANALISI
20 Luglio 2022 - 05:20
CREMONA - In provincia di Cremona il lavoro tiene ma l’emorragia dei posti a tempo indeterminato non si ferma più. L’andamento del mercato del lavoro del mese di maggio 2022, sulla base dello studio dei dati del sistema Sistal di Regione Lombardia, illustrata nelle scorse ore da Dino Perboni, segretario organizzativo di Cisl Asse del Po, presenta un quadro variegato. A livello regionale le proroghe sono aumentate, passando 34.174 nel 2021 ai 42.350 nel 2022 con un aumento del 23,9%; le cessazioni sono passate dalle 108.490 unità del 2021 ai 137.824 del 2022 per un aumento del 27,0%.
Le assunzioni sono incrementate passando da 129.185 del 2021 ai 147.590 del 2022 con un aumento del 14,2%; le trasformazioni sono aumentate da 8.635 del 2021 a 16.511 nel 2022 pari ad un incremento del 91,2%. Il saldo fra assunzioni e cessazion segna +9.766 assunzioni. Sul territorio di Cremona, le proroghe sono aumentate, passando dalle 962 nel 2021 alle 1.123 nel 2022 con un aumento del 16,7%; le cessazioni sono passate dalle 2.717 unità del 2021 ai 3651 del 2022 per un aumento del 34,4%. Le assunzioni sono incrementate passando dalle 3.457 del 2021 alle 3.657 del 2022, con un aumento del 5,8%; le trasformazioni sono aumentate: dalle 236 del 2021 alle 441 nel 2022, pari ad un incremento del 86,9%; Il saldo fra assunzioni e cessazioni è leggermente negativo e segna un incremento di 6 assunzioni.
«I settori - si legge nella nota diffusa da Perboni - presentano i seguenti andamenti: il quello servizi e commercio ha avuto un saldo leggermente negativo nelle assunzioni pari a -0,8% con 2,191 assunzioni nel 2022 rispetto ai 2,209 del 2021. Le cessazioni sono passate dalle 1.672 del 2021 alle 2.163 del 2022, facendo segnare un aumento del 30,6%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è positivo con 8 assunti in più.
Le costruzioni hanno visto un calo delle assunzioni, attestandosi alle 221 del 2022 rispetto alle 227 del 2021, pari ad un -2,6%. Le cessazioni sono aumentate e nel 2022: sono state 216 rispetto alle 175 del 2021, pari ad un aumento del 23,4%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni fa segnare 5 occupati in più. L’industria ha visto una crescita degli avviamenti, passati dagli 810 del 2021 ai 1.024 del 2022, con un aumento del 26,4%; le cessazioni sono aumentate del 53,8% e sono passate dalle 680 del 2021 alle 1.046 del 2022. Il saldo fra assunzioni e cessazioni fa segnare 22 assunzioni.
Infine, il settore dell’agricoltura, dove si è riscontato un leggero aumento nelle assunzioni: dalle 211 del 2021, mentre nel 2022 sono state 220. Le cessazioni sono aumentate, passando dai 190 del 2021 ai 205 del 2022 pari ad un calo del 7,9%. Il saldo fra assunzioni e cessazioni è positivo:+15 assunzioni. Le tipologie contrattuali presentano la seguente situazione: l’apprendistato riscontra un aumento delle assunzioni pari al 6,3%, passando da 112 unità nel 2021 ai 119 nel 2022. Le cessazioni sono passate dalle 75 nel 2021 alle 97 del 2022, con un aumento del 29,3%. Le assunzioni con i contratti tempo indeterminato sono diminuite, del 3%, passando dalle 703 del 2021 alle 682 del 2022. Le cessazioni sono passate dalle 852 del 2021 alle 952 nel 2022 con una crescita del 11,7%.
Complessivamente i contratti stabili hanno registrato una leggera decrescita nelle assunzioni pari all'1,7% passando dalle 815 del 2021 alle 801 del 2022, così come un aumento delle cessazioni pari al 13,2% passando dalle 927 del 2021 alle 1.049 del 2022. Il saldo fra assunzioni e cessazioni nel 2022 ha prodotto un calo di 248 occupati. Questo a causa di un calo delle assunzioni con contratti a tempo indeterminato pari a -270, mentre i contratti di apprendistato sono aumentati di 22 unità. I contratti flessibili presentano una crescita nelle assunzioni che nel 2021 sono state 3.457 rispetto alle 3.657 del 2022, con un leggero incremento del 5,8%; anche le cessazioni sono incrementate, del 34,4% passando dalle 2.717 nel 2021 alle 3.651 del 2022.
Le diverse tipologie di contratto flessibile hanno avuto il seguente andamento: le assunzioni con contratti di somministrazione sono cresciute, passando dai 620 del 2021 alle 827 del 2022, con un aumento del 33,4%; le cessazioni si sono ampliate, passando dalle 494 del 2021 alle 861 del 2022, un incremento pari al 74,3%. I lavori a progetto sono passati dai 20 del 2021 ai 25 del 2022, mentre le cessazioni sono aumentate passando dalle 19 del 2021 alle 22 del 2022. Infine, le assunzioni nei contratti a tempo determinato sono passate dalle 2.002 nel 2021 alle 2.004 del 2022, con un aumento minimo del 0,1%, così pure le cessazioni sono passate dalle 1.277 del 2021 alle 1.717 del 2022, pari a +34,5%. Dal confronto fra i contratti flessibili e risulta un saldo positivo con un incremento di 33 assunzioni.
In Lombardia le proroghe segnano un aumento del 23,9% e in Provincia di Cremona la crescita è pari al 16,7%. Le assunzioni al livello regionale sono cresciute del 14,2%, mentre nel Cremonese sono aumentate del 5,8%; le cessazioni a livello lombardo sono incrementate del 27,% e nel territorio cremonese salite del 34,4%. Infine, le trasformazioni in Lombardia hanno segnato ancora una forte crescita pari al 91,2%, così pure a Cremona, dove si è riscontrato un aumento del 86,9%».
«Dal confronto - commenta Perboni - emerge che la provincia di Cremona è in linea con quanto riscontrato a livello regionale. La situazione riscontrata, mostrano una tenuta complessiva del mercato del lavoro; tuttavia, il dato preoccupante è il costante calo dei contratti a tempo indeterminato. Per favorire un’occupazione stabile, occorre dare attuazione ai progetti previsti dal Pnrr come la digitalizzazione; l’implementazione delle energie alternative; la realizzazione delle infrastrutture viabilistiche quali il raddoppio ferroviario della Mantova-Cremona-Milano, così come dell’autostrada Cremona-Mantova, nonché di politiche nazionali di contenimento del costo dell’energia e di taglio del cuneo fiscale. Il quadro di incertezza determinato dalla crisi di Governo, rappresenta una forte fonte di preoccupazione. Non possiamo vanificare nel falò della vanità gli sforzi e le fatiche dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese, così come non possiamo gettare nelle ortiche l’opportunità, irripetibile, che le risorse e i progetti del Pnrr possano dare al nostro Paese».
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