L'ANALISI
17 Luglio 2022 - 05:25
Il premier Mario Draghi
CREMONA - Sindacati confederali uniti nella preoccupazione per la crisi politica in corso e nell’auspicare un governo operativo che metta al primo punto le emergenze sociali.
Lo sottolinea la segretaria generale della Cgil Cremona, Elena Curci: «Esprimiamo preoccupazione e sconcerto per la crisi politica e parlamentare apertasi, non è il momento di indebolire il Paese e bloccare le riforme. Stiamo vivendo la crisi più profonda degli ultimi settanta anni e siamo chiamati a misurarci con eventi che condizioneranno il futuro del pianeta, dalla pandemia, alla guerra, al riscaldamento climatico, alle trasformazioni digitale e dal lavoro. Ci preoccupa quello che sta succedendo sul versante sociale, stanno aumentando le disuguaglianze e l’ingiustizia sociale, rendendo ancora più evidenti tutte le fragilità di un sistema globale che ha messo ai margini i diritti delle persone e dell’ambiente ponendo al centro le ragioni della finanza e del profitto. Una parte del Paese non ce la fa più ad arrivare alla fine del mese. Questa è la prima emergenza sociale da affrontare. C’è bisogno di risposte immediate è per questo che i temi che abbiamo posto all’ultimo incontro del 12 luglio 2022 al Governo sono stati: crisi energetica, superamento della precarietà, strumenti fiscali per tutelare i salari e le pensioni dall’aumento dell’inflazione, salario minimo e legge sulla rappresentanza, rinnovo dei contratti, politiche industriali, scuola, sanità, una vera riforma fiscale, riforma delle pensioni superando definitivamente la legge Fornero. Per tutto questo c’è bisogno di un Governo che dia risposte nel pieno delle sue funzioni. Siamo rispettosi delle soluzioni che il Parlamento dovrà individuare, ma ribadiamo con forza che la crisi sociale deve essere la priorità per il nostro Paese».
Anche secondo Dino Perboni, segretario generale della Cisl Asse del Po, «è insensato ed incomprensibile aprire un crisi di Governo con il Paese stretto in una doppia morsa: inflazione, prezzi e tariffe alte con nuove diseguaglianze e il rischio di una stagione di recessione. Ed è ancora più assurdo farlo su un provvedimento Aiuti da 23 miliardi finalizzati a sostenere lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie. Siamo nella più grande crisi economica, geopolitica, sanitaria, ambientale del secondo dopoguerra, e nell’incontro con il Governo abbiamo apprezzato l’annuncio di un nuovo decreto prima della pausa estiva, che mette in campo risorse importanti per salvaguardare il potere d’acquisto di salari e pensioni. Questo è il tempo delle responsabilità, di ammainare la demagogia e di costruire percorsi di corresponsabilità sociale: mai come oggi il Paese ha necessità di governabilità e stabilità. Temiamo che una crisi di governo possa determinare un vuoto di operatività con conseguenze pesanti: l’inflazione, l’aumento di prezzi e tariffe e il rischio di recessione mettono in difficoltà soprattutto le fasce deboli, nonostante il Rdc e i 33 miliardi distribuiti in questi mesi. Serve un governo che possa interloquire con le parti sociali per governare l’emergenza e costruire una visione di medio-lungo periodo partendo dai fondi del Pnrr. È la crisi peggiore, nel momento più difficile e complicato per le condizioni di milioni di lavoratori, pensionati, famiglie ed imprese. I partiti devono smettere di piantare bandierine elettorali. Il presidente del consiglio Draghi è una personalità di grande prestigio, autorevolezza e di caratura internazionale. È in corso con lui un dialogo proficuo, con le forze sociali, per condividere con il governo un auspicabile patto sociale sulle riforme economiche e suoi provvedimenti straordinari da assumere nelle prossime settimane per risollevare il Paese. Interrompere questo percorso è avvilente ed è un atto di irresponsabilità senza precedenti. Bisogna ascoltare il Capo dello Stato quando indica la via dell’unità, della coesione nazionale, della stabilità che serve a costruire una prospettiva economico-sociale di ripartenza che guardi all’interesse generale e al bene comune. L’appello che facciamo come Cisl è a risolvere questa crisi nel più breve tempo possibile per non aggravare ulteriormente le condizioni economiche e sociali di milioni di persone».
E Paolo Soncini, segretario generale Uil Cremona Mantova, va all’attacco: «Ancora una volta la politica nazionale tira fuori il peggio di sé e per l’ennesima volta si dimostra distante dalla vita reale che quotidianamente viene vissuta dai cittadini e dai territori. Ci sembrava di essere arrivati al momento per dare risposte alle lavoratrici, ai lavoratori, ai pensionati ma questa ulteriore crisi rischia di mandare tutto in aria. L’Italia ha bisogno di un Governo, che sia stabile con cui si possa dialogare e confrontarci nel tempo, auspichiamo che in questa fase ci sia tanto senso di responsabilità da parte di tutti. Bisogna riprendere la strada interrotta perché davanti a noi abbiamo tante emergenze che richiedono delle risposte immediate e concrete. Abbiamo l’emergenza dell’inflazione, sul recupero del potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati, del costo dell’energia, sulla riforma fiscale e sulla riforma del welfare e delle pensioni di cui non si parla più, come non possiamo permetterci di non rinnovare il contratto già scaduto a più di 7 milioni di lavoratori e lavoratrici — non possiamo permetterci di fermarci adesso — c’è una grande sofferenza, c’è difficoltà ad arrivare alla fine del mese: per noi la priorità è dare risposte alle lavoratrici, ai lavoratori e ai pensionati di questo Paese».
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