Matteo Maria Boiardo, l'autore dell''Orlando innamorato'
La prima edizione dell’Orlando Innamorato usciva nel 1495. Matteo Maria Boiardo concepisce un poema innovativo. Tutto gira attorno all’imperatore Carlo Magno e ai suoi cavalieri, e tra le vicende narrate c’è anche la guerra tra il ‘pio Carlo’ e i Longobardi di re Desiderio, nemici storici, ma in questo caso alleati nel combattere i Saraceni che con il loro comandante Rodomonte prendono il largo da Algeri alla conquista dell’Europa. I musulmani dopo un periglioso viaggio vengono sbattuti da una tempesta sulle coste liguri, di fronte alla spiaggia di Monaco, ed è proprio qui che infuria la battaglia tra eserciti ed eroi. Boiardo non ambienta a caso la guerra a Monaco, storicamente, attorno al X secolo, proprio da queste parti i Saraceni erano riusciti a strappare un lembo di terra e a creare una sorta di califfato dal quale partivano le loro navi corsare per saccheggiare le città e i villaggi costieri dell’alto Mediterraneo. Nel cantare questa guerra compare Cremona e il suo conte Arcimbaldo, il longobardo è citato più volte nel Libro II, nei canti VI, VII e XIV, Boiardo con lui è generoso, lo descrive come un figlio devoto e un combattente valoroso, così come la tradizione guerresca cremonese voleva. Del resto Matteo Maria Boiardo, funzionario di corte a Ferrara, sotto Borso d’Este, conosceva bene le città e le tradizioni delle città padane. Era al corrente della dominazione longobarda a Cremona così come conosceva le virtù guerriere dei suoi cittadini. Quando il poeta scrive l’eco di queste virtù non si è ancora spento, Cremona era ancora nel ricordo una grande potenza politica e militare che era stata capace di combattere da pari a pari con i più grandi stati del Medioevo. Boiardo, dunque, racconta del poderoso Rodomonte che sbarca, dopo quattro giorni di navigazione, a Monaco (il principato all’epoca faceva parte della ‘Lombardia’ ed era retto da vassalli dei re longobardi) i monegaschi cercano di opporsi allo sbarco. La rocca è presidiata da Arcimbaldo, Conte di Cremona, che si fa contro le armate di Rodomonte. «E di Monico uscì, che più non tarda, Conte Arcimbaldo e la gente lombarda.