L'ANALISI
06 Ottobre 2025 - 10:57
Venerdì 10 ottobre alle ore 16.30 in Sala Puerari a Cremona parte il secondo atto di "Quale scienza per quale società?", ciclo di conferenze ed eventi aperti alla cittadinanza organizzato dalla associazione Gli ex dell'Aselli.
La cultura di oggi è cambiamento e innovazione. Pone interrogativi inediti e nuovi nel rapporto tra scienza e società. Nascono problemi etici e morali. L’essere umano ha da una parte desiderio di verità e di benessere e dall’altra fretta di raggiungere obiettivi facendo un uso pericoloso del progresso scientifico per l’ affermazione di sé. Le nuove generazioni hanno oggi priorità diverse rispetto al passato, bisogni e valori che si sono modificati regolando le loro aspirazioni. Sono cambiamenti radicali indotti dalla digitalizzazione, dalle modifiche dell’ambiente, dalle situazioni politiche mondiali, dalle scoperte scientifiche sempre in atto.
Ritornare a parlare di Scienza e Società è l’impegno che l’Associazione Gli ex dell’Aselli, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, vuole portare avanti nei prossimi incontri, per discutere del rapporto tra Scienza e Etica, Scienza e Costituzione, Scienza e Democrazia; per capire come la scienza possa essere d’aiuto nella risoluzione dei conflitti sociali, esplorando le relazioni fra le scienze e la pace, intesa non tanto come assenza di guerra, ma come presenza di giustizia sociale, equità, garanzia dei diritti umani.
Il dialogo tra scienza e etica è complesso. Le conoscenze scientifiche, sempre più esigenti, devono conciliarsi con i limiti che definiscono ciò che è eticamente giusto e lecito. Mentre la scienza esplora la realtà dei fatti, l'etica si occupa delle implicazioni morali, delle scoperte scientifiche e tecnologiche, garantendo che la ricerca serva il bene comune e rispetti la dignità umana.
La libertà scientifica, tutelata dall'articolo 33 della Costituzione italiana, garantisce che la ricerca non sia sottoposta a censura o dogmi statali e assicura l'autonomia degli scienziati. Ne deriva il riconoscimento del ruolo cruciale della ricerca scientifica per lo sviluppo della cultura e della società.
Si può leggere la crisi della democrazia con lo sguardo di rigore e aderenza ai fatti proprio della scienza? Può questa etica del rigore intellettuale aiutare a discernere i nostri tempi difficili e a invertire il declino di senso civico? Quali sfide scienza e democrazia hanno davanti a loro e possono affrontare alleandosi?
“QUALE SCIENZA PER QUALE SOCIETA’?” vuole anche aggiornarci sul ruolo delle donne nel mondo scientifico, quasi unicamente legato al genere maschile, sebbene il contribuito femminile sia stato significativo in tutte le discipline scientifiche. Attraverso un’analisi dei dati e delle informazioni cercheremo di comprendere lo stato dei rapporti di genere nel mondo della scienza in Italia e in Europa.
Il dialogo tra scienza, società e tecnologia per promuovere una cittadinanza scientifica può realizzarsi anche attraverso i musei scientifici che non sono solo concentrati sulla conservazione del loro patrimonio per le generazioni future, ma offrono programmi educativi e stimolano interessi. Sono luoghi di incontro e di confronto. Promuovono lo sviluppo culturale ed economico del territorio.
I relatori, scelti nel panorama culturale italiano, sono docenti universitari di grande esperienza.
Primo relatore per l'appuntamento di venerdì 10 sarà Fulvio Parmigiani.
Una carriera, quella del professor Parmigiani, dedicata alla ricerca. Inizia giovanissimo a studiare i laser e l’interazione della luce coerente con la materia, sempre con l’idea di sviluppare un laser a raggi X. Negli Stati Uniti approda al centro di ricerca IBM di San Josè, in California, per studiare le proprietà ottiche di particelle nanometriche… gli albori di quella che comunemente oggi viene chiamata plasmonica. Professore presso il Politecnico di Milano e poi all’Università Cattolica di Brescia dove è stato promotore del corso di laurea in Fisica.
Collabora con gruppi di ricerca che lavorano su una sorgente di luce molto particolare e partecipa alla progettazione e allo sviluppo del Free Electron Laser. Il suo trasferimento all’Università degli Studi di Trieste, prima come Professore Ordinario e poi come Direttore del Dipartimento di Fisica, gli permette di dedicarsi allo sviluppo di quell’idea che tanto lo aveva affascinato all’inizio della sua carriera: il laser a Raggi X. Inizia così l’ennesima attività di una carriera straordinaria, con il Sincrotrone di Trieste, dove viene sviluppata una linea sperimentale rivolta allo studio delle proprietà magnetiche dei materiali. A Trieste prima è Professore Ordinario, poi Direttore del Dipartimento di Fisica. Nel cinquantesimo della laurea in Fisica, l’Università degli Studi di Trieste lo ha insignito del titolo di Professore emerito. Il suo saluto ai colleghi e agli studenti ripercorre la sua vita da studioso e gli incontri che hanno influito sui suoi studi.
“Oggi guardo ancora avanti e avanti ancora, ma con un altro spirito. La furia degli anni giovanili se n'è andata. Ora so anche che solo ciò che ho dato ai miei studenti resterà, almeno in parte, negli anni a venire; mentre una riflessione, che mi insegue da quando ho l'età della ragione, nell'ora che si fa tarda mi ammonisce sottovoce”.
È autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche e di alcune raccolte poetiche, che affrontano temi legati al tempo, alla memoria, all'esistenza e alla condizione umana.
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