L'ANALISI
14 Settembre 2025 - 05:30
CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Stefano Ciccarelli, medico radioterapista della Radioterapia dell’ospedale di Cremona.
Che cos'è la radioterapia?
«La radioterapia è una delle forme di trattamento che abbiamo a disposizione per curare i tumori. Possiamo utilizzarla come terapia esclusiva, quindi da sola, oppure più spesso in associazione agli oncologi medici e ai chirurghi. Questa terapia utilizza radiazioni ionizzanti, simili a quelle impiegate in radiologia per Tac o radiografie, ma con un obiettivo terapeutico e con energie decisamente superiori. Attraverso macchine dedicate, convogliamo queste radiazioni direttamente sul tumore da debellare».
Quando per un paziente affetto da tumore della prostata è meglio farsi operare o sottoporsi alla radioterapia?
«Questa è la domanda più comune tra i pazienti prostatici. L’efficacia oncologica tra radioterapia e chirurgia è sovrapponibile, quindi non esiste un trattamento superiore all’altro. La scelta dipende dagli effetti collaterali e dalla volontà del paziente: alcuni preferiscono rimuovere fisicamente il tumore, altri vogliono curarlo senza intervento chirurgico».
Qual è l'incidenza delle possibili conseguenze rispetto a un trattamento chirurgico?
«Gli effetti collaterali guidano la scelta terapeutica. La chirurgia può determinare problemi di incontinenza urinaria e impotenza, mentre la radioterapia agisce soprattutto sulla vescica, con possibili cistiti, e sul retto, causando infiammazione detta proctite».
Qual è il percorso di un paziente che deve effettuare un ciclo di radioterapia sulla prostata?
«Il percorso inizia con una visita medica approfondita, inclusa la visita rettale per valutare la prostata. Successivamente il paziente esegue una Tac di centratura, fondamentale per pianificare il trattamento. Sulla pancia vengono segnati punti di riferimento e tatuaggi per garantire la riproducibilità quotidiana del trattamento. La radioterapia viene erogata a vescica piena e retto vuoto, tramite clistere evacuativo due ore prima di ogni seduta. Il numero di sedute per curare un tumore della prostata può variare in base alle caratteristiche del paziente, del tumore e della sua aggressività clinica. La radioterapia classica oggi prevede circa 30 sedute distribuite in 5 settimane, con ogni seduta della durata di circa 15 minuti, compresa vestizione e svestizione. Controlliamo le immagini e la posizione del paziente ogni giorno, correggendo eventuali errori prima dell’erogazione. Esiste anche una radioterapia più breve, detta stereotassica, estremamente efficace: viene effettuata in 5 giorni, un giorno sì e un giorno no, ma solo su pazienti selezionati».
Qual è il ruolo della multidisciplinarietà nelle cure dei tumori prostatici?
«Non è più pensabile curare da soli i pazienti. La multidisciplinarietà è cruciale: radioterapisti, urologi e oncologi lavorano insieme nel core team settimanale, integrando anche radiologi, medici nucleari e anatomopatologi. Questo permette di scegliere la terapia migliore, combinando chirurgia, radioterapia e farmaci ormonali, che potenziano l’efficacia del trattamento riducendo il testosterone, ‘carburante’ del tumore».
Ci può parlare della radioterapia nel paziente oligometastatico?
«Il paziente oligometastatico ha poche localizzazioni metastatiche. In questi casi, la multidisciplinarietà consente di combinare farmaci e radioterapia stereotassica, mirata sia al tumore primitivo sia alle metastasi. Questo riduce il PSA, aumenta l’efficacia oncologica complessiva e prolunga l’efficacia dei farmaci, sia ormonali di prima e seconda generazione sia la chemioterapia».
La radioterapia ha un ruolo anche in altre patologie uro-oncologiche?
«Oltre al tumore prostatico, la radioterapia trova impiego nei tumori renali e vescicali in casi selezionati. Nei tumori renali piccoli e non operabili, o in pazienti anziani, si può effettuare radioterapia stereotassica efficace in poche sedute. Nei tumori vescicali di dimensioni contenute e in posizioni favorevoli, la radioterapia curativa può seguire interventi endoscopici e associarsi a chemioterapia settimanale a basso dosaggio con cisplatino, che potenzia l’effetto della radioterapia tramite radio-sensibilizzazione».
La rubrica è realizzata in collaborazione con Asst Cremona e può essere ascoltata sul sito internet del quotidiano La Provincia di Cremona e di Crema e anche sul suo canale YouTube.
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