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Guido Guidesi: «Zsl per il porto bloccata dalla burocrazia»

L'Assessore di Regione Lombardia allo Sviluppo economico ieri a Cremona, a tutto campo

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

09 Gennaio 2024 - 05:05

CREMONA - Tutto tace a Roma sulla richiesta di Zona logistica speciale per i porti di Cremona e Mantova: «A questo punto è solo una questione di burocrazia romana che sta diventando fastidiosa». Lo ha spiegato l’assessore regionale allo sviluppo economico Guido Guidesi ieri in redazione per un forum a cui hanno preso parte il direttore del quotidiano La Provincia Paolo Gualandris, con il giornalista Massimo Schettino, Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia e della Società editoriale cremonese, Cesare Soldi, che guida la Libera Associazione Agricoltori Cremonesi e il consigliere della Libera Ernesto Zaghen. Lodigiano di Codogno, 45 anni compiuti sabato, Guidesi è stato deputato dal 2013 al 2018 e dal 2019 è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. È assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, ruolo che aveva già ricoperto nella precedente Giunta Fontana, dal 2021 al 2023.


«È una decisione — ha sottolineato Guidesi —, quella sulla Zona logistica speciale, che stiamo aspettando da due governi. Abbiamo anche aggiornato il progetto alla normativa in evoluzione, per cui siamo assolutamente a posto. Insomma è solo una questione di tempistica e di burocrazia romana. Eppure nel momento in cui arriva e viene certificata dal Governo, la Zona logistica speciale per i due porti fluviali sarebbe importante sia dal punto di vista dello sviluppo dell’infrastruttura, ma potrebbe anche attrarre investimenti direttamente nelle zone portuali».

Guidesi esclude che vi siano problemi di tipo politico: «La partita compete al ministro Raffaele Fitto con cui abbiamo un’interlocuzione continua e nessuno ci ha mai detto che il progetto non va bene». Il rischio? «Siamo continuamente frenatiì da un centralismo e da una burocrazia che che, in assenza di competenza delle Regioni, ci ha svantaggio dal punto di vista competitivo rispetto ai nostri ‘cugini’. Le imprese lombarde infatti devono competere non con le aziende italiane, ma sul mercato europeo dove i länder tedeschi e la Catalogna grazie all’autonomia possono offrire condizioni molto vantaggiose sul piano fiscale e della burocrazia».


«Il tema della dell’autonomia — ha aggiunto Guidesi — è questa roba qui: il fatto di metterci nelle stesse condizioni degli altri concorrenti, di partire dagli stessi blocchi di partenza. Oggi non è così. La Riforma Calderoli sarà un grosso passo avanti che concretizzerà la Costituzione, è una grande possibilità. Cosa che mi sembra che non tutti percepiscano. E le divisioni, anche nella maggioranza, non aiutano. Ma il chiodo che cerco di battere continuamente è che l’autonomia non è una questione politica, ma è una questione ineludibile sul piano economico e sociale».


Guidesi passa quindi ad una altro tema a lui caro: «I lombardi devono imparare a superare le divisioni e a fare squadra. Quando sanno fare sistema portano a casa i risultati. Ad esempio quando il Governo Draghi, con cui avevamo un ottimo rapporto, ha fatto i sei decreti sull’energia, ha accolto per l’80% le proposte che venivano da un tavolo che abbiamo fatto con il sistema noi in Lombardia. Non di destra o di sinistra, ma le proposte della Lombardia. E devo dire che con l’opposizione, quando non c’è strumentalizzazione o ideologia e le campagne elettorali sono lontane ci si confronta bene. Per me poi il confronto è un valore aggiunto che aiuta a crescere».


Fra i «quattro o cinque obiettivi strategici» che la Lombardia deve avere e su cui «non possiamo dividerci», oltre all’autonomia, c’è il tema del credito. «I tassi alti rendono difficile per le imprese finanziarsi e investire. E se non investiamo, i competitori arriveranno prima delle nostre aziende ai nuovi traguardi tecnologici. Dobbiamo chiederci che ruolo avranno in futuro le banche che da un lato fanno raccolta dei risparmi e dall’altro anche provvista di liquidità. Il rafforzamento dal punto di vista regolatorio rispetto al tema della responsabilità ha portato a una restrizione profonda della seconda parte del loro ruolo. La parametrazione del sistema sul rapporto tra disponibilità di liquidità e patrimonizzazione ha portato ad una situazione di ingessatura. Ma se vogliamo innovare dobbiamo investire e dobbiamo avere la liquidità. Non possiamo permetterci che siano i parametri bancari a scegliere quali settori vanno sostenuti. Bisogna trovare una soluzione per fare in modo che il ruolo di protagonisti dello sviluppo economico venga riconsegnato alle banche».


Quanto alle azione della Regione, «noi — ha spiegato Guidesi — non possiamo fare uno strumento di abbattimento dei tassi. Ma non perché non siamo autorizzati a farlo, ma perché non abbiamo le risorse. Nel periodo di spread basso avevamo uno strumento su cui avevamo messo una certa cifra per abbattere il tasso di interesse. Quello strumento ci ha messo quattro anni per esaurire i fondi. La stessa cifra noi l’abbiamo messa a luglio. È durata quattro giorni. Per cui noi oggi non abbiamo la disponibilità per abbattere lo spread attraverso quello strumento. Vorrebbe dire che noi dovremmo mettere 100 volte le risorse che avevamo e non le abbiamo».


Da Guidesi poi è arrivato un omaggio «alla capacità di ingegno delle nostre imprese» e al loro ruolo sociale. Le aziende «sono parte integrante della comunità: finanziano la sagra, poi c’è l’asilo nido che l’azienda ha messo a disposizione di tutti. E poi le borse di studio finanziate dalle imprese per i figli dei dipendenti. Quando la racconti fuori dai confini lombardi, tutti rimangono a bocca aperta».
«Io — ha aggiunto Guidesi — sono convinto che non è vero che le nuove generazioni non abbiano la miccia. È che noi non gliela accendiamo. Abbiamo bisogno di una nuova generazione di artigiani, perché il nostro artigianato è quello che nel mondo è conosciuto come design. L’artigianato è quello che tutti i giorni fa ricerca. La sedia venduta in tutto il mondo dai grandi studi di architettura è fatta da un artigiano. L’auto d’epoca del collezionista è aggiustata dal restauratore che è un artigiano. Erano artigiani quelli che poi sono diventati capitani d’industria. Quest’anno per noi deve essere l’anno dell’artigianato, che è assolutamente in controtendenza rispetto alle discussioni e alle previsioni macroeconomiche. È stiamo studiando alcune iniziative fra cui alcune che dipenderanno dall’attenzione che il Governo centrale darà al tema fiscale».

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