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L'INTERVISTA

La rotta di Guidesi: «Così la provincia sarà competitiva»

Strategie e obiettivi dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

05 Dicembre 2023 - 05:30

La rotta di Guidesi: «Così il Cremonese sarà competitivo»

L’assessore regionale Guido Guidesi con il presidente Riccardo Crotti, il presidente Roberto Biloni e il direttore Massimo De Bellis

CREMONA - Ospite nei giorni scorsi all’edizione 2023 delle Fiere Zootecniche Internazionali, l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, affronta i temi caldi dell’economia locale e lombarda, con uno sguardo rivolto al 2024. Ci sono prospettive immediate importanti, ad esempio per l’area logistica speciale per i porti di Cremona e Mantova, ma anche obiettivi più a lungo termine, come l’alleanza economica della Regione con i Land tedeschi e la Catalogna, per valorizzare le più importanti aree produttive dell’Unione europea.

Assessore Guidesi, lei è appena stato in fiera: che impressione ha avuto?
«Ho trovato una manifestazione in ottima salute, con tante presenze alla faccia di chi pronosticava in passato che con il trascorrere degli anni avremmo vissuto solo kermesse virtuali. In mostra, eccellenza assoluta».

A che punto è il progetto della zona logistica speciale per i porti di Cremona e Mantova?
«Per quanto ci riguarda, il progetto è concluso, con tutto il materiale inviato ormai un anno e mezzo fa a Roma, quando ancora era in carica il precedente governo. Siamo in attesa che arrivi una risposta positiva. Non passa settimana che formalmente o in via informale non chiediamo notizie. Crediamo sia una strategia molto utile dal punto di vista economico, con possibilità occupazionali sui territori di Cremona e Mantova. La risposta che stiamo attendendo ormai da parecchi mesi è squisitamente tecnico-burocratica e relativa a certificare le due aree come zone logistiche speciali. L’operazione avrebbe notevoli vantaggi. Per noi si tratta di un punto di partenza per la movimentazione delle merci via acqua. Significa più sostenibilità, ma anche la crescita di nuove competenze dal punto di vista professionale».

A questo proposito, l’estate scorsa la Regione ha anche approvato la convenzione con Aipo per gli interventi al sistema idroviario padano-veneto.
«Dal valore di 357 milioni di euro. La cosiddetta ‘bacinizzazione’, argomento che tiene banco da decenni, al centro: un intervento che prevede la realizzazione di sbarramenti nel fiume per innalzare le quote dell’alveo e ottenere così, nell’ordine: fondali adeguati alla navigazione turistica e commerciale, afflusso d’acqua per l’agricoltura con utilizzo plurimo, possibilità di costruire centrali idroelettriche e maggiore regolazione dei flussi».

Passando agli altri comparti economici trainanti per il sistema cremonese: quali sono gli obiettivi del suo assessorato per le filiere della meccanica e della cosmesi?
«Continueremo la sperimentazione che abbiamo fatto quest’anno, promuovendo manifestazioni di interesse per sostenere i settori nella loro programmazione. Il tutto verrà dunque confermato anche nel 2024, entrando così in una fase strutturale. Sono arrivate 47 progettualità settoriali. Al 90% hanno coinvolto le aziende, poi centri di ricerca, atenei e istituti di credito. Noi puntiamo a muoverci a sostegno degli ecosistemi, non più solo in maniera ordinaria in aiuto di singole categorie o imprese. Si lavora strutturalmente. Cremona ha risposto bene e la prossima settimana presenteremo la nuova struttura a supporto delle filiere».

A livello regionale, come si conclude l’anno dal punto di vista economico?
«Oggi siamo di fronte a un rallentamento generale dell’economia, che affrontiamo collaborando costantemente anche con l’associazione industriali e il sistema delle camere di commercio, ma i dati non sono così drammatici come magari si prospettavano mesi fa. Il sistema tiene e riesce a muoversi in maniera flessibile in risposta alle congiunture negative. Nel contempo l’occupazione in Lombardia si conferma stabile, e questa è sicuramente la notizia principale e più positiva. Oggi ci mette in difficoltà il costo della liquidità. Sino ad oggi, e lo abbiamo ribadito più volte, la politica monetaria della Banca Centrale Europea, si è sempre basata su una ricetta sbagliata, che è quella prettamente deflazionistica. Il continuo aumento dei tassi di interesse, per risolvere un aumento dei prezzi che non ha cause storiche, ma dettate da speculazioni soprattutto sui costi energetici, non ha portato ai frutti sperati. È indispensabile un’inversione di rotta».

Quale nello specifico?
«Ad esempio può essere tornare ad abbassare il prima possibile i tassi di interesse, non tra nove mesi. Purtroppo sinora la Commissione europea non ci ha ascoltato. Avevamo chiesto il ripristino il fondo di garanzia per l’accesso al credito da parte delle imprese, come quello del periodo di pandemia. Ciò avrebbe sostenuto gli investimenti».

Per raggiungere questo obiettivo può essere fondamentale l’alleanza con le altre principali aree produttive europee?
«La Lombardia guarda sempre più all’Europa, dove si pone come regione leader. Stiamo cercando di tramutare le collaborazioni che abbiamo in essere in accordi strategici, coinvolgendo ad esempio i Land tedeschi e la Catalogna. Siamo convinti che la competitività futura del sistema Ue dipenderà da questo».

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