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La storia del ragazzo che diventerà il pugile più forte del mondo

Prima di Alì c’era Cassius

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

07 Giugno 2016 - 17:13

Prima di Alì c’era Cassius

Per definire Muhammad Alì, nato Cassius Clay, scomparso l’altro giorno, è difficile resistere all’etichetta del «più grande sportivo di tutti i tempi». Riferito a lui, «grande» acquista una gamma di significati che trascende la boxe e riporta alla mente un mondo in cui Alì ha combattuto per cambiare la società, per affermare principi che ancora oggi sono dibattuti in America e nel mondo, con il coraggio di chi rifiuta di mantenere un’identità che altri vogliono imporgli. Del suo simbolico cambio di identità, racconta Alban Lefranc ne ‘Il ring invisibile’. L’omicidio del giovane Emmett Till, un ragazzino linciato a Money, Mississippi, colpevole di avere guardato una donna bianca, diventa la pietra angolare della decisione di Cassius Clay di dedicarsi alla boxe. Il ring invisibile è quello in cui lo stesso Clay si rifugia per far sì che il suo volto non sia mai sfigurato dal razzismo come quello di Till. Dentro il ring invisibile che Alban Lefranc costruisce intorno al giovane Cassius Clay, verità e immaginazione lottano corpo a corpo per dare vita a una biografia visionaria e incandescente. Tutto nasce da un fatto di cronaca che ha cambiato la storia degli Stati Uniti: il macabro omicidio di Emmett Till, l’adolescente afroamericano massacrato il 28 agosto 1955 nella cittadina di Money. Cassius ha quasi la stessa età della vittima e ancora non sa che un giorno diventerà Muhammad Ali, «The Greatest», ma sarà proprio l’immagine scioccante di quel volto sfigurato – pubblicata su tutti i giornali del paese – a trasformare un ragazzino di Louisville nel più straordinario dei combattenti. «La sera mio padre ci parlava di Emmett e ci raccontava in modo accorato il delitto. Continuai a pensare a lui, fino al giorno in cui mi venne in mente come far pagare ai bianchi la sua morte». È da questa confessione che Lefranc parte per raccontare Ali prima di Ali – ovvero la genesi dell’atleta che più di ogni altro ha saputo trasformare l’impresa sportiva in un atto politico, civile e rivoluzionario.

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