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Ristorazione, cenare fuori non è un lusso

Cremona virtuosa a tavola: prezzi cresciuti solo del 2,9%. L’indagine la pone in terz’ultima posizione. Guida la classifica nazionale Viterbo con un + 14,5%

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

14 Agosto 2023 - 19:37

Ristorazione, cenare fuori non è un lusso

CREMONA - Nell’estate dei prezzi alle stelle, nei rincari impazziti che hanno indotto molti italiani a ridurre il periodo di vacanza, nell’Italia post-Covid in cui andare al ristorante è un lusso che sempre meno ci si può permettere, Cremona si dimostra città virtuosa e con essa i suoi ristoratori che non hanno voluto calcare la mano sui prezzi, per quanto l’aumento delle materie prime ci sia stato.

È quanto emerge dall’analisi dell’Unione nazionale consumatori che ha preso in esame, con dati Istat, l’inflazione di luglio. La classifica pone la città del Torrazzo terz’ultima a livello nazionale per incremento dei prezzi al ristorante: facendo registrare un aumento del 2,9% contro il rincaro del 14,5% registrato a Viterbo che guida la classifica delle città in cui maggiormente sono aumentati i prezzi di un pranzo al ristorante.

In ogni caso sembra di poter affermare che in pratica il caro-vita non riguarda la ristorazione locale che in un anno ha aumentato i prezzi di appena il 2,7% a fronte di un settore che, a livello nazionale, ha fatto registrare un’inflazione del 6%.

«Nei servizi di ristorazione, ossia ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria — spiega l’Unione nazionale consumatori —, a fronte di un’inflazione annua pari, per l’Italia, al 6%, a Viterbo i ristoranti rincarano del 14,5% su luglio 2022. Al secondo posto Brindisi (+12,1%), al terzo Benevento (+11,2%). Seguono Belluno, Cosenza, Messina e Olbia-Tempio (tutte a +8,5%), Trieste (+8,1%) e Massa-Carrara (+8%). Chiude la top ten Siena con +7,9%, I ristoratori più virtuosi sono invece a Trapani e Caserta (ambedue a +2,1%), seguiti da quelli di Terni (+2,7%) e Cremona (+2,9%)».

«A livello regionale, invece, è la Puglia ad avere i ristoranti più rincarati con +7,5% su luglio 2022 – continua l’associazione dei consumatori –, battuta solo dalla Provincia autonoma di Bolzano con +7,6%. Medaglia d’argento per il Trentino con +7%, al 3° posto il Friuli con +6,7%.».

L’Umbria è in nona posizione, con un aumento del 6% pari a quello della media italiana. Per quanto si parli di aumento pari al 2,9%, la magra consolazione per chi vuole regalarsi una sera al ristorante o semplicemente acquistare cibo in gastronomia è che Cremona è meno cara delle altre città. Meglio di noi Terni. 

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