L'ANALISI
30 Aprile 2023 - 20:30
Il tiktoker monticellese davanti al papa a San Pietro
MONTICELLI D’ONGINA - Di emozioni il 28enne Raffaele Capperi ne ha vissute tante - dalla partecipazione al noto programma tv ‘Tu si que vales’ fino all’onorificenza al merito della Repubblica italiana ricevuta dal presidente Sergio Mattarella - ma quella in piazza San Pietro probabilmente le supera tutte. Lì ha realizzato il suo sogno più grande: incontrare papa Francesco. Il tiktoker monticellese, che da anni porta avanti una battaglia social contro il bullismo che lo ha portato anche a scrivere un libro (ora in ristampa) e ad incontrare gli studenti di numerose scuole, nelle scorse settimane ha infatti deciso di prendere carta e penna per scrivere a Bergoglio.
«Sono molto credente e la fede, insieme al sostegno della mia famiglia - racconta Raffaele -, mi ha sempre aiutato nei momenti più difficili della mia vita. A partire da quelli legati alla salute. Mi riferisco alle numerose operazioni che ho dovuto affrontare». Il monticellese è infatti nato con la sindrome di Treacher Collins, una malattia rarissima che provoca malformazioni al viso, problemi di respirazione e udito, ma non mina l’attività cerebrale. «Al papa ho scritto per raccontare la mia storia e la mia battaglia contro il bullismo, ho spiegato quello che sto facendo insieme ai ragazzi delle scuole e sui social - continua Raffaele - e ho anche scritto che mi sarebbe piaciuto incontrarlo. La risposta dal Vaticano mi è arrivata due giorni dopo».
E non si è trattato di una semplice risposta, ma di un invito vero e proprio: per mercoledì 26 aprile. «Ero emozionatissimo - racconta il giovane -. Al papa ho detto che abbiamo una cosa in comune: l’uso della parola ‘gentilezza’, perché è di quella che parlo sempre nelle scuole. Lui mi ha detto di non mollare mai, di continuare a fare ciò che sto facendo perché ce n’è bisogno. Mi ha detto di andare avanti a parlare nelle scuole con coraggio. E poi mi ha benedetto».
C’è un aneddoto che per pudore Raffaele non ha raccontato al santo padre, ma che tiene a ricordare ora: «Quando studiavo a Cremona ho fatto uno stage come aiuto cuoco al ristorante Duomo. In quei giorni, nel marzo 2013, ho anche iniziato a sentire i rumori per la prima volta nella vita. Il 13 di quel mese alla tv stavano trasmettendo proprio la proclamazione del nuovo papa e ho potuto sentirla con le mie orecchie. Con me lavorava una cameriera, che continuava a sbagliare il mio nome: mi chiamava proprio Francesco. E così in battuta mi disse: ‘Forse è destino che devi incontrare questo papa’».
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