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Carlo Emilio Gadda, l'ingegnere della letteratura

A cinquant’anni dalla morte in seno a Musicologia nasce un Centro Studi dedicato all’autore del Pasticciaccio

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

30 Dicembre 2022 - 21:18

Carlo Emilio Gadda, l'ingegnere della letteratura

Angela Gavazzi del Gabinetto Vieusseux riceve il manoscritto restaurato di Carlo Emilio Gadda

CREMONA - È stato sommerso dal fango dell’alluvione del ’66 a Firenze, miracolosamente recuperato e ora è tornato parzialmente leggibile, grazie all’opera del Laboratorio di diagnostica non invasiva Arvedi, diretto da Marco Malagodi, in collaborazione con Marco Gargano del Dipartimento di Fisica dell’Università Statale di Milano. Il Giornale di campagna 1916, riportato ora a Firenze al Gabinetto Vieusseux, rappresenta – per così dire – il primo atto di una serie di iniziative che riguarderanno Carlo Emilio Gadda di cui l’anno prossimo si celebra il cinquantesimo della morte.


«Ho riconsegnato il manoscritto nelle mani di Angela Gavazzi del Vieusseux che aveva restaurato tanti anni fa il Giornale di campagna. In questi mesi abbiamo lavorato per trovare la spettrometria adatta per restituire luminosità all’inchiostro. In questo modo abbiamo potuto recuperare e rendere nuovamente visibile quanto scritto sul quaderno, ormai illeggibile e fragilissimo», racconta Malagodi.

Marco Malagodi Claudio Vela Federico Forneris e Gianluca Galimberti al convegno in Comune


La presentazione del Giornale di campagna recuperato alla sua parziale leggibilità si è tenuta in Comune e ha avuto come protagonisti Federico Forneris, prorettore alla Ricerca dell’Università di Pavia, Claudio Vela, direttore del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali – Centro Studi Gadda, Università di Pavia, Marco Malagodi cui è spettato il compito di raccontare il percorso fatto per ridare vita allo scritto gaddiano. A questo appuntamento è stata affiancata la presentazione in Biblioteca Statale che Mariarosa Bricchi, Giorgio Pinotti e Claudio Vela hanno fatto di tre opere di Carlo Emilio Gadda, nelle recenti edizioni Adelphi: La casa dei ricchi, La guerra di Gadda. Lettere e immagini (1915-1919), I Luigi di Francia.

I due appuntamenti possono essere considerati i primi atti ufficiali del neonato Centro Studi Carlo Emilio Gadda che «ha sede presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’ateneo di Pavia – spiega Claudio Vela che insieme a Mariarosa Bricchi è fondatore del Centro studi -. L’idea è quella offrire una casa agli studi su Gadda e proseguire lo spirito con cui il nostro maestro Dante Isella ha studiato l’autore della Cognizione del dolore. In questa direzione va anche la collana gaddiana di Adelphi, sotto la direzione mia, di Paola Italia e Giorgio Pinotti, collana cui appartengono i tre libri che abbiamo illustrato in Biblioteca Statale».

Una pagina del taccuino Il Giornale di campagna strappato al fango dell’alluvione del ’66 a Firenze


Il contesto celebrativo è il pretesto, ma il fine è conseguire l’obiettivo di produrre nuovi contributi e studi su Gadda. Con questo orizzonte si muove il neonato centro studi che vuole porsi nel solco del magistero di Dante Isella. «Il prossimo anno cadranno i cinquant’anni dalla morte di Gadda e così dal 2 gennaio sul sito pubblicheremo a cadenza fissa parole gaddiane, sulla scia del Gaddabolario, recentemente pubblicato da Carocci, a cui hanno lavorato 61 gaddisti, approfondendo 219 parole della lingua del Gaddus, come spesso si firmava il nostro ingegnere. In Gadda ogni parola ha una sua specifica collocazione, un uso mai convenzionale, mai banale, sempre dentro il suo stile e questo si vede già nei Diari di guerra e di prigionia, di cui il Giornale di campagna recuperato a parziale leggibilità fa parte – prosegue Vela -. Da qui inanelleremo sul sito nuove parole commentate, analizzate e spiegate nei diversi significati e nelle sfumature che assumono all’interno della lingua di Gadda».


La lingua e la modalità espressiva dell’autore del Pasticciaccio brutto di via Merulana costituiscono un mondo che il Centro Studi Gaddiano intende esplorare con costanza e «anche per questo ogni 14 del mese ai nostri iscritti invieremo una newsletter – prosegue Vela -. Carlo Emilio Gadda era nato il 14 novembre 1893, non nascose mai di essere affezionato al 14, numero che il Gaddus diceva essere un numero fortunato. Non potevamo non cogliere questa suggestione per divulgare studi e ricerche sul nostro autore che sa appassionare e diventare una piacevole ossessione».

Gadda al fronte


Ma nel segno degli studi e degli approfondimenti si pone anche la nascita di una nuova rivista «che chiameremo il Gaddus e in cui pubblicheremo gli studi e le ricerche che condurremo sul Giornale di campagna, insieme alla documentazione del progetto del Laboratorio Arvedi che ha ridato leggibilità al manoscritto – continua -. Il Gaddus vuole essere una rivista di studi e di documentata divulgazione, la rivista che uscirà una volta l’anno sarà pubblicata dalla Fondazione Mondadori e si promette di essere un appuntamento curioso e imperdibile per i più accaniti gaddiani. Col Gaddus intendiamo recuperare l’eredità dei Quaderni dell’Ingegnere, rivista voluta da Dante Isella e che ha cessato le pubblicazioni. E nel campo delle manifestazioni in programma per l’anniversario c’è il progetto di organizzare una mostra su Gadda ingegnere, in collaborazione con il Politecnico di Milano, mostra che avrà sede a Milano, ma vedrà il nostro Centro studi collaborare fattivamente. Per ora queste sono le iniziative definite, ma non escludiamo che nel corso del prossimo anno il calendario possa arricchirsi ulteriormente».


Carlo Emilio Gadda come James Joyce verrebbe voglia di dire: un autore che non solo per quello che dice e racconta, ma soprattutto per come lo esprime e lo formula rischia di diventare una piacevole ossessione, perché attraverso la lingua costruisce un mondo, apre possibilità semantiche nuove, fa sì che veramente il linguaggio possa essere la casa dell’essere.

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