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21 dicembre 1973

Ucciso dalla esplosione di una bomba Carrero Blanco

Capo del governo del gen. Franco

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

21 Dicembre 2020 - 07:00

Ucciso dalla esplosione di una bomba Carrero Blanco

MADRID, 20. — Il primo  ministro spagnolo, l'ammiraglio Luis Carrero Blanco è stato ucciso dall'esplosione di un potente ordigno posto sotto il piano stradale della via che era solito percorrere per andare ad ascoltare, come faceva ogni giorno, la messa. Un attentato dunque proprio nel giorno fissato per l'apertura del processo a dieci avversari del regime, fra cui un sacerdote, accusati di una campagna clandestina per un miglior trattamento dei lavoratori.

Il Governo spagnolo ha emesso un comunicato ufficiale che dice testualmente: «Dall'inchiesta effettuata sul luogo della morte del presidente del Governo, ammiraglio Carrero Blanco, risulta che si tratta di un attentato criminale. Dalla cantina della casa numero 104 della Calle Claudio Coello, era stato scavato un tunnel fino al centro della strada, di fronte al numero citato. In quel punto, era stata depositata sotto il manto stradale una forte carica che è stata fatta esplodere mediante un dispositivo esterno nel momento preciso in cui passava l'automobile sulla quale viaggiava il presidente del Governo seguendo il suo percorso abituale. Sono morti anche l'Ispettore di polizia Juan Antonio Bueno Fernandez e l'autista del veicolo, Jose Luis Perez Mojena».

Un esperto che ha partecipato alle indagini ha confermato che si è trattato di un attentato «perfettamente preparato». Una bomba era stata sistemata sotto terra approntando dei lavori eseguiti recentemente sulle condutture sotterranee della Calle Claudio Coello, ed è stata azionata a distanza con un filo mentre l'automobile di Carrero Blanco era in movimento.

Gli artificieri avrebbero trovato resti di esplosivi, e un filo nero collegato ad una scatola nera che sarebbe il detonatore. Carrero Blanco era già morto quando l'autoambulanza lo ha trasportalo in clinica. Il vicepresidente Torcuato Fernandez Miranda ha assunto la presidenza del Governo. Asturiano, 57 anni, è dal 1969 segretario generale del «Movimento nacional», il partito unico spagnolo. Docente di diritto, gran parlatore e sottile dialettico.

La prima udienza del cosiddetto «processo 1.001» si è aperta nel pomeriggio, poco dopo l'assassinio di Carrero Blanco. Sono stati interrogati sei imputati. Tutti hanno concordato nel dire che la mattina del 24 giugno 1972 nel convento degli oblati di Pozuelo de Alarcaon non si tenne nessuna riunione. Alcuni hanno affermato di essere stati arrestati lontano dal convento. Circa la loro appartenenza alle «commissioni operaie», hanno sostenuto che si tratta di organismi assolutamente legali, che operano alla piena luce del sole, che non seguono nessuna ideologia politica, che spesso hanno avuto contatti ufficiali con il Governo e con le rappresentanze padronali nell'interesse del lavoratori e che non si propongono alcun fine sovversivo.

Il fedelissimo del Caudillo
L'ammiraglio Luis Carrero Blanco era da oltre trent'anni il più prossimo e più devoto collaboratore del Caudillo. L’8 giugno 1973 egli era stato nominato, all'età di 70 anni, presidente del Governo spagnolo.

Luis Carrero Bianco nacque a Santona il 4 marzo 1903. Uscito dalla scuola navale, prese parte alla campagna del Marocco dal 1924 al 1926. Nel giugno del 1937 si unì alle forze nazionaliste a San Sebastiano. Capitano di vascello e capo delle operazioni dello Stato Maggiore della Marina, il 7 maggio 1943 entrò nel Governo come sottosegretario alla presidenza e da allora ha continuato a far parte del Governo.

Il 19 luglio 1951 fu nominato ministro, incaricato dal Caudillo di vari compiti di fiducia. Nominato vicepresidente del Governo il 22 settembre  1967, Luis Carrero Blanco divenne presidente del Governo l’8 giugno 1973.

Il gen. Franco aveva deciso di separare i due incarichi da lui detenuti, quello di capo Stato e di capo di Governo, in seguito alle riforme costituzionali approvate dal referendum nazionale tenuto nel dicembre del 1966. Il Caudillo tuttavia non attuò questa riforma che sei anni dopo, quando compì 80 anni.

Luis Carrero Bianco era stato da alcuni già definito «il dopo Franco».

Forse questa definizione dice tutto, definisce perfettamente l'uomo, il politico, il nazionalista. Luis Carrero Blanco aveva infatti una sola ambizione: quella di servire il suo Paese, la Spagna ed il suo «Caudillo», Franco, nella crociata contro il comunismo. E fin dall'indomani dello scoppio della «cruzada», della guerra civile, egli aveva servito questo ideale, per lunghi anni in silenzio, quindi da vicepresidente del Governo ed ultimamente da presidente.

Il primo capo del Governo nominato da Francisco Franco, un uomo dunque che godeva della piena fiducia del «Caudillo». Ma anche senza questa nomina con Franco in vita, Carrero Blanco avrebbe usualmente occupato la presidenza. Egli era stato designato quale eventuale «presidente de Gobierno» qualora si fosse verificata la congiuntura della successione. Cioè, se Franco fosse morto o avesse dovuto lasciare la carica di capo dello Stato, Carrero Blanco sarebbe stato automaticamente nominato capo del Governo onde assicurare «la continuità» o «la mano di ferro» fino al giorno in cui Juan Carlos di Borbone avesse ricevuto la solenne investitura reale.

Invece Franco gli è sopravvissuto, così come è sopravvissuto al generale Munoz Grandes, a Manuel Hedilla, ad Arrese e, più indietro nel tempo, ai generali Sanjurjo e Mola, insomma a tutti coloro che con lui avevano iniziato «el alzamiento», il «movimento nacional» del 18 luglio 1936.

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