L'ANALISI
06 Ottobre 2020 - 07:00
GINEVRA — Un paesaggio idilliaco tra le montagne dei cantoni elvetici di Friburgo e del Vallese ha vissuto la scorsa notte un inferno di fuoco e morte legato alla setta religiosa dell'«Ordine del tempio del sole». Almeno 48 sono i cadaveri, tra cui un bimbo di 10 anni — tutti, sembra, di adepti della setta che ha per capo Lue Jouret — trovati in un'azienda agricola di Cheiry (Friburgo) ed in tre chalet incendiati di Granges-sur-Salvan, sopra Martigny (Vallese). Una scena orribile si è presentata agli occhi di vigili del fuoco e dei gendarmi giunti nelle due località, prima ancora dell'alba.
A Cheiry, l'allarme è scattato poco dopo la mezzanotte da un abitante del villaggio che aveva visto dei bagliori sorgere dall'azienda agricola. Il granaio aveva preso fuoco e i vigili del fuoco non hanno impiegato molto a domare le fiamme. La prima scoperta è stata quella del cadavere di Albert Giacobino, un ginevrino di 70 anni, con la testa chiusa in un sacco di plastica ed un colpo d'arma da fuoco nel cranio. Steso su un letto, era proprietario o co-proprietario dell'azienda. La scoperta più macabra è avvenuta dopo l'alba, alle 5.30.
Quasi incidentalmente, i vigili del fuoco hanno scoperto una porta nascosta, nell'edificio principale dell'azienda. Dietro, una rimessa, poi due stanze. In esse un tavolo sul quale erano state disposte in ordine delle cappe dai colori bianco, rosso e nero, una rosa ed una spada, ed in un angolo, borse e documenti. Più avanti, una pozza di sangue. Il crollo di una parete ha mostrato uno spettacolo orribile, 22 cadaveri, alcuni con il capo coperto da sacchi di plastica o da cappe e legati, altri con i segni di colpi d'arma da fuoco alla tempia, uno con accanto una spada. I corpi erano in cerchio con la testa rivolta verso l'esterno. Da un'altra porta, quasi nascosta, i vigili del fuoco sono entrati in un locale nel quale si trovava un altare, con sopra un calice ed altri oggetti destinati all'apparenza alla celebrazione di culti misteriosi. Sono stati trovati 52 bossoli di un'arma di piccolo calibro. Nel Vallese ancora una scena orribile, cancellata parzialmente dalle fiamme. Un incendio avrebbero dovuto devastare anche l'azienda agricola di Cheiry con dispositivi ben preparati per farlo divampare. Non hanno funzionato perché avrebbero dovuto essere azionati da uno squillo di telefono, rimasto però muto tutta la notte per lavori di riparazione nella zona. Nel Vallese i vigili del fuoco hanno tentato di spegnere l'incendio di uno chalet, senza rendersi conto che le fiamme covavano in altri due molto vicini.
Solo più tardi le fiamme sono divampate negli altri due chalet dove sono stati trovati 25 cadaveri, con una scena d'orrore simile a quella di Cheiry. Si ritiene che altri cadaveri saranno scoperti, ma per recuperare le salme si procede con molta cautela, ha precisato il comandante della polizia cantonale Bernard Geiger. «Si teme vi sia una trappola», ha detto. Una trappola che potrebbe evidentemente derivare dalle conseguenze del devastante incendio ma anche da trabocchetti escogitati dai pianificatori della tragedia per accreditare la tesi del «suicidio collettivo». Intanto, Lue Jouret, «guida suprema» della setta dell'«Ordine del tempio del sole», è introvabile. L'uomo di 47 anni, già condannato a Montreal ad una pena «simbolica» per detenzione d'armi e relativo traffico, potrebbe essere uno dei cadaveri nel triste elenco di Cheiry o di Granges-sur- Salvan. Ma potrebbe anche essere l'organizzatore e l'esecutore del massacro, comandato a distanza ed ora rifugiato in un posto sicuro. I corpi di una coppia di coniugi sono stati ritrovati in una casa, in fiamme, in Canada e gli inquirenti ritengono che le stragi siano tutte collegate.
Secondo il giudice André Piler, la dinamica della tragedia svizzera non è ancora chiara e due persone sono ricercate. La polizia non esclude che qualcuno abbia partecipato al massacro e poi abbandonato il luogo.
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