L'ANALISI
23 Agosto 2020 - 07:00
Reparti della Legione Straniera in lotta con le tribù berbere - Nove villaggi rasi al suolo per rappresaglia dall'esercito - Precipitato con l’aereo il comandante militare del Marocco durante una ricognizione
La violenta ondata insurrezionale che ha messo a ferro ed a fuoco le regioni settentrionali dell'Algeria e del Marocco non è ancora domata nonostante ieri un «ponte aereo» per il trasporto di truppe sia stato deciso dal Governo di Parisi. Piccole battaglie sono in corso un po' ovunque ed il bilancio del terrorismo e degli scontri assumerà certo proporzioni spaventose; di ora in ora l'elenco delle vittime aumenta ed i cadaveri che vengono ritrovati appaiono orrendamente mutilati.
Il bilancio provvisorio delle perdite alle 2 di questa notte era il seguente:
ALGERIA: Perdite dei ribelli: 521 morti, 79 feriti e 1228 prigionieri; totale delle perdite civili e militari: 110 morti e 206 feriti, suddivise come segue: militari 26 morti e 115 feriti; civili europei, 69 morti e 51 feriti; civili franco-musulmani, 15 morti e 40 feriti.
MAROCCO: Totale delle vittime 236 morti con le seguenti particolari segnalazioni : 35 morti a Casablanca, 130 a Ued Zem, 43 a Klenifra, 14 a Safi.
Ieri tutte le truppe sono state poste in stato di guerra per l'inizio del più disastroso rastrellamento che si possa immaginare, appoggiato da carri armati ed aerei mitragliatori e bombardieri. Come è noto la rivolta, che ha imperversato dalle zone montagnose algerine di Costantina all'ancor fumante villaggio di Ued Zem, nel Maracco, era scoppiata nel secondo anniversario dell'allontanamento dalla sua sede dell'ex sultano del Marocco, Sidi Mohammed Ben Youssef. Logicamente la rivolta in Algeria era stata ovviamente preparata dai fanatici locali, in segno di solidarietà con i nazionalisti marocchini.
Le decisioni militari francesi sono state due soprattutto: 1) l'organizzazione di un ponte aereo d'emergenza per l'invio di truppe dal continente in Africa; 2) distruzione dei centri principali sede delle organizzazioni paramilitari dei ribelli.
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