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25 giugno 1995
PALERMO — È finita la fuga del nuovo capo di Cosa Nostra. Gli investigatori della Dia hanno arrestato ieri sera a Palermo Leoluca Bagarella, l'erede di Totò Riina al vertice della cupola mafiosa.
Il nome di Bagarella, nato a Corleone nel 1942, era in cima alla lista dei grandi latitanti di mafia dopo l’arresto di suo cognato, Totò Riina, avvenuto il 15 gennaio del '93.
Bagarella è stato bloccato sulla circonvallazione di Palermo allo svincolo di borgata Pagliarelli, dunque a due chilometri e mezzo dal Motel Agip dove fu ammanettato Totò Riina. Bagarella, che era da solo in macchina, si è reso conto di essere seguito, ha cercato scampo forse pensando di imboccare un cavalcavia che conduce verso l’università, ma una volta raggiunto e bloccato ha fatto buon viso a cattivo gioco: si è fermato e non ha nemmeno tentato di negare la sua identità. È stato subito condotto in una località segreta.
«Sono io, sì, sono Leoluca Bagarella». Quando ha visto che ormai non c'era più nulla da fare, che le auto della polizia lo avevano ormai stretto al muro, si è arreso. Cade così nelle mani delle forze dell'ordine un altro pezzo di quel triumvirato dei Corleonesi, dei sanguinari capi di Cosa nostra. Dopo il numero uno, Totò Riina, adesso è toccato al cognato, Leoluca Bagarella. All'appello manca solo Bernardo Provenzano.
A catturare l'erede di Riina è stata la stessa squadra della Dia che poco meno di due anni fa trovarono il covo di Antonino Gioè e Gino La Barbera, a Palermo, e che diede una svolta alle indagini sul massacro di Falcone, della moglie Francesca Morvillo e della loro scorta.
Leoluca Bagarella, latitante dagli anni Ottanta, era uno dei capi della vecchia Cupola e in quanto tale coinvolto con le stragi di Capaci e via D'Amelio, gli attentati di via dei Georgofili a Firenze, via Fauro a Roma contro Maurizio Costanzo e via Palestro a Milano.
Il legame di Bagarella con Riina risale all'infanzia di Bagarella. Ma i loro rapporti, negli ultimi anni, secondo magistrati ed investigatori, che li hanno analizzati sulla scorta delle deposizione di pentiti un tempo intimi dei due cognati, sarebbero stati tutt'altro che idilliaci. Ed alla base dei dissapori l'amore di Bagarella, coronato da nozze, con Vincenzina Marchese, con la ragazza di una «famiglia» della quale Riina diffidava.
Al legame d'infanzia, alla comune militanza sotto il comando di Luciano Liggio, si unì il vincolo di parentela, quando venti anni fa «Totò u curtu» sposò la maestrina Antonietta Bagarella, sorella di Leoluca. I galloni nella gerarchia di «famiglia» e di Cosa Nostra li guadagnò sparando e uccidendo, sempre pronto agli ordini del cognato e di «Lucianeddu».
Killer spietato, Leoluca Bagarella, nonostante i recenti dissapori con il cognato, aveva ereditato il ruolo di comando della famiglia di Corleone ed era in testa all'elenco dei super ricercati.
22 Giugno 2020
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