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TURISMO E OSPITALITÀ

«Caro ferie» in albergo, Cremona resta «low cost»

Studio dell’Unione Consumatori: in Italia +18%, qui +8,8%. Il capoluogo fra le città convenienti

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

19 Luglio 2022 - 05:20

«Caro ferie» in albergo, Cremona resta «low cost»

L'ingresso e il plateatico dell'albergo e ristorante Duomo a Cremona

CREMONA - Caro hotel e ristoranti: gli aumenti pesano sempre di più sulle vacanze degli italiani e sono un effetto della crisi sistemica che stiamo vivendo. A mettere nero su bianco l’impennata dei prezzi — la media nazionale è del 18% — è l’Unione nazionale dei Consumatori. A guidare la classifica della città con i maggiori rialzi nel settore alberghiero è Milano, con un balzo astronomico del 71,4% rispetto a giugno 2021, complice il successo del Salone del mobile. Cremona, come spesso le accade, si posiziona a metà classifica: 43ª su un totale di 80 città per i rincari, con un aumento dell’8,8% su base annua, e 72ª per quanto riguarda gli incrementi nella ristorazione, con un rincaro del 2,2%.

Alessandra Cattaruzzi, presidente provinciale Federalberghi Confcommercio


«I dati sono la testimonianza chiara e tangibile della volontà di non rivedere i prezzi delle nostre strutture — commenta Alessandra Cattaruzzi, presidente provinciale Federalberghi Confcommercio —. Forse più ha inciso l’introduzione della tassa di soggiorno, che la revisione delle tariffe. Gli aumenti per i clienti sono di gran lunga inferiori a quelli che abbiamo dovuto subire nelle nostre attività. Di fatto, abbiamo preferito ridurre la marginalità per le imprese piuttosto che chiedere un contributo agli ospiti. Meno di quanto abbiamo applicato sarebbe stato impossibile».

«Complessivamente - continua -, i nostri aumenti sono di circa l’8%, poco più un decimo di quelli che abbiamo dovuto subire. A guidare le nostre scelte è stata, innanzitutto, la volontà di sostenere la ripartenza e il ritorno alla normalità. Abbiamo preferito far prevalere la fiducia alimentata, soprattutto, dall’andamento degli ultimi mesi. Maggio e giugno, in particolare, sono finalmente tornati ai valori pre pandemia e l’indice di occupazione delle camere è sovrapponibile con quello del 2019. In luglio e agosto, invece, è attesa una flessione rispetto al periodo precedente, ma appare fisiologica in località non tradizionalmente vacanziere. Su settembre si registrano le prime prenotazioni per Mondomusica».

Silvio Lacchini di CremonaHotels


Silvio Lacchini, di CremonaHotels, non nasconde che a fronte di un giugno «molto interessante», le difficoltà non mancano. «E si legano non solo all’incremento dei costi dell’energia — afferma l’imprenditore —. Solo per fare un esempio: al Continental fino all’anno scorso pagavo 5 mila euro al mese di elettricità e oggi sono diventati 15mila. Persiste la difficoltà di trovare personale, penso ad esempio alla fatica di reperire chi fa le pulizie nelle camere. In generale mi sono ritrovato a dover aumentare il costo delle camere del 5%, non di più. Pesa anche la tassa di soggiorno. Ho fatto il conto che da quando è stata istituita abbiamo versato al Comune 22 mila euro e che alla fine dell’anno arriveranno nelle casse dell’amministrazione, solo dai miei hotel, circa 120 mila euro. Ecco: mi auguro che questi fondi vengano veramente investiti a favore del sistema turistico cittadino, a sostegno di un settore che con fatica si sta rialzando, ma che ha bisogno di una visione condivisa di città».

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