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#DIRITTODICRITICA: 'Madama Butterfly', le recensioni degli studenti

Nuovo appuntamento con l'iniziativa organizzata dal giornale 'La Provincia' e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli

La Provincia Redazione

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06 Febbraio 2024 - 11:34

#DIRITTODICRITICA: 'Madama Butterfly', le recensioni degli studenti

CREMONA - Torna l'appuntamento con #DIRITTODICRITICA, l'iniziativa organizzata dal giornale La Provincia e da Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli, che offre agli studenti delle scuole cremonesi la possibilità di esprimere il loro giudizio motivato e argomentato sugli spettacoli in cartellone al Ponchielli. Protagonista di questo appuntamento è Madama Butterfly, tragedia giapponese in tre atti
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe GiacosaMusica di Giacomo Puccini

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BEGARELLI ISABEL - 2 LICEO STRADIVARI

Domenica 14 gennaio, è stata rappresentata Madama Butterfly diretta dalla regista Rodula Gaitanou al Teatro Ponchielli di Cremona. Luigi Illica e Giuseppe Giacosa collaborano all’ideazione del libretto mentre Puccini compone la musica dell’opera tra il 1901 e il 1904, concependo da quell’anno cinque versioni dell’opera, la prima un fiasco ma, quella subito successiva da cui prende spunto la regista un vero successo grazie ad alcuni tagli che compirà; degna di nota la presenza dello zio Yakusidè che alleggerisce l’atmosfera prima dell’arrivo cruento dello zio Bonzo, reso ancora più drammatico agli occhi del pubblico grazie all’utilizzo delle percussioni, molto presenti nell’opera. Tra i personaggi e gli interpreti troviamo Federica Vitali che veste il ruolo di Cio-Cio-San, Riccardo Della Sciucca nei panni di Pinkerton, Giuseppe Raimondo nel ruolo di Goro e Fulvio Valenti come zio Bonzo. Tra queste le voci che colpiscono di più sono quelle di Goro e dello zio Bonzo, molto intense ed espressive, udibili chiaramente anche dal punto più lontano dal palcoscenico. L’orchestra I Pomeriggi Musicali, diretta da Alessandro D’Agostini ha compiuto un’eccellente esecuzione con ottimi tempi e una sonorità sempre adeguata. La parte che ha affascinato di più è stata sicuramente quella del coro a bocca chiusa che suggella l’atto secondo. Crea un’atmosfera misteriosa che si addice perfettamente alla scena che si svolge sul palco e fa provare le stesse emozioni di Cio-Cio-San. La scenografia è una montagna composta da assi di legno sulla quale è appoggiato un basamento nel medesimo materiale che funge da pavimento dell’abitazione della coppia. Balzano all’occhio alcune incoerenze riguardo l’interpretazione dei personaggi. Kate vive agli inizi del Novecento ma porta abiti del 1940, i costumi e gli atteggiamenti poco ossequiosi delle donne non rispecchiano la cultura giapponese di quel periodo storico rendendo l’ambientazione meno realistica. Inoltre la rappresentazione si discosta dal libretto nella figura di Cio-Cio-San che non ha la treccia bruna che menziona Pinkerton nel primo atto e nell’aspetto del figlio che era interpretato da un attore con capelli scuri nonostante sia definito biondo. In linea generale l’opera è stata molto piacevole ed ha avuto un gran successo, al punto che durante l’inchino finale i personaggi hanno ricevuto più di una chiamata alla ribalta.

BELLOFATTO MICHELA – 2 LICEO STRADIVARI

Nel pomeriggio di domenica, è stata rappresentata l'opera Madama Butterfly, musica di Giacomo Puccini, libretto di Illica e Giacosa, al Teatro Ponchielli di Cremona. La vicenda si ispira al racconto di John Luther Long, preso dalla storia della sorella, Sara Jane Correl, di ritorno dal Giappone. Puccini non conosceva l'inglese, ma l’aveva affascinato l’ambientazione. La prima rappresentazione avvenne il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano: un fiasco. Il 28 maggio la revisione ebbe successo. Nell’dizione presentata al Ponchielli sono parsi eccellenti il maestro Alessandro D'Agostini, e la regista greca Rodula Gaitanou. Non da meno i personatti/interpreti: Cho-Cho San, Federica Vitali; F. B. Pinkerton, Riccardo della Sciucca; Suzuki, Asude Karayavuz; Sharpless, David Cecconi; Goro, Giuseppe Raimondo; lo zio Bonzo, Fulvio Valenti; il principe Yamadori, Alex Martini; Kate Pinkerton, Maria Cristina Bellantuono; Dolore, Enea Piovani. Tragedia della solitudine e dell'attesa, ambientata in Giappone, Nagasaki, inizio '900, Madama Butterfly parte con toni leggeri. Per contrapporre la cultura giapponese e americana, la regista ha puntato su un'estetica astratta, così lo spazio scenico diventato un'onda che manipola il destino di Cho-Cho San e il pendio scosceso di una montagna su cui resta emarginata. La scenografia riguarda la stanza della sua casa, dove aspetterà per tre anni Pinkerton. Tutti indossano abiti tipici del Giappone e con colori leggeri, mentre Cho-Cho San spicca per il rosso. Il riferimento al denaro, il fatto che la ragazza confermi "Per me spendeste cento yen" dà una diversa prospettiva alla sua psicologia: dichiara di aver deciso di sposarsi ma di aver provato repulsione all'idea di un marito americano prima di conoscerlo. Forte uso delle percussioni. Toccante il coro a bocca chiusa accompagnato dalla viola sul finale del secondo atto. Grande interpretazione e voce del soprano, insieme a quella del tenore, che si contrappongono. Viene mostrato l’interesse di Pinkerton, verso Butterfly, ma non rispetta le tradizioni orientali e dimostra controllo verso di lei che appare come una farfalla intrappolata in una ragnatela. Nel secondo atto i fiori che cadono su Cho-Cho San, simboleggiano l'arrivo della primavera, in cui lei sperava per l'arrivo di Pinkerton. Stringente la fine del terzo atto quando sta per usare il pugnale di suo padre ma il figlio la interrompe, prima di cantare la struggente aria che precede la catarsi finale. Pubblico in visibilio.

CASELANI LUCA – 5 GHISLERI

La prima dell’opera lirica “Madama Butterfly” è andata in scena Sabato 13 Gennaio in un teatro Ponchielli sold out e che si presentava in una veste per me particolare perché l’opera lirica era accompagnata dall’orchestra “I Pomeriggi Musicali di Milano”, collocata nel golfo mistico, diretta da Alessandro D’Agostini.
La tragedia giapponese si articola in tre atti e racconta la storia d’amore tra una ragazzina giapponese Cio-Cio-San, chiamata Butterfly per la sua fragile bellezza che la paragona ad una farfalla, e il comandante della marina americana F. B. Pinkerton che la sposa per 100 monete con un contratto di novantanove anni che poteva essere ritrattato ogni mese.
La ragazza è profondamente innamorata e arriva ad essere ripudiata da tutta la sua famiglia perché rinnega il suo Dio per abbracciare la religione del marito. Per tre anni rimpiange l’assenza del marito che attende insieme al figlio che lui non ha mai conosciuto. Crede ciecamente in questo amore fino alla fine ripetendo più volte la frase di addio dell’uomo: “Tornerò alla stagion serena quando fa la nidiata il pettirosso”. Alla fine il marito si ripresenta con la nuova moglie americana solo per prendere il bambino. La sua unica scelta è la tragica morte. L’opera è ambientata nella città portuale Nagasaki; la scenografia ha rappresentato in modo semplice il paesaggio giapponese caratterizzandolo anche con una pioggia di fiori di ciliegio. Viene fatta risaltare la differenza tra la cultura giapponese, legata alla famiglia e al culto religioso, e la superficialità del comandante americano che vive tutto per gioco.
L’orchestra ha saputo accompagnare, con la famosa musica di Giacomo Puccini, la storia accentuando i momenti più tragici e alleggerendone altri, senza coprire le voci dei protagonisti molto bravi nell’interpretazione dell’opera, tranne in alcune parti dove la voce del tenore protagonista, Riccardo della Sciucca, veniva coperta dalla voce femminile e anche dalla musica.
Una serata sicuramente impegnativa, ma ricca di emozioni.

MONTANI ELIA - 4 LICEO STRADIVARI

Domenica 14, al Ponchielli di Cremona è andata in scena la rappresentazione di Madama Butterfly, caposaldo del compositore Giacomo Puccini, su regia di Rodula Gaitanou.
I protagonisti sono il soprano Federica Vitali, nei panni di Cio-cio San e il tenore Riccardo della Scuccia, nelle vesti di F.B. Pinkerton; tra i personaggi i soprani Daryna Shipulina e Tiziana Falco i tenori Giuseppe Raimondo e Alex Martini, i mezzosoprani Asude Karayavuz, Maria Cristina Bellantuono e Serena Pulpito, i baritoni Devid Cecconi e Masashi Tomosugi e i bassi Fulvio Valenti, Liu Tong e Mattia Rossi.
Affondando l’attenzione sui temi del razzismo e sessismo, la storia narra dell’amore sconsiderato di Cio-cio San, geisha giapponese, verso F.B. Pinkerton, tenente della Marina statunitense, che oggettifica la giovane, abbandonandola con un figlio in grembo, per tornare in patria e contrarre un nuovo matrimonio.
L’attesa febbricitante della protagonista si conclude con la scoperta della cruda verità, la codardia del marito, che non ha avuto nemmeno il coraggio di salutare Cio-cio San di persona, ha portato ad un lento decadimento, che la porta al suicidio utilizzando il pugnale ereditato dal padre, il quale si era ucciso per ordine dell’imperatore, e nascondendosi dalla vista del figlio, suo unico legame terreno, per il quale preferisce morire piuttosto che vederselo strappare dalle braccia.
Come un colle post moderno la scena, curata da Takis, con le luci di Fiammetta Baldiserri accoglie le vicende della storia in un’atmosfera quasi asettica che si contrappone alla moltitudine di sentimenti in dissidio dei personaggi.
Nei costumi, di influenza orientale, si nota una semplicità accattivante, distaccata da quella algida dei personaggi americani: particolare attenzione merita il famoso Tailleur Bar di Christian Dior, presumibilmente indossato da Kate Pinkerton.
L’orchestra, eccellentemente diretta da Alessandro d’Agostini, ha evidenziato al meglio il sincretismo tra le scale pentatoniche tipicamente orientali e la costante ripresa dell’inno americano che a tratti risuona come una sorta di “beffa”.
Nel complesso, l’opera è risultata di facile intuizione, così come il legame tra i personaggi ed il virtuosismo delle voci ha rapito l’attenzione, scatenando innumerevoli momenti di applausi.

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