Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

La nostra storia

Le legioni arrivano in Padania

Roma si scontra con i popoli celti e conquista la Valle del Po

Gigi Romani

Email:

lromani@laprovinciadicremona.it

28 Febbraio 2014 - 16:01

Le legioni arrivano in Padania
Liguri, Etruschi, Celti, popoli che precedono Roma nella Pianura Padana, signori di ampi tratti di boschi e fiumi, popoli che danno i loro nomi a centinaia di località. Etnie che convivono, spesso guerreggiano tra loro. Sono a conoscenza che a sud esiste una città diventata potente (nel 390 avanti Cristo, l'avevano anche saccheggiata, sanno delle sue mire espansionistiche, ma si sentono al sicuro protetti come sono dal Po, da Bodinco, un fiume profondo, largo, impetuoso quando vuole.Mai calcoli sono sbagliati: i Romani prima che guerrieri sono ‘geometri e ragionieri’, possiedono la tecnologia, il Po per loro non è un problema. E sulle rive del Grande Fiume ecco che si affacciano, calmi, disciplinati,maspietati i legionari di Roma. Continuano le puntate sui popoli che abitarono la Padania. Con questa iniziamo quelle relative a Roma, che non sarà liquidata in una sola trattazione. Celti e Romani per decenni cercano di convivere, trattati, alleanze, missioni diplomatiche rinviano semplicemente una convinzione di entrambi: che prima o poi i due popoli sarebbero entrati in conflitto (anche per i celti è difficile pensare ad un solo popolo: erano divisi in tante tribù e spessissimo nemiche giurate). Le cose precipitano durante la guerra sannitica del 295. I popoli italici, con grande consapevolezza, sanno che è una delle poche occasioni che hanno per ridimensionare per sempre Roma. Contro l’Urbe si alleano Celti, Umbri, Etruschi, Sanniti e altri italici. Una serie di battaglie, di vittorie e rovesci da entrambi i fronti portano alla battaglia di Talamone. I Galli, anche se aiutati dai fratelli transalpini vengono massacrati dai Romani che si trovano la strada spianata verso la Valle del Po. I legionari marciano sulla dorsale appeninica e si trovano di fronte il Grande Fiume che attraversano proprio nel luogo dove poi sarà costruita Cremona (non vale la pena in questa sede riaprire il dibattito sulle preorigini celtiche o addirittura liguri della città, nessun ritrovamento archeologico farebbe propendere per questa teoria). 
Tra il 223 e il 222 avanti Cristo il console Flaminio porta le sue truppe in Lombardia. I Celti, neppure di fronte alla minaccia romana trovano l’unità. Soprattutto le due grandi tribù degli Insubri e dei Cenomani continuano a proseguire disunite la guerra, anzi con un giro di alleanze aiutano anche i Romani sperando in regali territoriali ai danni dei rivali. E’ evidente che sfugge loro la strategia di Roma: la conquista totale dell’Italia settentrionale e l’unificazione sotto le aquile romane di tutta l’Italia. Sembra che i romani cercarono, ed ottennero, la collaborazione dei Cenomani, gli ambasciatori latini promisero ai capi territori degli Insubri. La grande battaglia di Casteggio segnò un punto di non ritorno: le legioni dilagano, e in pochi mesi conquistano Mediolanum, Milano, la capitale degli Insubri. Una batosta epocale per i celti, la loro resistenza è fiaccata, dopo la presa della città (poco più di un campo fortificato) i Galli maturano una convinzione: Roma non potrà mai essere sconfitta. Inizia così una collaborazione-alleanza con l’Urbe, e che le viene riconosciuto il diritto (già conquistato con le armi in verità) a occupare ampie zone lombarde, compresa quella che poi diventerà il Cremonese. Ma i romani non si fidano troppo, sanno che i popoli padani sono fatti di gente bellicosa, amanti della guerra e con un alto senso dell’onore e dell’indipendenza. Occorre controllarli. E a questo punto i romani smessi i panni dei guerrieri vestono quelli dei ‘ragionieri’: fanno due conti e scoprono che mantenere un esercito in Padania costa di più che non fondare un presidio stabile, una città. E così, secondo le fonti antiche, Tito Livio soprattutto, nel 219, il senato romano delibera la deduzione di due colonie sul Po, Cremona e Piacenza. Sulle date si è aperto un lungo dibattito, ma sembra ormai accertato che se il 219 è l’anno di deliberazione il 218 è quello di inizio della costruzione della città.
Fulvio Stumpo
©RIPRODUZIONE RISERVATA

La curiosità
I Romani ebbero a che fare con tre tribù principali: gli Insubri, i Cenomani e i Boi. Anche in questo caso si discute da secoli se il territorio dove sorge Cremona fosse dei Cenomani o degli Insubri. Di sicuro c’è che i Galli avevano il loro centro principale nel futuro cremonese ad Acerrae, molto probabilmente Gera di Pizzighettone. Dopo la battaglia di Casteggio i Romani occuparono la città e prima ancora di costruire Cremona lasciarono un presidio a guardia delle escandescenze galliche. I Celti, molto probabilmente, accettarono di diventare federati dei romani, una sorta di alleanza alla pari,ma che poi tanto alla pari non era. A mordere il freno erano soprattutto i Boi e gli Insubri che avevano perso notevoli porzioni di terreno. I Cenomani invece erano più accomodanti visto che i Romani avevano loro regalato ampi posseimenti che prima erano dei Boi o degli Insubri. Una convivenza difficile dunque, che mostrerà le sue contraddizioni nelle guerre annibaliche. Nella pagina a sinistra: ilmodellino di un legionario romano e la vittoria alata di Calvatone. A sinistra: una legione in marcia (tratta dal film ‘L’ultima legione’) e, in basso, gli scavi in piazza Marconi 35
Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi