L'ANALISI
24 Settembre 2024 - 20:55
CREMONA - Firmata nel primo pomeriggio di lunedì e pubblicata oggi sulla Gazzetta Ufficiale, è una prima boccata d’ossigeno per un comparto da tempo schiacciato ai limiti della sopravvivenza l’ordinanza emanata dal Commissario straordinario alla Psa, Giovanni Filippini. Il documento modifica e ‘allenta’ (prorogandone anche la scadenza al 31 ottobre) la severa ordinanza precedente, concedendo in particolare la movimentazione degli animali da vita all’interno delle zone di restrizione, fino a ieri vietata (si potevano spostare solo i capi destinati ai macelli designati). Provvedimento che si applica, ovviamente, anche ai territori dei 33 Comuni della provincia di Cremona inseriti nelle scorse settimane in zona di restrizione.
«L’applicazione dell’ordinanza di fine agosto ha permesso di ottenere risultati positivi: negli ultimi giorni non abbiamo registrato nuovi focolai, dunque la circolazione del virus all’interno degli allevamenti di suini domestici si è al momento fermata», spiega Filippini. «Resta fondamentale un atteggiamento di grande prudenza e cautela da parte di tutti, all’interno di un quadro generale comunque in evoluzione. Ma insieme al gruppo degli esperti abbiamo ritenuto che ci fossero le condizioni per qualche prima ‘apertura’; ovviamente solo all’interno delle zone di restrizione».
Ne deriva un vantaggio per le imprese, ma anche per le condizioni di salute e il benessere animale, all’interno di allevamenti nei quali la situazione dei capi appariva da tempo ‘al limite’. «Faccio l’esempio dei suinetti svezzati», riprende il commissario straordinario alla Psa. «Non poterli trasferire dal sito 1 (riproduzione) al 2, perché la movimentazione degli animali, dei mezzi e delle persone comporta un rischio altissimo di portare il virus negli allevamenti, finisce per determinare situazioni di sovraffollamento sicuramente negative. Appena ci è sembrato possibile abbiamo quindi cercato di cambiare qualcosa in quella linea di comportamento».
«La valenza di questa ordinanza è nazionale - ricorda Filippini - e complessivamente interessa quindi circa 22 chilometri quadrati di zone infette, ma crediamo che determini un impatto particolarmente significativo e vistoso nel cluster dell’Italia settentrionale. Ci aspettavamo che nel giro di un mese dal provvedimento precedente la situazione cominciasse a mostrare una prospettiva differente; la ‘vecchia’ ordinanza ha la durata di 30 giorni, e quella fascia temporale non è ancora scaduta. Ma a fronte delle situazioni di criticità all’interno degli allevamenti che ci sono state segnalate da parte delle Regioni, abbiamo ritenuto che si potesse giocare qualche giorno d’anticipo nell’autorizzare questa prima possibilità di movimentare gli animali».
Dopo un periodo particolarmente duro, sia per gli allevatori che per i trasformatori, gravato dall’incubo di conseguenze devastanti per la suinicoltura italiana in termini di risultati economici (a partire dal segmento di gran lunga trainante delle esportazioni), occupazionali, di tenuta sociale e di un vasto indotto, finalmente arriva quindi una notizia positiva. Da valutare con la massima cautela, ma anche alla luce di una considerazione oggettiva: gli sforzi per contrastare sul campo l’epidemia di Peste Suina Africana cominciano finalmente a portare qualche risultato positivo di natura strutturale. Un aiuto decisivo per proseguire un cammino che si preannuncia ancora lungo e difficile.
«La nuova ordinanza costituisce senza dubbio una nota finalmente positiva in un periodo così ‘nero’ per gli allevatori e gli imprenditori impegnati nel nostro settore», commenta Davide Berta, vice presidente nazionale e leader regionale della Federazione di prodotto Suini di Confagricoltura. «Finalmente si comincia a vedere all’orizzonte qualcosa di positivo», ribadisce. «Il ‘disco verde’ alle movimentazioni degli animali da vita, seppure all’interno delle zone di restrizione, può rappresentare un aiuto prezioso per gli allevatori che operano all’interno di quelle stesse zone, e devono quotidianamente affrontare condizioni di particolare difficoltà. Dunque, ecco un primo elemento favorevole».
«Il mondo politico ed amministrativo - prosegue Berta - non si deve però dimenticare dei consistenti danni indiretti che quegli stessi allevatori stanno subendo ormai da tempo ed in misura davvero consistente. Non mi stancherò mai di ricordare che si tratta di imprese che si stanno sacrificando nell’interesse di tutto il sistema del comparto suinicolo italiano. Bisogna quindi tenerle nella dovuta e concreta considerazione. Davvero non possono essere dimenticate».
ROMA - «La nuova ordinanza ministeriale che permette alle aziende interessate dalle zone in restrizione di procedere alla movimentazione dei capi, previa valutazione del rischio da parte del servizio sanitario, è una buona notizia che accoglie le richieste di Confagricoltura», si legge nella nota diffusa oggi dall’organizzazione di Palazzo della Valle. «Avevamo infatti sollecitato le istituzioni a intervenire, vista la grave situazione degli allevamenti suinicoli nelle zone di restrizione da Psa, fermi nella produzione e nelle movimentazioni. La misura permette di iniziare a risolvere il problema del sovraffollamento delle strutture, e di procedere alla ripresa dell’attività commerciale.
L’auspicio di Confagricoltura è che ora le Regioni procedano a concedere tali deroghe per favorire la commercializzazione dei capi, garantendo comunque la sicurezza sanitaria. È infatti prioritario iniziare a riaprire gli scambi commerciali ed evitare la chiusura definitiva di importanti realtà produttive, che comunque avranno bisogno di interventi di sostegno per poter essere messe in sicurezza. Resta inteso che questa apertura non deve far abbassare la guardia. L’invito agli allevatori è quindi di continuare ad essere rigorosi nell’applicare le norme di biosicurezza e di farle rispettare a tutti coloro che entrano nei siti produttivi.
Occorre ancora lavorare per togliere la limitazione alla movimentazione tra Regioni con zone in restrizione comuni: i limiti e i confini amministrativi creano solo difformità e impedimenti burocratici agli scambi commerciali. Positivi, invece, alcuni elementi: la nuova sperimetRazione in Gazzetta Ufficiale della UE che liberalizza zone prima in restrizione in alcune regioni, in primis Sardegna, Piemonte e Calabria, e l’avanzamento dei lavori di contenimento della fauna selvatica con gli sbarramenti che si stanno attuando sulle principali vie autostradali, utili anche a bloccare l’espansione della malattia nell’area del Nord-Est. Servirà inoltre un concreto depopolamento della fauna selvatica nei punti strategici e un coordinamento di tali operazioni su tutto il territorio nazionale».
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