Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

AGRICOLTURA: IL PRIMARIO IN TRINCEA

Zootecnia come l’industria. Gli allevatori sulle barricate

Emissioni: il Consiglio dei ministri dell’Ambiente Ue approva una direttiva che equipara le aziende agricole alle fabbriche. Giansanti: «Disastro: si compromette un’attività essenziale. Noi la soluzione, non il problema»

Email:

redazione@laprovincia.it

19 Marzo 2023 - 09:31

Zootecnia come l’industria. Gli allevatori sulle barricate

CREMONA - «Quanto deciso in Europa è un disastro per la nostra zootecnia, che viene assoggettata a una serie di impegni burocratici e limitazioni operative che rischiano di compromettere la produttività delle imprese agricole». Non usa giri di parole Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, per commentare l’accordo che il Consiglio dei ministri dell’Ambiente Ue ha approvato pochi giorni fa: in sintesi, una direttiva che nasce per contrastare le emissioni del settore industriale, ma che comprende al suo interno anche gli allevamenti, equiparati di fatto alle fabbriche. «Un indirizzo che contestiamo fortemente – spiega Giansanti – dal momento che non tiene conto di un equilibrio che va cercato tra sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Questo è un accordo nettamente spostato sui temi della sostenibilità ambientale, che penalizza fortemente un settore, quello agricolo, che negli ultimi anni ha abbattuto notevolmente le sue emissioni. Si presume che gli allevamenti siano parte del problema, ma per noi sono invece la soluzione, oltre che una parte essenziale per il benessere dei cittadini. Tutti i settori produttivi generano emissioni, ma il primario è l’unico essenziale per la nostra vita».

La nuova direttiva si estende anche agli allevamenti bovini, inizialmente esclusi, e avrà un’applicazione estremamente penalizzante. Si parla infatti di 350 Uba (unità di bestiame adulto) per quanto riguarda aziende bovine, suine e miste, e di 280 Uba per le aziende avicole. La stragrande maggioranza delle imprese agricole della pianura padana dunque sarebbe compresa in queste nuove limitazioni e sanzionata. I calcoli sono impietosi: prendendo in considerazione i valori Uba (una vacca da latte adulta ad esempio vale più di una giovane manza), emerge come basti una stalla da 220 capi in lattazione più altrettanti di rimonta per ricadere nella direttiva. Stesso discorso per i suini naturalmente, dove basterebbero 1.166 grassi o 700 scrofe per essere sanzionabili. «I modelli europei devono sempre tendere a un miglioramento, questo è innegabile; ma non tutti i sistemi agricoli sono uguali. Noi in Italia abbiamo standard ambientali molto più elevati, e questa decisione ci penalizza. Senza contare l’impatto sociale ed economico che avrebbe la chiusura di molte aziende» conclude Giansanti.

E nel frattempo, in Olanda, il Boer Burger Beweging, letteralmente il ‘movimento civico dei contadini’, ha raccolto moltissimi voti (il 19%) alle recenti elezioni provinciali, mettendo in crisi il governo del premier Mark Rutte, che contro le aziende agricole si era scagliato con la direttiva azoto della scorsa estate: «Quanto accaduto in Olanda è un segnale di cui dobbiamo tenere conto – spiega Giansanti –, un segnale di profondo malessere verso politiche restrittive, spesso poco concrete e molto idealiste. Credo occorra recuperare quanto prima pragmatismo, pur mantenendo una visione di lungo periodo».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi