L'ANALISI
18 Marzo 2023 - 19:11
(ANSA)
CREMONA - Abbattimenti dei cinghiali: c’è l’intesa fra tutte le parti e il piano di controllo è finalmente pronto a partire anche nel Cremonese. Adesso è davvero questione di giorni. Allevatori, cacciatori, associazioni di categoria e amministratori, però, avvertono all’unisono: «Serve coordinamento massimo per non vanificare lo sforzo».
Perché alle porte c’è la stagione dei calori e delle migrazioni del cinghiale e la Peste Suina Africana rischia di trovare «praterie virali». Le doppiette, che sono sempre l’extrema ratio, non possono più prendere polvere.
Davide Berta, vicepresidente nazionale e presidente regionale della Federazione di prodotto di Confagricoltura, avverte: «Regione Lombardia si è mossa già da tempo, altre no. Ci aspettiamo risposte. Con l’immobilismo, soprattutto di chi si trova in zone già ad alto rischio o colpite, si compromette il lavoro di quelli che sono avanti sulla tabella di marcia facendo prevenzione». Gli allevatori chiedono un impegno concreto: «I buoni propositi – commenta Berta – ci sono, ma quello che conta è vedere gli animali abbattuti. Lo sforzo che il nostro settore sta dimostrando lo pretendiamo, con pari intensità, dallo Stato. Il caso dei posizionamenti tardivi delle recinzioni faccia scuola sugli errori da non ripetersi. Non possiamo assolutamente permetterci il lusso di ulteriori ritardi».
Messaggio recepito in Corso Vittorio Emanuele: «La Provincia – fa sapere il presidente Mirko Paolo Signoroni – ha pubblicato la manifestazione d’interesse per il servizio di conferimento dei capi abbattuti ad un Centro di Lavorazione Selvaggina, che sarà affidato per la fine del mese di marzo».
Con i cacciatori c’è l’accordo, manca solo la firma: «Per collaborare attivamente con gli Atc è stato proposto un protocollo d’intesa tra provincia e Ambiti Territoriali di Caccia per l’utilizzo congiunto delle strutture come Cls e centri di raccolta-sosta – prosegue Signoroni – che sarà approvato entro la metà del mese di aprile».
La chiosa chiarisce, almeno in parte, anche i dubbi sulle tempistiche e le forze in campo: «I centri di raccolta-sosta per lo stazionamento dei capi abbattuti, in attesa del conferimento al Cls, sono in fase di progettazione esecutiva e a breve comincerà la realizzazione che prevede il termine per novembre 2023. Il nuovo decreto di nomina volontari, a seguito delle nuove adesioni di cacciatori selecontrollori pervenute fino a pochi giorni fa, conta più di 50 soggetti disponibili. Sono quindi iniziate da pochi giorni le uscite serali e notturne per il monitoraggio e l’abbattimento che si spera dia i risultati sperati già dalle prossime settimane».
Tra chi si augura di vedere risultati, e concreti, c’è Marco Scaravonati, nella doppia veste di allevatore e presidente della locale Federcaccia: «Credo che il punto di partenza per arrivare alla soluzione sia una collettiva presa di coscienza da parte di tutti gli attori – spiega –, nel senso che dev’essere ormai chiaro come ci si trovi di fronte non più a un’emergenza di categoria, ma sociale. Basti pensare alla potenziale drammaticità di una diffusione del virus nelle quattro province, Milano, Cremona, Mantova e Brescia, che pesano per il 65% della produzione suinicola e il 70% per la macellazione di capi a livello nazionale. Abbiamo, d’altronde, appena attraversato noi stessi, come uomini, una pandemia e ne consociamo dunque bene gli effetti non solo sulla salute ma sul lavoro, sulla società. Ecco, come non sarebbe bastato isolare Bergamo e Lodi senza misure drastiche in tutta Italia, allo stesso modo le recinzioni per i cinghiali non bastano».
L’appello: «Questo è periodo migratorio e di presemina. Agiamo adesso finché è possibile o lo rimpiangeremo».
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