L'ANALISI
02 Febbraio 2023 - 09:51
Il presidente Riccardo Crotti di Confagricoltura Lombardia e il governatore lombardo uscente e ricandidato per il centrodestra Attilio Fontana
MILANO - Più che un reciproco scambio di valutazioni, è stato un utile momento di ascolto quello che ha visto protagonista ieri pomeriggio nella sede di Confagricoltura Lombardia a Milano il governatore regionale uscente e candidato del centrodestra alla presidenza, Attilio Fontana, con gli stati maggiori della Confederazione, guidati dal presidente lombardo e della Libera Riccardo Crotti (con lui anche il vice presidente vicario Amedeo Ardigò) insieme ai leader delle Unioni territoriali Marta Sempio (Pavia), Francesco Pacchiarini (Milano - Lodi - Monza e Brianza), Giacomo Brusa (Varese) e Alberto Cortesi (Mantova). Crotti ha consegnato al governatore il documento ufficiale che sintetizza richieste e priorità della sua organizzazione in vista delle elezioni del 12 e 13 febbraio. E Fontana ha annotato quanto illustrato dai partecipanti all’incontro. Non si è sbilanciato sul nome del possibile successore di Fabio Rolfi (l’attuale assessore all’Agricoltura lascerà per correre in primavera come candidato sindaco alle elezioni comunali di Brescia), né sulla possibilità di sostituirlo con l’esponente di uno dei territori a maggiore vocazione agricola.
«Ho sempre ritenuto la competenza più importante della provenienza», ha ribadito, accennando anche al non facile compito di incastrare fra loro le tessere di un’eventuale giunta nella quale molto probabilmente i rapporti di forza tra i diversi partiti muteranno in misura significativa in confronto all’assetto del quinquennio che sta per concludersi. Ai ringraziamenti per la disponibilità manifestata dal Governatore, Crotti ha aggiunto l’elenco dei macro problemi che dovranno essere affrontati con ancora maggiore decisione e tempestività dal prossimo esecutivo regionale: dalla piaga della siccità («è indispensabile puntare alla bacinizzazione del Po») a quella della burocrazia a tutti i livelli; dalla crescente proliferazione della fauna selvatica (cinghiali e lupi su tutti) che al momento appare ormai fuori controllo, alle conseguenze potenzialmente devastanti della Peste suina africana e dell’influenza aviaria; fino alla necessità di dare finalmente il via libera alla scienza in luogo di infondati e dannosi pregiudizi, e di predisporre un grande piano nazionale di medio lungo periodo che accompagni lo sviluppo del comparto.
Molti gli argomenti messi sul tavolo anche dai rappresentanti delle Unioni territoriali di Confagricoltura Lombardia. Gli annosi problemi che interessano i boschi, i rapporti spesso non facili con i parchi, lentezza e insufficienza dei ristori per le imprese colpite da danni climatici e non solo. Non poteva mancare un accenno all’accordo sul prezzo del latte alla stalla appena raggiunto, con l’auspicio dell’individuazione di criteri quanto possibile oggettivi nel determinarlo in modo equo e ‘indipendente’ dai rapporti di forza tra le parti.
Questo e molto altro: come il tema davvero scottante della ‘accettabilità sociale’ degli allevamenti intensivi (è indispensabile perseguirla con una strategia adeguata anche in termini di comunicazione), le difficoltà dell’agricoltura di montagna e quelle del comparto risicolo. Reduce da un’estate devastante e che chiede più gioco di squadra a tutela della sua eccellenza e centralità.
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