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I VERTICI DEL PARLAMENTO

La nuova sfida di Centinaio vice di La Russa: «Senato forte e autorevole»

Il vicepresidente di Palazzo Madama delinea gli obiettivi dei prossimi anni. Il legame con il mondo agricolo resta

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

21 Ottobre 2022 - 08:37

La nuova sfida di Centinaio: «Senato forte e  autorevole»

Gian Marco Centinaio

CREMONA - Non manca un po’ di rammarico che però viene controbilanciato dal nuovo incarico e dalla grande soddisfazione per aver ricevuto endorsement da tutte le associazioni di categoria, oltre a migliaia di messaggi di stima – «ne ho ancora 900 da leggere» –: Gian Marco Centinaio, sottosegretario uscente all’Agricoltura, è il nuovo vicepresidente del Senato.

Dopo quattro anni e mezzo al dicastero, prima come ministro, poi come sottosegretario, ora l’incarico di vice La Russa, lo obbliga a lasciare il ministero. Il quasi 51enne (li compirà il 31) esponente della Lega, ammette di essere stato colto di sorpresa dalla nomina.

«Ero in procinto di essere indicato come candidato per il ministero delle Politiche agricole – racconta –: poi, mi ha chiamato Matteo Salvini dicendomi che il ministero era stato ‘opzionato’ da Fratelli d’Italia. Mi ha chiesto se fossi disponibile per la vicepresidenza, lui e Roberto Calderoli hanno pensato a me come persona di esperienza. Sono al terzo mandato, sono stato ministro, sottosegretario e capogruppo. Ho accettato».

Centinaio ha dunque preso atto di non poter proseguire nel suo incarico che, seppur in ruoli differenti, ha sostanzialmente ricoperto dal 2018 ad oggi.

«Lascio il ministero perché altri, ovvero Fdi, preferiscono altri. La Lega aveva fatto il mio nome, ma sono le regole del gioco, che non sono certo io a contestare. Lo spoil system non è nulla di scandaloso. Il partito di Giorgia Meloni ha più voti, dunque ha diritto a più ministeri, a loro spettano le priorità in fatto di scelte».

Per Centinaio non significa comunque abbandonare del tutto il comparto: «Mantengo il mio ruolo a capo del dipartimento agricoltura della Lega – prosegue – dunque mi interesserò ancora al settore».

Dando uno sguardo al passato, Centinanio ritiene di aver raggiunto buoni risultati. «Il bilancio è positivo, certo qualcosa di più si poteva fare. Non lo dico io, ma chi ha lavorato al mio fianco e nella fattispecie le associazioni di categoria. Sono stati i loro vertici a chiedere a Meloni e Salvini di tenermi ancora in questo ministero. Credo sia significativo».

In politica da oltre 30 anni, leghista della prima ora, il senatore pavese elenca cosa ritiene fondamentale per il settore: «Le mie priorità sarebbero state una riorganizzazione del ministero, creando il dicastero dell’Agro alimentare e poi tutte le sfide che in questo momento ci sono sul tavolo, la nuova Politica agricola comunitaria, con minori soldi all’agricoltura, cosa che comporterà una razionalizzazione dei fondi. Poi serve un piano strategico da condividere con le associazioni di categoria. Già dal 2019 ne parlavamo. Inoltre, ci sarà da affrontare la sfida dell’etichettatura difendendo il made in Italy». Guardando al nuovo incarico della vicepresidenza del senato, Centinaio prosegue.

«Avrò un ruolo tecnico istituzionale con la finalità di far funzionare il Senato nel modo migliore possibile. La critica che viene mossa alla politica è di essere troppo lenta rispetto ai ritmi che imporrebbe la società civile. Voglio anche garantire una rappresentatività al Senato e al Parlamento italiano nel mondo. Ci sono relazioni internazionali da tenere anche a livello legislativo, non solo esecutivo. Facciamo vedere all’estero che la politica italiana non è solo «Spaghetti e mandolino».

Il lavoro in Senato richiederà anche doti di mediazione. «Sempre però con la finalità di fare leggi che siano il più utile possibile alla collettività» precisa Centinaio.

Poi i ringraziamenti: «A tutto il mondo agricolo e turistico italiano, per le grandi dimostrazioni di sostegno e affetto che, devo essere sincero, mi hanno commosso. Tanti hanno espresso rammarico per il fatto che io non diventi ministro. A tutti ho dato appuntamento nell’aula del Senato per vedere come potrò comunque rendermi utile per il settore».

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