Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

17 dicembre

Lettere al Direttore (2)

Email:

emanzini@laprovinciacr.it

19 Dicembre 2017 - 04:00

L'INTERVENTO
Ode ai negozi ‘tartaruga’ vero simbolo della mia città
Il tempo che passa si misura anche in negozi che chiudono. Non dico i negozi farfalla di adesso, che nascono e muoiono senza avere il tempo di farsi una nicchia nella tua vita. Dico i negozi tartaruga, quelli che sono campati abbastanza a lungo per entrare nel lessico famigliare e perfino per farsi largo nella toponomastica urbana. «Per il centro? E’ semplice, dritto fino a Desidera, poi a destra fino al Santagostino, fa la galleria superando Lorenzelli, poi può andare a sinistra fino al Fulmine o a destra fino alla Casa di bianco».
Ogni volta che uno di quei negozi ha tirato giù la saracinesca per l’ultima volta è stato l’ammainabandiera di uno dei fortini dove ancora resisteva un pezzetto della ‘mia’ città. Prendi Panizza, quando abitavo in piazza Vida in quella vetrina erano schierati i soldatini più belli della città, perfino i garibaldini con la stampella a forma di stivale. Intanto i miei denti davanti avevano incominciato a prendersi a sportellate, e il compromesso venne di conseguenza, una seduta dal dentista un soldatino.
La trattativa è stata serrata, devo ancora scoprire come ha fatto Krusciov a copiarmi l’idea della scarpa battuta sul tavolo quella volta all’Onu. Alla fine il tariffario concordato era questo: seduta breve soldatino a piedi, seduta lunga con anestesia e perdita della puntata di Giovanna la nonna del Corsaro Nero soldatino a cavallo, uscita in lacrime totem con prigioniero legato, teepee o canoa con indiano alla pagaia, saldo finale diligenza con cowboy che spara col Winchester dal tettuccio. Poi le generazioni cambiano, in quelle vetrine l’abbigliamento sportivo ha sfrattato i giocattoli, ma io quando gli passavo davanti guardavo Adidas e Rìbok e vedevo comanchi e giubbe rosse.
Ancora prima aveva chiuso la Plastigomma di cui restano la dolcezza delle proprietarie e l’odore della gomma che adesso ritrovo solo dal ciclista. Poi la Bomboniera di Ennio Rota dove trovavi anche i soldatini piccoli della Airfix, i modellini di Spitfire e Messerschmitt, le squadre del Subbuteo. E un sorriso, mai visti Ennio e sua moglie senza sorriso.
All’Upim al piano di sotto c’erano i soldatini smontabili. E per il calcio c’era Tuttosport di Negri, dove andavo essendo il tipo di calciatore che, per essere sicuro di giocare nelle partite del sabato al campo della polizia stradale, era meglio se portava il pallone. E per i dischi Desidera, la Cartomusica che col tempo aveva preso un po’ l’aria della soffitta dove scovare tesori dimenticati, Noè che aveva gusto anche nella scelta delle commesse, e qualcosa stava cambiando perché incominciavi a tenerne conto.
Il tempo se li è mangiati tutti. Meno uno.
Perché uno di loro si è fatto furbo e non si fa trovare dalle ronde del tempo che passa. Con lentezza e metodo, ogni tanto si limita a farsi un po’ più in là. Senza nemmeno fare tanta strada, per essere mezzo secolo e passa che esiste. E’ la tabaccheria che sta facendo il giro della piazza.
Quando si accorge che qualcuno pensa che proprio lì, al suo posto, ci starebbe benissimo un negozio di cellulari lei non si scompone, si sposta di qualche numero civico. In che piazza è non posso dirlo, non faccio la spia. Ma ti do un indizio, il primo padrone nel quartiere lo chiamavano Muffa, sai com’è a quei tempi più o meno tutti avevano un soprannome, e sulle scatole mica c’era la data di scadenza.
Era una di quelle tabaccherie che erano gli antenati dei supermercati perché ci trovavi di tutto, la pasta Gazzola come il Persil e il Tide, le stringhe di liquirizia vicino ai pennini per le cannucce e all'inchiostro, il latte prima nelle bottiglie di vetro poi nel tetrapak con la Brylcreem il Binaca e la Kaloderma. E dato che aveva anche quelle bustine con dentro una cicca peppermint e un soldatino del Far West di plastica grigia, non vedevo l’ora che mio nonno dall’Incis mi mandasse a prendergli le nazionali semplici perché col resto ci scappava una busta.
Una generazione più tardi, quella tabaccheria aveva fatto il suo tempo ma invece di chiudere si è limitata ad attraversare la strada, un po’ per confondere le tracce un po’ per darsi una rinfrescata si è data un nome alla moda tipo ‘Fumo e dintorni’, e così è andata avanti ancora per un bel pezzo. Poi devono averle detto che il suo tempo stava scadendo un’altra volta e lei non ha fatto una piega, ha attraversato un’altra strada ancora, adesso è su un terzo lato della stessa piazza, si è di nuovo aggiornata e insieme alle sigarette e ai francobolli vende ricariche e articoli da regalo. E ogni mattina la sua saracinesca si alza, in barba al tempo che passa. Peccato solo che entrando non si senta più odore di muffa.
Giovanni Ratti

Ne parlo con...

Novità cultural/commerciale

Attività aperta di notte e brindisi fino alle 2
Signor direttore,
vorrei sottoporre all’attenzione dei suoi lettori una novità culturale/commerciale di cui sono stato testimone e che riguarda la nostra città. Incredibile, Cremona è veramente una città smart. Le testate giornalistiche nazionali riprendendo le sue notizie hanno sottolineato come Cremona sia la prima città non metropolitana ad essere stata scelta dalla cinese Mobike, inoltre abbiamo il postino robot Yape! Bene, ma abbiamo anche un nuovo ed innovativo target commerciale: la massaia (o il massaio per essere politicamente corretti) notturna.
Mi spiego meglio: in una piccola via, nel cuore del centro storico di Cremona è stata avviata una nuova attività commerciale dove si vendono soprattutto prodotti della nostra tradizionale salumeria, salami, culatelli e così via. Dov’è la novità? Gli orari e le tecniche di vendita! Come esposto in vetrina il negozio apre alle ore 10.30 fino alle ore 13.30 circa per poi riaprire alle 17.30 fino alle 24.30, ma non basta spesso i clienti sono così numerosi che per poterli soddisfare il negozio alle 2.00 è ancora aperto. I clienti, sicuramente massaie e massai (e mi perdoneranno gli accademici della Crusca) sono talmente contenti del loro acquisto che urlano festanti e brindano (poiché il negozio si è attrezzato al proposito) continuamente e copiosamente manifestando a tutti gli abitanti della via e del vicinato il loro giubilo.
Come dire, è tutto molto social. Come ho potuto verificare di persona questi buongustai notturni non si perdono una sola serata; a dimostrazione della loro contentezza, oltre al giubilo condiviso con i vicini, lasciano a felice ricordo del momento epico uno strato di piccole gemme vitree tra i ciottoli che con le prime luci del mattino risplendono donando incantevoli bagliori alla via cittadina insieme all’arredo urbano permanente sicuramente suggerito da un exterior designer allievo di Renzo Piano. Un simile fenomeno innovativo, che parte da una semplice rivendita di salami e culatelli non può non essere studiato da vicino dal nostro sindaco e dall’assessore all’Urbanistica e al Commercio. Non faranno fatica a comprendere meglio core and new business della salumeria andando a verificare di persona verso le 24 ed oltre.
Potrebbero addirittura fare una sorpresa all’intero consiglio comunale e in particolar modo invitare la commissione che si occupa del regolamento urbano a considerare le peculiarità e l’innovazione osservata, posticipandone ancora (per motivi di studio) l’approvazione. Inviterei anche il nostro signor questore sempre attento ai fenomeni che interessano i cittadini , sono certo che troverà interessante lo studio empirico del fenomeno. (...)
Lettera firmata
(Cremona)

Testamento biologico
Una buona legge di libertà (di scelta)
Egregio direttore,
evviva l’approvazione della legge che rende possibile il testamento biologico. Sono contento, anche se è soltanto un piccolissimo passo, per me che sono un convinto assertore dell’eutanasia.
La decisione di poter interrompere l’accanimento terapeutico, porterà sicuramente ad accaniti dibattiti televisivi, or anche in previsione delle elezioni politiche.
Già i medici ‘bigotti’ si sono espressi per l’obiezione di coscienza, contravvenendo con ciò all’attuazione di una legge dello Stato. Andando in macchina, ascoltando la radio, ho sentito l’intervista ad un cosiddetto ‘dottore’, il quale, tra le tante cose ha portato ad esempio; «Se camminando per strada mi capitasse una persona colpita da infarto, devo chiedere se ha fatto il testamento biologico?» (aberrante). Sta di fatto che chi sceglierà di sottoscrivere il testamento biologico lo farà in piena libertà di coscienza senza ledere il diritto di chi non volesse farlo.
Questa, signor direttore, si chiama libertà (di scelta).
Alessandro Apolli
Pontevico

Le foto dei lettori

Signor direttore,
mando una fotografia della nevicata del 1982. Presa in via San Marco. Si vede la facciata della chiesa di San Pietro in fondo alla via. Un'immagine che potrebbe essere l'inquadratura di un filmambientato nell'Ottocento. La nostra bella città riserva ancora la possibilità di fare salti a ritroso nel tempo.
Lettera firmata
(Cremona)

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi