L'ANALISI
09 Gennaio 2017 - 04:00
IL CASO
Adozioni della misericordia per i nostri poveri non per i detenuti
Signor direttore,
leggo su ‘Spazio Aperto’ delle «Adozioni della misericordia» proposte da Caritas e cappellani del carcere per far fronte ai bisogni dei detenuti. Una proposta vergognosa quella di fare una adozione a distanza di 20 euro al mese a carcerati bisognosi, quando in Italia ci sono 10 milioni di poveri, che finisce per proteggere criminali e delinquenti, con proposte vergognose che solo chi non ha subito il male non può capire. Provate ad interrogare una persona che ha subito ciò che loro hanno fatto, massacrando, rubando, con violenze fino alla morte; lasciando segni di dolore che mai si dimenticano. Se le carceri sono affollate con 60mila carcerati in Italia, la colpa è solo della giustizia, incapace di gestire con il 50% di carcerati stranieri che dovrebbero mandarli a scontare la loro pena nei loro paesi d’origine, con divieto per sempre di rientrare in Italia, questo sarebbe sollievo di spese carcerarie. (...) Anche la Chiesa cattolica deve guardarsi bene alle spalle, sbarchi quotidiani di clandestini dove si nascondono terroristi, trafficanti di umani, colpevoli di scaricare migliaia di persone irregolari protette da una politica e clero cattolico dove poi saltano fuori tutte le conseguenze che stiamo subendo. (...)
Antonio Pagliarini
(Isola Dovarese)
Le ‘adozioni della misericordia’ sono state pensate per aiutare i detenuti che non hanno né soldi né famiglia. Attualmente sono sette quelle già in atto da parte di singoli cittadini cremonesi. Sono atti di umana pietà che non cancellano certo i reati per i quali queste persone stanno giustamente pagando.
LA POLEMICA
Guerriglia, centri sociali ancora aperti. Perchè?
Gentile direttore,
tra poco meno di un mese saranno trascorsi due anni dal giorno della ‘vergogna cremonese’, dove la nostra città venne devastata e ferita dai gruppi dell’estrema sinistra in occasione della non chiara autorizzata manifestazione ‘antifascista’ del 24 gennaio 2015. Quel giorno, nella logica dell’evitare il male peggiore, le forze dell’ordine restarono in posizione di difesa e i teppistelli professionisti dei centri sociali diedero vivace sfogo alla loro primitiva pulsione di distruzione ottenendo libera piazza. Non spuntarono però da sotto i tombini di viale Trento Trieste, ma ebbero come utero l’omertoso quanto complice corteo antifascista a testa del quale capeggiavano alcuni politici locali. Il corteo pullulava di bandiere rosse con la falce ed il martello. Inequivocabile la tendenza politica. Meno di una settimana prima gli attivisti del centro sociale Dordoni singhiozzavano, in diretta sulle tv nazionali, affermando di essere stati aggrediti in un’imboscata fascista. La realtà dei fatti, sarcasmo a parte, fu tutto il contrario. Dimostrato dalle fitte e specialistiche indagini della Digos: a tendere l’agguato, con modalità premeditata, armati di caschi e bastoni, agli aderenti a Casa Pound furono alcuni attivisti del Dordoni. Quindi corteo che gli aggressori hanno indetto se non per nuovo pretesto teppistico. Le ragionevoli promesse fatta all’epoca dal sindaco Galimberti furono chiare: chiusura dei centri sociali Dordoni e Kavarna. Attesa. Le indagini proseguite dalla Digos evidenziarono come la giornata di distruzione del 24 gennaio 2015 fosse stata minuziosamente organizzata dai centri sociali nostrani. Aggravante. Ad oggi tutto tace. Perché? Sembra la solita filastrocca dove nessuna istituzione vuole assumersi la responsabilità di scelta. Difetto di risposta. Gioco politico? L’attuale giunta comunale non ha più fatto sapere nulla a Cremona ed ai suoi cittadini. La chiusura dei centri sociali cremonesi potrebbe creare tensione urbana ed un’ondata di ipocrita indignazione da parte delle sinistre locali e no. Strategia del ricatto. E se il 24 gennaio 2015 fosse stato un corteo di estremisti di destra a creare disordini, si sarebbero usate le stesse modalità? (...)
Claudio Merlini
(Cremona)
Mal’aria/1
Necessaria maggiore pulizia delle strade
Signor direttore,
in merito ai continui allarmi per la concentrazione di polveri sottili oltre il limite di legge, vorrei proporre questo mio pensiero. Da quel che capisco, per pulire un poco l’aria, si aspetta, sempre con trepidazione, la pioggia poiché evidentemente, quanto viene fatto per prevenire l’inquinamento di polveri sottili, si rivela insufficiente. Io ricordo che quando ero bambina vedevo frequentemente mezzi del comune che, spargendo abbondante acqua, lavavano le strade. Questo permetteva di appesantire il particolato, gettandone anche buona parte nelle bocche di lupo, in modo che questo non venisse facilmente sollevato nell’aria dalle ruote delle auto in transito. Questa operazione è utile alla salute di tutti e di conseguenza dovrebbe essere effettuata dai comuni in modo più massiccio e quindi efficace, senza pensare ai costi, così come viene fatto nelle profilassi per meningiti o in ogni altro caso di salute pubblica. Mi sembra, inoltre, che questi elevati aumenti di polveri sottili, siano sempre coincidenti con l’inverno, quindi con l’accensione dei riscaldamenti e non con il passaggio degli autoveicoli che sono presenti anche nel periodo più caldo nel quale però non vengono segnalati questi allarmi. Questo mi porta a sostenere ancor di più la tesi della pulizie delle strade (...) .
Nadia Bertoletti
(Cremona)
Mal’aria/2
Squallida eredità ai nostri figli
Signor direttore,
(...) dall'Agenzia Europea per l’Ambiente un dato da conoscere, sconcertante, purtroppo drammaticamente reale: lo smog uccide più di 460.000 persone l’anno. Incontrovertibile? Sicuramente un terribile resoconto da far tremar le vene e i polsi. Ed allora ancora vogliamo atteggiarci ad uditorio docile? Strana bontà la nostra, che denota indifferenza nel lasciare abbandonate a se stesse sconsolanti alterazioni dell'ambiente naturale, che in breve si tramuteranno in squallida eredità per i figli dei nostri figli, soprattutto una causa primaria di disagi temporanei ai quali quotidianamente siamo sottoposti, oltre che amplificazioni di patologie o danni permanenti per la nostra vita. Purtroppo l’economia è la sola realtà che conta in questa nostra società dei consumi ed è alla base del degrado ecologico in cui viviamo oggi. Ma non abbiamo paura di tutto questo? E nessuno che si autodenuncia.
Giorgino Carnevali
(Cremona)
Strage di Berlino
Chi pensa alle famiglie dei due poliziotti eroi?
Signor direttore,
è talmente semplice ed imbarazzante rispondere al signor Domenico De Lorenzo in merito alla divulgazione delle generalità dei due eroici poliziotti che hanno messo fine alla fuga del delinquente, non solitario e disadattato, come egli ama definirlo, ma supportato da un’organizzazione criminale internazionale. Nessuna polemica e, per quanto mi riguarda, mi fermo qui. E’ giusto riconoscerne pubblicamente i meriti, magari alla memoria? Ed intanto, grazie al genio di certe persone, questi eroi, loro malgrado, sono costretti a muoversi sotto scorta! Ed alle famiglie di questi efficienti e valorosi agenti nessuno ci pensa? Avranno figli, mogli ed altri parenti che certamente dovranno essere tutelati. (...)
Massimo Pelizzoni
(Gussola)
Lotta alla ludopatia
Il Comune di Cremona non va lasciato solo
Signor direttore,
apprezzo l’ordinanza per la lotta alla ludopatia del signor sindaco di Cremona, purtroppo senza la collaborazione dei sindaci della provincia di Cremona i giocatori di slot macchine si riversano presso le provincie di Cremona, in particolare ieri presso il centro commerciale Iper di Gadesco alle ore 14 circa la sala slot era strapiena di giocatori di slot macchine, stamattina presso il bar di Malagnino anch’esso era pieno di giocatori di slot macchine e premetto che il bar dove sono installate le slot macchine dista soltanto una decina di metri dell'oratorio e una 20 di metri dal parco gioco a soli 40 metri dalla scuola materna del comune di Malagnino, lo stesso comune dista soli 15 metri dal bar dove sono installate le slot macchine e questo in barba alla legge regionale che ne vieta l’istallazione di dette slot macchine alla distanza minima di 500 metri da scuole parchi giochi oratori. Gentile signor direttore vorrei che lei e la sua redazione sensibilizzaste i comuni di Malagnino e di Gadesco Pieve Delmona, i sindaci della provincia di Cremona per il bene delle famiglie della collettività e dei stessi giocatori.
Giovanni.jonny63@gmail.com
(Cremona)
Tradizione a San Bassano
Il presepe in chiesa di alto valore teologico
Signor direttore,
la tradizione del presepe nella chiesa di San Bassano in via Bissolati a Cremona è famosa dall’immediato dopoguerra. Alla messa di mezzanotte venivano a celebrare l’arcivescovo Cazzani e l’ausiliare Rota. Il presepe occupava le intere tre navate (di destra entrando) ed era una rappresentazione esteticamente godibilissima. Si ammiravano fontane regolate da idraulici provetti, il sorgere ed il tramonto del giorno, le costellazioni e le stelle affidate alla competenza di astrofili cremonesi, prospettive valorizzate da specchi che i fratelli Cauzzi sapevano porre con arte, illudendo con profondità impensabili. L’impegno per preparare il presepe iniziava addirittura ogni anno nel mese di settembre. Da mezzo secolo ho visitato il famoso presepe di San Bassano. Quest’anno però un artigiano locale, su suggerimento dell’antico parroco di S. ilario Don Dennis, ha allestito un presepe ‘teologico’ di alto valore. Il Divin Bambino è posto in una culla attorniato da vere spighe di frumento per evidenziare ciò che Gesù affermò: tutto il presepe è circondato da una vite con grappoli di uva per ricordare il comando di Gesù: prendete, bevetene tutti; questo è il calice del mio sangue versato in remissione dei peccati ! (...) L’orario di apertura è dalle 8 alle 11,30 l’ingresso è gratuito. Per le scolaresche è buona cosa andarci col sacerdote.
don Franco Regonaschi
(Cremona)
Discorso di fine anno
Se lo fa Beppe Grillo posso farlo anche io
Caro direttore,
La Provincia del 5 gennaio pubblica a pagina 31 una foto con didascalia che dice testualmente: «Nel fermo immagine Beppe Grillo durante il suo discorso di fine anno».
Allora dobbiamo prendere atto che a fine anno, oltre al Papa, al Capo dello Stato ed al Capo del Governo, anche Beppe Grillo, leader pentastellato, lancia un messaggio agli italiani! Mi scusi l'impertinenza, ma se sarò ancora al mondo, il prossimo anno Le chiederò di poter mandare anch'io un ‘messaggio ai cremonesi’, limitando la territorialità del messaggio a titolo di riconoscimento dell'importanza pubblica, politica e sociale di Beppe Grillo al mio confronto. Mi perdoni la libertà che mi prendo nell'inviarle questo messaggio-burla e lo prenda come una battuta sulle trovate del leader pentastellato.
Gaetano Antonioli
(Cremona)
Malinteso senso del rispetto
Società multi religiosa
Aboliamo il Natale?
Esimio direttore,
in una società multiculturale e multi religiosa, ci viene chiesto un giorno si e l’altro pure, di non urtare la sensibilità dei non cristiani, astenendoci di praticare nei luoghi pubblici, ma non solo, tradizioni popolari che affondano le radici nella notte dei tempi. Emblematico e fuori dalla realtà è stato il triste e anacronistico episodio, poi risolto positivamente, del non voler più allestire il presepio nel cimitero di Cremona da parte di un sacerdote cattolico. Altri episodi riguardano alcuni insegnanti che, oltre a non voler più allestire il presepio, tanto meno l'albero di Natale, sono arrivati al punto tale di sostituire alcuni versetti delle canzoncine di Natale. E poi il crocefisso, il simbolo della cristianità, rimosso come se fosse un pericoloso bandito e pensare che più delle volte, non sono gli stranieri a chiederne la rimozione, ma alcuni furboni indottrinati di matrice italica. Alla luce di quanto sopra riportato e per non urtare la sensibilità dei non cristiani, non sarebbe il caso di abolire anche la festività del Natale, della Pasqua e di altre feste di natura religiosa? Suggerisco inoltre, per lo stesso motivo, di non suonare più le campane a distesa ed evitare le processioni per le vie dei paesi. Sono curioso di vedere quale sarà la reazione di Sua Santità e dei suoi sottoposti, terribilmente taciturni e indolenti su questo delicato argomento.
Andrea Zecchini
(Camisano)
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