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Gli anni giovanili di James Joyce, da Dublino a Trieste

Lezione dell'Università della Terza Età e del Tempo Libero "Luigi Grande"

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24 Gennaio 2025 - 17:05

Gli anni giovanili di James Joyce, da Dublino a Trieste

Lunedì 27 gennaio, alle 16, nella sala conferenze della Società Filodrammatica Cremonese, all'interno dell'attività dell'Università della Terza Età e del Tempo Libero "Luigi Grande", Manuela Dorigo terrà una relazione su "Gli anni giovanili di James Joyce, da Dublino a Trieste".

Joyce (1882-1941), irlandese, con una particolare predilezione per il "bel canto", trascorre gli anni giovanili a Dublino e in seguito a Trieste, ove forma il carattere e sviluppa il suo talento come scrittore.

La famiglia d’origine, cattolica e nazionalista, gli fa frequentare una prestigiosa scuola retta dai Gesuiti ma, a causa delle precarie condizioni finanziarie, il giovane Jim è costretto a trasferirsi in un istituto più economico, dove si mantiene grazie a una borsa di studio.

Studia lingue moderne in una Università pubblica e dopo la laurea si iscrive a Medicina a Parigi, ma la cosa non ha seguito  e ritorna a Dublino. Sbarca il lunario scrivendo recensioni, facendo traduzioni e tentando di diventare tenore professionista, con poco successo.

Morta la madre, si allontana definitivamente dalla città natale e abbandona l’Irlanda perché in patria è considerato  uno stravagante: un alcolista blasfemo e troppo esuberante. Con Nora, la suo compagna e futura moglie, inizia una vita nuova all’estero, con un incarico presso la Berlitz School a Pola e poi a Trieste, all’epoca ancora sotto il dominio dell’Impero Austroungarico. Qui lavora come insegnante di inglese: uno dei suoi alunni è Ettore Schmitz, meglio conosciuto come Italo Svevo.

Il soggiorno in Italia, l’incontro con Ezra Pound e la passione per la nostra cultura lo aiutano a trovare la strada verso il successo editoriale; le opere giovanili già contenevano gli elementi che caratterizzano il suo stile, dalle ‘epifanie’ al 'monologo interiore'.

Pur entrando di diritto tra i grandi autori del Modernismo, non divenne mai ricco e solo recentemente è stato rivalutato in Irlanda dagli stessi irlandesi, che lui aveva sempre definito degli inetti.

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