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La bad girl Sarah Lucas e l'arte di provocare attraverso il corpo

Gigi Romani

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11 Aprile 2016 - 14:50

La bad girl Sarah Lucas e l'arte di provocare attraverso il corpo

Water di silicone, morbide installazioni falliche, limoni al posto di seni che sbucano da magliette appese, uova stese e lavatrici impossibili: il mondo di Sarah Lucas è penetrato nel sottosuolo milanese e ha occupato l'Albergo Diurno. "Una sorta di romanzo di corpi in una Milano che non esiste più", così Massimiliano Gioni definisce la mostra Innamemorabiliamumbum, una tre giorni di installazioni e video dell'artista inglese, che ha curato per Fondazione Trussardi e Miart, insieme a Vincenzo de Bellis. Sarah Lucas, artista estrema, tra le più impegnate della famosa YBAs, la Young British Artists capitanata da Damien Hirst, a lei è stato affidato il padiglione della Gran Bretagna nell'ultima Biennale veneziana, ha trovato spazio per la sua arte nei bagni pubblici di piazza Oberdan a Milano, ora gestiti dal Fai, realizzati nel 1925 da Piero Portaluppi, un meraviglioso luogo sotterraneo "adibito alla cura del corpo", come ci ha spiegato Marco Magnifico vice presidente del Fai. E proprio il corpo è al centro della grammatica artistica di Sarah Lucas, che da sempre ne mostra anche gli aspetti più bassi, con l'aggressività tipica della sua generazione e, da neofemminista, usa "la seduzione come strumento di provocazione per riscrivere i rapporti tra i generi sussuali"intervista di Valentina Tosoni, video di Giulia Costetti

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