L'ANALISI
Nella band figura il cremonese Alberto Venturini
21 Agosto 2014 - 11:48
Ironico, retrò e jazz. Di quel jazz al confine con la canzone che piaceva tanto a Jannacci. Davide Zilli, cantante e pianista che da Crema da tempo è sbarcato su piccoli e grandi palchi del circuito milanese, è tornato in studio per pubblicare una nuova collezione di otto brani inediti. Il congiuntivo se ne va — questo il titolo della canzone che intitola anche l’intero album — è un disco legato a doppio filo con Cremona: a partire dai musicisti della band, nella quale figura anche Alberto Venturini (arrangiatore insieme a Zilli di tutti i brani). Le otto tracce sono state registrate fra l’inverno del 2013 e la primavera del 2014 nello studio Città della Musica, che proprio all’ombra del Torrazzo ha sede. Zilli — fra gli artisti invitati al tributo a Jannacci organizzato in occasione dell’intitolazione della casa dell’accoglienza di viale Ortles insieme a Paolo Jannacci, Vinicio Capossela, Eugenio Finardi e Paolo Belli — non tradisce la sua vena di cantore della vita in agrodolce. Il congiuntivo se ne va è una canzone-manifesto di un’Italia che cambia insieme alla sua lingua. Tutto è filtrato da un’ottica sentimentale, non a caso unita alla seguente tripletta di L’arte di dirsi addio, venata di scansioni in levare, Mezza fidanzata («un sarcastico sguardo sulle relazioni frivole che nascono in rete, tra chat e siti per cuori solitari, il tutto a tempo di swing», come la definisce Zilli) e Il secondo bacio. Di Mezza fidanzata è stato realizzato un video, già disponibile su YouTube, con la regia di Zilli e di Gisella Bianchi, collaboratrice di Milena Gabanelli per Report. Il resto dell’album scorre fra irresistibili ironie su tic, tormentoni e deliri da vocabolario imposto dall’attualità (come in Cosa cazzo è un bond?) e tormenti post-laurea della Ballata dei giorni di laurea. A impreziosire l’album c’è la tromba di Gianni Satta, nell’organico dei Jazzabbestia, consolidata backing band di Zilli ormai da tempo, con Alessandro Cassani al contrabbasso. Non è una canzone, ma il suo testo si prende l’intero spazio del booklet curato nella grafica da Achille Meazzi degli Aksak Project Preghiera dei cantautori, una invocazione-elenco delle peggiori iatture riservate a musicisti emergenti fuori dalle mode ma con a cuore la buona musica. Proprio come Davide Zilli.
Luca Michetti
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