CALCIO
03 Giugno 2014 - 12:55
Cremona - Palazzo Stanga Trecco, dalle 16
CREMONA —Giovedì (ore 16) il Fai organizza una visita guidata a Palazzo Stanga Trecco, in via Palestro, di cui sono state recentemente restaurate alcune stanze dell’ala nobile. Sempre nello stesso edificio, alle 17, Bea Tanzi terrà una conferenza su Colombino Rapari. Abatedi San Pietro al Po per oltre trent’anni (ma anche, per due volte, priore di San Vito a Mantova e di San Giovanni in Monte a Bologna), Rettore generale dei Canonici regolari lateranensi per ben tre volte e per sei Visitatore, Colombino Rapari (1495/1500-1570) è una figura cruciale della vita religiosa a Cremona negli anni tormentatissimi dell’eresia, quando la città rappresenta «il centro massimo del luteranesimo lombardo ». In rapporto con i principali esponenti dell’ordine, dal cardinale Ercole Gonzaga — al quale dona, tra l’altro, un dipinto di Sofonisba Anguissola — a Marco Gerolamo Vida, il cremonese riveste le cariche più alte nei ruoli della congregazione. È oggetto di significativi riconoscimenti letterari, tra i quali, nel 1541, due epigrammiencomiastici del poeta lunense Venturino Vasolli; da parte sua Rapari pubblica nel 1567 le Allegationes, raccolta di sentenze per una «causa precedentiae» sorta durante i lavori del concilio di Trento, tra i canonici lateranensi e i benedettini cassinesi. Partecipa in prima persona, in veste di commissario della congregazione, alle campagne di progettazione e ricostruzione dei principali cantieri lateranensi in Valpadana ed è accreditato del progetto di riforma architettonica di San Pietro al Po. Alle imprese artistiche s’intreccia la promozione di un’imponente opera d’ingegneria idraulica: la realizzazione della roggia che, dal suo nome, si chiamerà Colombina, un «acqueductus nobilis et amplus» di oltre quaranta miglia che solca il territorio cremonese da Acqualunga Badona a Calvatone. Oltre che progettista del nuovo tempio, troppo presto vanificato dal crollo della volta, nel 1573, Colombino è il protagonista assoluto del rinnovamento figurativo nel suo monastero, con scelte di campo di avanguardia e commissioni di elevato prestigio: tutte ad artisti di fama extracittadina, quali Bernardino Gatti detto il Sojaro e Giuseppe Sacca, Giulio e Antonio Campi, i bresciani Cristoforo Rosa e Lattanzio Gambara. In particolare l’an - cona lignea dell’altare maggiore, uno straordinario manufatto messo a oro e argento, rappresenta, intorno alla metà del XVI secolo, la più alta realizzazione della scultura manieristica a Cremona eun vero eproprio manifesto di riaffermazione della forza della chiesa di fronte all’at - tacco dell’eresia. Beatrice Tanzi, 22 anni, si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel dicembre scorso presso l’Università Statale di Milano (relatore Giovanni Agosti), con una tesi su Colombino Rapari e la «capella magna» di San Pietro al Po a Cremona. Ora è iscritta al corso di laurea magistrale in Arti Visive presso l’Università degli Studi di Bologna.
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