Torna in scena il rock d’autore di Omar Pedrini con l’album Che ci vado a fare a Londra?, uscito il 28 gennaio. Il suo nuovo lavoro in studio del rocker bresciano arriva a otto anni di distanza dal precedente, quel Pane, burro e medicine che a ritmo dimusica esorcizzava i problemi di un cuore matto, il suo. Proprio gli stessi problemi cardiaci che dieci anni fa l’avevano costretto a un’operazione a cuore aperto, sono tornati a dicembre e hanno costretto il musicista a ritornare in ospedale, senza impedire a Pedrini di portare a termine l’album: diciotto racconti in musica fatti a modo suo e dal piglio british rock. «Sono tornato con un album dopo otto anni— racconta Pedrini—e anche se sono ormai abituato ad andare in ospedale per via del mio cuore matto, questa volta ci sarei andato con molta malinconia sapendo di non poter promuovere il disco come si deve, e lamalinconia, si sa, non aiuta a guarire». L’elenco dei diciotto brani confezionati dal cantautore bresciano, da Jenny a Nonna quercia folk band — dedicata al suo impegno per salvare ‘Nonna quercia’ dal terzo ponte sul Po a Castelvetro Piacentino — sono anche quelli che lo riportano in scena discograficamente con un album realizzato come piace a lui e questa volta nel segno del british rock. Il lavoro da studio a preso forma anche grazie ad almeno due incontri importanti, uno con Ron dal quale è nata una collaborazione per la sua etichetta e il brano Cane sciolto, oltre a quello con Michael Basley, leader della band di Manchester dei The Folks e che l’ha fatto incontrare con l’ex Oasis Noel Gallagher. «Quando ho ricevuto la telefonata che mi convocava a Londra per discutere del mio album che era piaciuto alla Ignition Records — ricorda Pedrini —è stato difficile convincermi a partire perché la mia fidanzata aspettava una bambina e già mi avevano detto che il mio cuore aveva ancora qualche problema. E’ stato un periodo particolare quello degli ultimi otto anni — commenta Pedrini — durante i quali mi sono sentito in qualche modo dimenticato, ma lo dico senza piagnistei. Dopo l’operazione ho faticato a rientrare e non essendo in grado di fare tournèe, mi sono dedicato a tv e cinema. In realtà permeera una sofferenza vivere da non musicista e anche facendo altro ho continuato a scrivere tutti i giorni». Tanti gli ospiti del disco che porta una dedica a Giuseppe Bertolucci, da Ron ai Modena City Ramblers, passando da Dargen D’Amico e da una vecchia conoscenza di Omar come Lawrence Ferlinghetti, poeta simbolo della scena beat statunitense e di origini bresciane, che nell’album recita una poesia firmata di suo pugno. Fabio Guerreschi