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Un personaggio contraddittorio

Irrispettoso e violento: Rocco Schiavone è il poliziotto di Antonio Manzini

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

12 Febbraio 2014 - 16:20

Irrispettoso e violento: Rocco Schiavone è il poliziotto di Antonio Manzini
La costola di Adamo
di Antonio Manzini
pagine 288, euro 14, Sellerio
La costola di Adamo
di Antonio Manzini 
pagine 288, € 14
Sellerio
Non esita a tirare cazzotti a testimoni e a sospettati, non comincia la giornata in ufficio se prima non si è fumato uno spinello, lo hanno mandato via da Roma—e dal clima mediterraneo — per aver fatto giustizia da solo, i suoi veri amici — ragazzi di Trastevere con cui è cresciuto — entrano ed escono da Rebibbia, della sua sottoposta guarda il sedere e ne immagina il seno sotto la divisa: che Rocco Schiavone non sia un poliziotto come gli altri lo si era già capito in Pista nera, il primo romanzo di Antonio Manzini in cui compare. Personaggio spigoloso, contraddittorio, scorretto, respingente ... Eppure piace, Rocco Schiavone e c’è da sperare, dopo questa seconda puntata intitolata La costola di Adamo, che diventi un personaggio seriale, che altri delitti di carta lo facciano maledire il freddo nevischioso di Aosta, la città in cui sconta la sua punizione e in cui è impossibile presentarsi al ristorante dopo le due del pomeriggio. C’è da sperare che Schiavone si ripresenti con il suo loden troppo leggero e le sue Clarks inadatte a mescolare nel torbido che ogni inchiesta smuove, che il viceispettore torni con le sue idiosincrasie, con la sua catalogazione delle seccature, che vanno dai bambini urlanti agli intenditori di vino, dalla coperta che scappa sul materasso agli omicidi sul groppone, che stanno «sul podio più alto delle rotture di coglioni». Qui la vittima è Ester, una casalinga con il pallino dei libri. Casa borghese, abitudini da moglie tranquilla e apparentemente appagata: eppure Ester viene trovata impiccata al lampadario del soggiorno; eppure Ester, nelle fotografie accanto al marito non sorride mai; eppure Ester nascondeva forse un segreto. Schiavone indaga, combatte con i suoi fantasmi, dialoga con la moglie morta (per causa sua, si intuisce), non esita a frequentare un’altra donna, pur mettendo al bando ogni sentimento. E intanto tesse la trama di una storia di ordinario squallore, di violenza sordida nascosta dietro una parvenza di impeccabile perbenismo. Si è suicidata Ester? Qualcuno l’ha uccisa? Verità e giustizia non sempre coincidono e Schiavone lo sa bene: non sempre appurare la prima equivale a far trionfare la seconda.
Barbara Caffi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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