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26 gennaio

TRAVIATA (creazione per 11 danzatori)

Betty Faustinelli

Email:

bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

16 Gennaio 2014 - 10:07

TRAVIATA (creazione per 11 danzatori)
Crema - Teatro San Domenico, ore 16

Coreografia, regia, scene, luci e costumi Monica Casadei

Assistente alla coreografia Elena Bertuzzi

Con Vittorio Colella, Melissa Cosseta, Sara Muccioli, Gloria Dorliguzzo, Chiara Montalbani, Gioia Maria Morisco, Camilla Negri, Stefano Roveda, Francesca Ruggerini, Emanuele Serrecchia, Vilma Trevisan

Musiche Giuseppe Verdi

Elaborazione musicale Luca Vianini

Drammaturgia musicale Alessandro Taverna

Produzione Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei

Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Festival Verdi - Parma

Con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna-Assessorato alla Cultura, Provincia e Comune di Parma

 

 

Traviata è il primo capitolo di un coraggioso progetto firmato da Monica Casadei, eclettica coreografa emiliana formatasi fra Italia, Inghilterra, Francia e vari soggiorni in Oriente, dedicato al celebre Maestro Giuseppe Verdi, che si propone di tradurre nel linguaggio della danza i melodrammi più celebri del più amato compositore italiano.

 

 “Violetta contro tutti. Violetta in bianco, speranza di purezza, Violetta in rosso, perché le sanguina il cuore. Un cuore che forse sarebbe stato meglio non fosse mai battuto. Meno dolore, meno contrasto. Violetta, una storia in cui scorre il senso della fine ad ogni alzar di calice. Nulla si risolve. E’ tardi. E’ tardi. Dietro i valzer, il male che attende. Dietro le feste e la forma, il marciume di una società in vendita, vuota, scintillante. Addio, del passato bei sogni ridenti. Perché non si è pura siccome un angelo. Questa donna conoscete? Amami, Alfredo…”

Un “corpo a corpo”, tra la Casadei e Verdi, nato dal fatto di misurarsi con una musica che non possiamo pensare slegata dalle scene, complice un artista, Verdi, drammaturgo ancor prima che compositore. Per Traviata, quell’Amami, Alfredo, quel libiam ne’ lieti calici, quel croce e delizia, quel sì, piangi, quell’è tardi, qualunque sia la taratura della passione per il bel canto di chi legge, sono parole che si legano nella memoria a voci, ad arie, musiche, storie, teatri, a partire dalle pagine del libro, fonte dell’opera verdiana.

Romanzo che diventa prima dramma teatrale, poi opera lirica, poi balletto. Da Eleonora Duse a Sarah Bernhardt, da Maria Callas a Alessandra Ferri, Marie/Marguerite/Violetta con la voce, il canto o l’emozione del corpo che danza ha fatto piangere intere generazioni.

Ma quale Traviata vedremo stasera?

Una Traviata letta dal punto di vista di Violetta. Violetta, appunto, contro tutti. Violetta al centro di una società maschilista espressa da un coro in nero. Violetta moltiplicata in tanti elementi femminili, in tanti spaccati di cuore. Violetta disprezzata, che anela, pur malata, pur cortigiana, a qualcosa di puro. Violetta

contro cui si scagliano le regole borghesi espresse dal padre di Alfredo, Giorgio 

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