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CREMONA, 12 APRILE

Note a favore del Kenya

Il coro Ponchielli Vertova in cattedrale

Betty Faustinelli

Email:

bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

12 Aprile 2013 - 12:06

Coro Ponchielli Vertova
Cremona - Duomo , ore 21 
Ingresso libero
CREMONA — È a favore dell’associazione Cremona for Kenya onlus il concerto alle 21 in cattedrale, con ingresso libero. Per l’occasione il Coro Ponchielli-Vertova diretto da Patrizia Bernelich sarà integrato dal Coro del conservatorio di Piacenza preparato da Giorgio Ubaldi e dall’Orchestra da camera ‘Cremona Classica’. Voci soliste il soprano Mimma D’Avossa e il baritono Marco Granata.
In programma il Requiem op. 48 di Gabriel Fauré e l’Erstes Offertorium op. 46 di Franz Schubert. Pezzo forte della serata è l’emozionante Requiem, scritto dal compositore francese in memoria del padre, morto a Tolosa nel 1885. Il lavoro fu eseguito per la prima volta alla Madeleine, nel 1888, dopo anche la morte della madre del musicista e rimase l’unica opera di vaste dimensioni e con l’intervento dell’orchestra scritta dal compositore francese per la chiesa. Il Requiem fu nuovamente eseguito alla Madeleine nel 1924, per i funerali dell’autore.
Il Requiem di Fauré si distacca notevolmente dalle altre composizioni romantiche del genere: colpisce in primo luogo il rifiuto a musicare il Dies irae, del quale invece sia Berlioz sia Verdi avevano fatto il centro di un vero e proprio dramma religioso. Nell’opera è assente ogni violenza e ogni contrasto; in esso prevale un sentimento di rassegnazione e di abbandono, a volte si potrebbe addirittura dire un desiderio di assenza e di silenzio: come ha scritto un critico inglese, «Fauré ha centrato il suo Requiem sull’idea dell’eterno riposo.
Il suo lavoro comincia e finisce con la parola requiem, che è d’altronde messa nel massimo rilievo ogni volta che ricorre nel testo. Sembra che Fauré abbia scelto i brani della liturgia da musicare con il proposito di sottolineare quest’idea, visto che non solo cinque dei sette numeri contengono la parola requiem, ma che in uno di essi (il Pie Jesu che sta al posto del Benedictus) la parola sempiternam è ad essa aggiunta senza l’appoggio della liturgia».
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