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Cattedrali della cultura 3D

Betty Faustinelli

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

06 Maggio 2015 - 11:50

Cattedrali della cultura 3D

Sei registi ed altrettanti edifici da portare sullo schermo seguendo un'idea proposta da Wim Wenders che è anche il produttore esecutivo del film: "Se gli edifici potessero parlare cosa direbbero?"
Ecco allora che viene data voce alle seguenti "cattedrali della cultura": la Filarmonica di Berlino (Wim Wenders), La Biblioteca Nazionale Russa (Michael Glawogger), il Carcere di Halden (Michael Madsen), il Salk Institute (Robert Redford), il Palazzo dell'Opera di Oslo (Margreth Olin), il Centre Pompidou (Karim Ainouz).
Wenders ha dichiarato: "È stata una fortuna scoprire il nuovo linguaggio del cinema in 3D attraverso Pina, un'opera il cui soggetto - la danza - aveva un'enorme affinità con la tecnologia che stavamo usando. Era logico e necessario usare la tridimensionalità (...) Attraverso queste esperienze ho sviluppato l'opinione molto chiara che nel campo del documentario il 3D rappresenti un enorme passo avanti e possa davvero portare il genere a un livello totalmente superiore (...). L'incredibile vantaggio per i documentari è un'immersione amplificata che mette lo spettatore, come mai prima, 'dentro a un luogo', permettendogli di percepire l'architettura, ad esempio, come un'esperienza in uno spazio reale".
Alla prova dei fatti gli si può dare ragione perché la dimensione tridimensionale rende ancor più efficace lo sviluppo del tema. Anche se, come è inevitabile in un'opera affidata a mani diverse, l'esito è narrativamente discontinuo. Si possono infatti dividere i 6 documentari in due blocchi che, del tutto casualmente, sono composti da 3 film ciascuno.

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