L'ANALISI
Dal 13 dicembre all'8 febbraio
11 Dicembre 2014 - 16:39
Galleria BiffiArte
P.zza S. Antonino ang. Via Chiapponi 39
Piacenza tel. 05231720408
La mostra è visitabile da martedì a domenica in orario continuato dalle 11 alle 19 - lunedì chiuso
galleria@biffiarte.it
www.biffiarte.it
Sono inoltre in mostra le fotografie di Paola Mattioli e un omaggio a Giuseppe Ungaretti di Leonardo Genovese
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto 1888 - Milano 1970) è uno dei maggiori poeti del XX secolo. Sin da giovane età si è interessato alla storia dell’arte e all’arte a lui contemporanea. In tal senso ha dato vita a molti testi dedicati agli artisti, con i quali ha intrattenuto, in parecchi casi, come con Rosai, Carrà, veri e propri rapporti di profonda amicizia.
La mostra ed il catalogo edito da Nomos edizioni sono curati dalla storica dell’arte Angela Madesani e si propone di fare luce su questa interessante parabola nella vita di Ungaretti.
Una quarantina di anni fa la Mondadori ha pubblicato nella collana dei Meridiani un volume intitolato Saggi e interventi, dedicato alle prose letterarie e artistiche, del poeta di origini toscane, in cui sono pubblicati solo alcuni dei testi che Ungaretti ha scritto sull’arte.
La curatrice ha proposto così alla galleria piacentina e alla casa editrice varesina di ripubblicare tutti i testi di argomento artistico che non sono contenuti nel volume dei Meridiani. Testi che sono nati come introduzioni ai cataloghi delle mostre dei diversi artisti in gallerie perlopiù milanesi e romane dagli anni Trenta agli anni Sessanta e come articoli su periodici di diverso genere.
In quel periodo particolare della storia dell’arte e della cultura non era cosa desueta che i poeti scrivessero d’arte. L’iniziativa è, infatti, tesa a sottolineare l’atmosfera di quel momento di scambi, relazioni tra i diversi ambiti della cultura. Poeti e scrittori erano in continuo contatto con gli artisti così da creare comunità culturali ed esistenziali che hanno dato vita ad esperienze uniche.
Si pensi in tal senso al rapporto tra il pittore Jean Fautrier e quello che lui chiamava Ungà. Il pittore rimane affascinato, stordito dall’intelligenza umana e poetica di quel grande uomo che la vita aveva così fortemente segnato, ma che continuava a emanare un sorriso ammaliante e che fino alla fine dei suoi giorni è rimasto profondamente attratto dal suo circostante.
Fautrier porta Ungaretti a fare il giro del mondo e Ungaretti scrive sull’informale francese alcune fra le sue più belle pagine.
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